Note: An INDICE DE' POETI is available beginning on page
529. An
INDICE DELLE RIME is available beginning on page
533.
SCRITTORI
DEL PRIMO SECOLO
TOMO SECONDO
page: [ii]
page: [iii]
Editorial Note (page ornament): Publishers' ornament depicting a hinged box with a crank, possibly representing a
hand-organ, surmounted by a banner with the motto “IL PIU BEL FIOR NE
COGLIE”.
Note: The word “SECONDO” seems to have been hand-written and pasted in to
the title page.
POETI
DEL PRIMO SECOLO
DELLA
LINGUA
ITALIANA
IN DUE VOLUMI RACCOLTI
VOLUME SECONDO
FIRENZE
NELLA TIPOGRAFIA DEL VAGLIO
1815
.
Sunt enim illi Veteres, qui ornare nondum poterant quae
dicebant,
omnes prope praeclare locuti: quorum sermone
assuefacti qui erunt, ne cupientes quidem
poterunt loqui,
nisi Latine. Neque tamen erit utendum verbis iis, quibus
jam
consuetudo nostra non utitur, nisi quando ornandi
causa parce, quod ostendam: sed
usitatis ita poterit uti,
lectissimis ut utatur, is, qui in veteribus erit scriptis
studiose et multum volutatus.
CICER. de Orat. lib. 3, cap. 10.
Added TextHG 83 175/2
Note: Inscribed at lower center.
page: 1
Note: Two slight pencil marks are inscribed horizontally beside the date.
DI MEO ABBRACCIAVACCA,
O BRACCIO VACCA DA PISTOIA.
Transcribed Note (page 1):
Anno 1250. [Valeriani and Lampredi, eds.]
-
Sovente aggio pensato di tacere,
- Mettendo in obrianza
1
- D'esto mondo parlare intendimento.
- Ma poi
2 mi torna, punge, e fa dolere
- La sovrasmisuranza
- Di quei ch'han ditto d'aver sentimento
- Dell' amoroso, dolce, e car volere
3,
- Nomandolo Signore,
- Ch' arde e consuma di gioi' la verdura
-
10Del suo fedel; servendolo soggetto,
- Sempre li dà paura,
- Vantaggio i
4 tolle ch'avemo da fera
5.
- Eo ne faccio disdetto
6,
- Se simil dissi mai cangiò carrera
7.
Transcribed Footnote (page 1):
1
Oblìo.
2
Poichè.
3
Perifrasi dell' Amore Salv.
4Cioè
li, a lui Salv.
5Cioè
gli toglie ciò, che ci
differenzia dalle bestie
Salv.
6
Disdetta, ritrattazione Salv.
7
Carriera, corso.
page: 2
- Chè non par vegna da molto savere
- Chi sente sua fallanza,
- Se non volve
1 con vero pentimento,
- Nè l' altrui
2 troppo si de' sostenere,
- Chè pare un' accordanza,
-
20Come chi dice stande
3 l' uom contento,
- Onde muove adizzato
4 lo mio core
- D' essere valitore
5,
- Se posso difendendo la drittura
6
- D' amor, che solo in gioia ave l'assetto
7,
- E di gioia si pastura,
- Non avendo già doglia, sua rivera;
- E se vo'
8 par defetto,
- Non è da amor, ma d' odio è pena intera.
- Poi conoscenza ferma lo piacere,
-
30Venendo disianza
- L' uomo s' alegge
9 adesso
10
per talento
11,
- E non è, se poi dole, in nel volere
12,
- Ma tardando li avenza
13,
Transcribed Footnote (page 2):
1
Volge, torna, ritorna Salv.
2Cioè
l' altrui fallanza Salv.
3
Stanne Salv.
4
Aizzato Salv.
5
Giovatore, aiutatore Salv.
6
Giustizia Salv.
7
Stanza, sede.
8
Vi, a voi Salv. Bisc.
9Cioè
s'elegge Salv.
10Cioè
subito.
11
Volontà Salv.
12Cioè
il dolore non era nell'
intenzione
.
13
Cresce.
page: 3
- Soffrendo disioso, lo tormento:
- Donqua n' ha torto ciascun amadore,
- Che si biasma d' Amore,
- Ch' è solo voluntate chiara e pura,
- Che nasce, immaginato lo diletto,
- Che porge la natura
-
40Della vita, montando in tal mainera
1,
- Come fa lo 'ntelletto,
- Che di gioi'
2 chere
3 sempre la
sua spera.
- Amor nell' alma credo uno podere
4,
- Che si prende d' amaza;
- Poi lo saver ne fa dimostramento
- Nelle cose partite da valere
- Over la simiglianza,
- Non dicernendo tutto il compimento;
- E se nell'acquistar vene dolore,
-
50Non sarà tal sentore
5.
- Come calore incontra la freddura,
- Così la pena l'amoroso affetto;
- Ma tanto monta e dura
- Del piacere avvisar la luce clera
6;
- Poi che v'aggia sospetto,
- L'uomo affannato segue sua lumera.
Transcribed Footnote (page 3):
1
Maniera.
2
Gioia.
3
Cerea.
4
Una faeoltà, una potenza;
facultà amatoria
Salv.
5
Sentimento.
6
Chiara Salv.
page: 4
- Dett' ho parte, com' so, del meo parere,
- Credo for
1 l'intendanza
- Deipiù, ch'han detto, ch' Amor bene ha spento.
-
60Nè questionar di ciò m' è
più 'n calere.
- Chè pesami obrianza
2,
- Poi
3 non sostene amor lo valimento
4
- Di quei ch' è 'ncontra, nè sa suo vigore.
- Perciò istà in errore,
- Biasmando a torto, non ponendo cura,
- Nè chi rincontra lui non l'ha a dispetto.
- Non de
5 voi'
6 più
rancura
7,
- Chè io nel mio cospetto
- Tegno, che solo ben sia d'Amor cura.
-
70Amor, tuo difensore
- Son stato, son; non è poco ardimento
- Ver lo forte lamento,
- Ch' è quasi fermo per la molta usanza.
- Mostra ormai tua possanza,
- Facendo tuo guerrer conoscidore
8.
Transcribed Footnote (page 4):
1Cioè
fuor dell' intenzione Salv.
2
Oblìo.
3
Poichè.
4
Valore, virtù.
5
Non ne Salv.
6
Voio, voglio.
7Cioè
non ne voglio più
pensare
Salv.
8Cioè
il tuo nemico ricredente
Salv.
page: 5
Note: Two slight pencil marks are inscribed horizontally at upper right, marking the opening of
the canzone. Vertical pencil marks are inscribed alongside the beginning of lines 1, 4, 6-7,
and 13-14.
- Madonna, vostra altera canoscenza,
- E l'onorato bene,
- Che 'n voi convene tutto in piacimento,
- Mise in voi servir sì la mia intenza
1,
- Che cura mai non tene,
- Nè pur sovvene d'altro pensamento,
- E lo talento di ciò m'è lumera.
- Così piacer mi trasse in voi, compita,
- D'ogni valor gradita,
-
10Di beltate e di gioia miradore
2,
- Dove tuttore prendendo mainera
3
- L'altre valente donne di lor vita;
- Perciò non ho partita
- Voglia da intenza
4 di star servidore.
- Viso sovente mostra cor palese
-
30D'allegrezza smirata,
- Perchè alla fiata monta in soverchianza.
- Ma quello di piacere over d'offese
- Covra
2 voglia pensata,
- Perchè doblata
3 grav' è la
certanza:
- Donqua doblanza
4 tenete in sentire.
- Perciò vo'
5 dico, Amanti: non beltate
- Solo desiderate,
- Ma donna saggia, di beltate pura,
- Nè di natura signorìa soffrire
-
40Alcun di pari pregio non stimate,
- Ma di grand' amistate,
- Che poggia d'onor, quanto china d'altura.
- Essere non porea
2: chè'l core vole
- Istar dove valor ha
- La sua dimora di gioioso stallo:
-
60E se 'l cor pago già nente
3 si dole
- Dunque 'l partire fora
- Sola mesora sovra ogn' altro fallo.
- Così intervallo non sento potesse
- Nel mio servir fedel porgere affanno,
- Nè voi alcuno inganno:
- Chè 'l gran valore prima si provede
- Che dia mercede, che poi non avesse
- Loco, nè presa, che trovasse danno;
- Chè molti falsi stanno
-
70Coverti, pronti, parlando gran fede.
Transcribed Footnote (page 7):
1
Meriterìa.
2
Porìa.
3
Niente.
page: 8
Manuscript Addition: [?] cui diu / [?] simi della pre- / [?]ng
Editorial Description: The page is trimmed so that the left margin pencil annotation by Gabriele Rossetti at
lines 8-12 is truncated at various points
- Considerando l'altera valenza
1,
- Ove piacer mi tene
- Maginando
2 beltate, e lo pensero
- Sovvemmi di speranza e di soffrenza
3
- Nelle gravose pene
- Di disianza portar più leggero
4,
- Cà
5 lo dispero
6 non
ave podere,
- Acciò ch' allo Signor di valimento
7
- Non falla vedimento
8
-
10Di provvedere li leai
9 serventi;
- Onde m'allegro, stando nei tormenti.
- Dunque allegrando selvaggia mainera
10
- Natura, per portenza
- Di figura piacente, muta loco.
- Chè intendimento in anche cosa clera
11
- Turba sentire intenza
12
Transcribed Footnote (page 8):
1
Valore, virtù.
2
Immaginando.
3
Sofferenza.
4
Leggermente, facilmente Salv.
5
Chè, perchè.
6
Disperazione Salv.
7
Valore, virtù.
8
Avvedimento.
9
Leali Salv.
10
Maniera.
11
Chiara, cioè
anche
in cosa chiara
.
12Cioè
turba il sentire nella vita
l'intenzione di ardente eo
.
page: 9
Note: Two vertical pencil marks are inscribed in the left margin bracketing lines 18-23. A
single vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 25-28.
- Nella vita d'ardente coral foco.
- Ed co 'n gioco non deggio obbriare
1
- Quella, che sormontare
-
20Mi face la natura, modo, ed uso.
- Quasi dato nascuso
2
- Sono a ubidir mia donna fina,
- Come al Leon soggetta fera inchina.
- E in dire assai fedel, mia donna, paro
3
- In core innamorato;
- Ma ciò pensando fallo esser porìa;
- Chè spesso viso dolce core amaro
- Tene, poichè provato
- Nente
4 si cela a mostrar chè disia.
-
30Però vorrìa vi fusse a piacere
- Me servendo tenere,
- Chè sì mi trovereste in cor sicuro
5
- Leal, com' oro puro;
- Chè non guardando mia poca possanza
- Mi donereste gioi' di fine amanza
6.
- Como risprende in iscura partuta
6
- Cera di foco appresa,
-
50Sì m'ha allumato vostra chiara spera
7:
- Chè prim'
8 eo 'maginasse la veduta
- Dell' amorosa intesa,
- Non era quasi punto più che fera.
- Ora che impera mevi
9 amore in core,
- Sento, ed ho valore,
- E ciò, che vaglio, tegno dall' altura
- Complita in voi figura
- D' angelica sembianza e di mercede,
- Per cui la pena gioi'
10 lo meo cor crede.
Transcribed Footnote (page 10):
1
Valore, virtù.
2
Vedo.
3
Bassezza.
4Cioè
senza pietate.
5Cioè
ogni fiata.
6
Partita, parte.
7
Raggio.
8Cioè
prima che.
9Cioè
a me Salv.
10
Gioia.
page: 11
Note: In pencil, the letters "to" and a comma have been added to the end of line 17, and an
"o" and a superscript 5 have been added to the end of line 20.
- Amor, tegnomi matto
- Assai peggio che fera :
- Conoscer tuo valor tant' ho penato.
- E via piue che matto
- Forte in vita fera
- Chi non ti segue in infertà
1 penato.
- Poi tua vertù fa dire
- S'al conto è pien dire,
- Dandoli ben un punto,
-
10Del mal non sente punto.
- Ben si de' procacciare
- Tal ben, non pro cacciare
2,
- Che di sì poco sana
- Amor non pesi sana.
- Amor ben veggo saggio
- Via pur d' esserti servo,
- Sì che in fortuna
3 tal m' hai dato
por
to,
- Là u mi salve
4 saggio
- Da perir se non servo
-
20Chi m'ha d'intendimento tal bon port
o
5
.
- Com' di dar occhi e viso,
Transcribed Footnote (page 11):
1
Infirmità Bisc.
2
Scacciare, cioè
l'utile Salv.
3
Tempesta.
4
Salvi.
5Cioè
dato.
page: 12
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines
43-44.
- Al meo piacer di viso,
- E passa in beltad' onne
1,
- E in saver tutte donne.
- Chi non crede si serra,
- Ciascun malvagio serra
- E 'l buon con vertà
2 fino
- Perchè amor tal non fino.
- Amor talent' ho magno
-
30Lo dì vedere sole
- Como di viso star' al suo calore
- Se 'n ciò vegne permagno
- Ho meo risco non sole
- Più val che francie suo calore:
- Avendo chi 'l cor porta
- E della mente porta
- Chi 'n mi dire mai parvo
- Chil san dimando parvo
- Che dir si possa contra,
-
40Cui tant' e tal bon contra
3,
- Poi gioi'
4 compita tene,
- Amor, chieggiol' a tene
5.
- Amor, mercè per Deo,
- Poi
1 son di tuo convento
2
- Di quella, per cui deo
3,
- Valer ciò gli ho convento,
-
60Poi al meo cor, ond' ogni altr' è da larga,
- E git' è 'n altra parte,
- Onde 'l meo cor non parte,
- Nè mai da lei per falla
- Tornar piacciati falla
4
- Della marina poggio
- Se viene in alto poggio,
- E se non par la gente
- Morrò doglioso gente.
Transcribed Footnote (page 13):
1
Poichè.
2
Accordo.
3
Devo.
4
Farla.
page: 14
A FRA GUITTONE
- Se 'l filosofo dice, è necessaro
- Mangiare e bere, è lussuria per certo.
- Parmi che esser possa troppo caro
- Lo corpo casto, s' el non sta 'n deserto.
- Che nostri padri santi apportaro
- Lor vita casta, como pare aperto,
- Erba prendendo e aigua, refrenaro
- Lussuria, che vi fier
1 tropp' a scoperto.
- Chè per mangiare e ber pur dilicato
-
10Nel corpo abonda molto nodrimento,
- Che per natura serve al generare.
- Vorrea saper da saggio regolato
- Como s' amorta così gran talento,
- Non astenendo il bere ed il mangiare.
Transcribed Footnote (page 14):
1
Fere Salv.
page: 15
Allo Stesso.
- Vacche nè tora
1 piò neente bado,
- Che per li tempi assai m'han corneggiato;
- Fata, nè strega non m' have allacciato,
- Ma la francesca gente non privado.
- Se dai boni bisogno mi fa rado,
- Doglio piò se ne fosse bandeggiato.
- Signor, non siate ver me corucciato,
- Chè lo core ver voi umile strado.
- Sacciate, nato fui da Strettoia;
-
10Quando dibatto piò, stringe, non muta
- La rota di fortuna mio tormento.
- Non son già mio, nè voglio mia sentuta,
- Se mi vollessarei tristo talento,
- E di quello, che vuol mia vista croia
2.
Transcribed Footnote (page 15):
1
Tori.
2
Curda Salv.
page: 16
Allo stesso.
- Doglio, languendo di greve pesanza,
- Di vostr' erranza, Messer Fra Guittone,
- Che l' oscuro parlar dite v' avanza,
- Che per certanza contr' è di ragione.
- E io vel mosterrò
1 con avaccianza
- Second' usanza del bon Salamone,
- E Petr' Alfonso ciascun ne fa stanza,
- Chèd è fallanza scura apposizione.
- E Seneca lo disse in suo dittare,
-
10Com' de' schiararsi 'l bel parlamento,
- Che 'ntendimento n'aggia tutta gente.
- Se non, potrebbe il saggio e 'l folle errare
- Al giudicare del proponimento,
- E 'l marrimento sre'
2 piue parvente.
Transcribed Footnote (page 16):
1
Mostrerò.
2
Sarebbe Salv.
page: 17
- Cogli occhi, Amor, dolci saette m'archi
1,
- Che m'han passato 'l cor: fitte le porto,
- Sì, che non le schiarvrebben
2 tutt'i
marchi
3,
- Che 'n terra son; tal gioia m'hanno porto.
- Poi
4 del tuo segno 'n tante parte ho marchi
- Non mi de' mai fallir cotal diporto,
- Che via più val ch' oro o argento a marchi
- O che 'n nave 'n fortuna prender porto.
- E chi direbbe a tei
5, donna, mai contra?
-
10Ferendo, sani l'uom ; reo, torni fino
6;
- E m' è per certo ciò, ch'ho ditto, contra.
- Perchè in servirti, donna, mai non fino;
- Cotant' è 'l ben, che d' ogni reo m' incontra
- Che in ciò mie' pari i Rei
7 non son nel
fino.
Transcribed Note (page 17):
1
Mi lanei coll' arco Bisc.
2
Schiaverebbono.
3
Martelli, dal Latino barbaro
marculi Salv.
4
Poichè.
5
A te Salv. Bisc.
6
Perfetto.
7
Re Bisc.
page: 18
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the left margin mark line 1.
Impresso nelle Note del Ditirambo del Redi.
- Per lunga dimoranza,
- Ch'ho fatta in gran tormento,
- Ho cangiata natura,
- Ch'ho, piangendo, allegranza,
- E, ridendo, noi'
1sento,
- Ogni gioi' m' è rancura.
- D'aver ben ho pesanza,
- E del mal mi contento;
- Parmi 'l dì notte scura;
-
10Degli amici ho dottanza;
- Coi nimici ho abento
2;
- Per lo cald' ho freddura.
- Di quel, ch'altri è sicuro, son temente;
- Per gran doglienza canto;
- Lo solaccio m'attrista;
- Credo aver ben per male.
- Ciò, ch'ho ditto, m'avven certanamente:
- Ma anch' ho senno tanto,
- Che, secondo mia vista,
-
20Mal si vola senz' ale.
Transcribed Footnote (page 18):
1
Noia Salv. Bisc.
2
Pace.
page: 19
Note: The title has been vigorously crossed out in pencil.
DI MEO ABBRACCIAVACCA
AMANTE E MADONNA
-
A. Madonna, eo dotto
1
M
. di che hai dottanza?
-
A. Non mi cangiate.
M. di
ciò non temere.
-
A. Non m'assicuro.
M. e pur hai
dubitanza?
-
A. E gran temenza.
M. non hai bon
savere.
-
A. Com' m' accertate?
M. ch' aggi persevranza.
-
A. In che, Madonna?
M. nello bon
servere.
-
A. E s'eo ben servo?
M. arai
riposanza.
-
A. Farlo potete.
M. i' n' aggio lo
volere.
-
A. S'eo ben credesse d'aver lo meo core,
-
10Sì giocrea
2.
M. uom
par
3 di poco affare.
-
A. La tema, ch'ho di voi, parer vel face.
- Onde si move da uno sguardo amore?
-
M. Ch' i' altrui feci.
A. e audivil
nomare.
-
M. Non dottar; chè ver te non son
fallace.
Transcribed Footnote (page 19):
1
Io temo Salv.
2
Gioirìa.
3
Pari, sembri.
page: 20
Note: “A Dotto Reali da Lucca” is inscribed at the head of the sonnet.
- A scuro loco conven lume clero
1,
- E saver vero nel sentir dubbioso
2,
- Perciò ch' uomo si guardi dall' ostiero
3,
- Ch' è tutto fero dolor periglioso.
- Donqua chi non per se vede lumero
4
- Veneli chero
5 far al poderoso
6:
- Onde dimando a voi, che siete spero
7
- Palese, altero d' ogni tenebroso.
- Io son pensoso, e dico: l' alma vene
-
10Dal sommo bene; donqua ven compita.
- Chi mai fallita può far sua natura?
- S' è per fattura del vasel
8, che tene;
- Perchè poi pene pate, ed è schernita,
- Da che sua vita posa in altrui cura?
Transcribed Footnote (page 20):
1
Chiaro Salv. Bisc.
2
Ne' sentirmenti dubbj Bisc.
3
Straniero Salv.
4
Lume Salv.
5
Far chero, far ricerca, richiesta Bisc.
6
A chi può Bisc.
7
Specchio Salv. Bisc.
8
Vasello, vaso, il corpo Salv.
page: 21
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin marks line 10.
Impresso ne' Commentarj della Volgar Poesia
del Crescimbeni.
POETA E AMORE
.
-
P. Amore amaro, a morte m' hai feruto:
- Tuo servo son, non ti fia onor s' i pero.
-
A. Ver è; ma vedi ben che l'ha voluto
- Quella, da cui son nato, e per cui fero.
- Or ell' ha di valor pregio compiuto,
- E di beltà sovr' ogni viso clero;
- E poi guarda non gli aggi falluto
- Di vista, o di parlare, o di pensero.
-
P. Mercede, Amor: non dir, tu lei m'hai dato.
-
10E sai più di me, che non sacci' eo
- Falli
1 sentir per certo ciò ch'eo
sento.
- Forse ch'avrà pietà dello mio stato,
- Al colpo periglioso del cor meo
- Daràli
2 cura, già
3 non vi sie
4 lento.
Transcribed Note (page 21):
1
Falle, fa a lei Salv.
2
Daraili, cioè
le
darai
.
3Cioè
purchè Bisc.
4
Sii.
page: 22
Risposta al Sonetto, che segue, di Monte
Andrea da Firenze.
- Vita noiosa pena soffrir lane
1
- Dove si spera fine veder porte
2
- Di gioia porto posandovi lane
- Con bono tempo fora tale porte.
- Ma pena grave perder coi e lane
- E credenza più doglia fine porte,
- D'ogni ramo di male parmi lane
- Me non sopporre ma ben vorria porte.
- Chi sta nel monte reo vada nel vallo
3
-
10E chi nel vallo simil
4 poggi a monte,
- Tanto che trovi loco meno reo.
- Che bono non è che dir possa e vallo,
- Ch' i' sento loco fermo, ch' aggio monte
- Cavalieri, Baron, Conte, nè Reo
5.
Transcribed Note (page 22):
1Cioè
là.
2Cioè
porto, dato.
3Cioè
nella valle Salv. Bisc.
4
Similmente Bisc.
5Cioè
Re Bisc.
page: 23
DI MONTE ANDREA DA FIRENZE
A MEO ABBRACCIAVACCA.
Transcribed Note (page 23):
Anno 1250.
- Languisce lo meo spirto sera e mane,
- Condizion pensando mia forte,
- Presente pena disperato m'hane,
- È fuor speranza troppo vita forte
1
- Onde m' arrendo, Amico, in le tue mane,
- Chè mai consiglio aver non credo forte;
- Talento e senno e conoscenza mane
2,
- Ch'uom non t'appara, tra que'
3 amon
4 forte
- Però non vuo', a te ricorro, a fallo
-
10Sia; per te
5 conforto vegno, Meo;
- Chè, cui mister
6 ha aigua, corra al
fonte.
- Che se per tua amistade mi fa fallo
7
- Dell' immaginativa, quale fonte:
- Tanto mess' abbo nel tuo cor lo meo.
Transcribed Note (page 23):
1
Dura, aspra, amara Salv.
2
Sta, dimora.
3Cioè
tra que' che.
4
Amano.
5Cioè
a te, vegno a te per conforto.
6Cioè
chi ha mestieri.
7Cioè
m'inganna di ciò ch' ho
immaginato
.
page: 24
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 1-3 and 19-22
Manuscript Addition:
lo CO
Editorial Description: Inscribed at lower left
Manuscript Addition: Fenise
Editorial Description: Left margin of line 14
- Ahi! Deo
1 mercè: che fia di me, Amore?
- Chè io non posso viver, nè morire,
- E tornami in affanno il ben servire,
- E son lontan di tutto mio diletto,
- E emmi ascoso l'amoroso valore,
- E par ch'io peni: tanto sto in languire,
- A nulla gioia non posso avvenire,
- Ah! sofferendo pene, son distretto.
- Di te medesmo, Amore, mi richiamo;
-
10Che se io ben amo,
- E forzo in ciò tutta la mia possanza,
- Vagliami pietanza
2,
- Ch' i' non prendo difesa:
- Ma ben vorrea contrafar la Fenice,
- E seguir sua natura,
- Chè Amore mi smisura
3;
- Cà
4, non facendo offesa,
- Di tutte pene messo m'ha radice.
- Amor m'ha e tenemi in prigione
-
20Ed ammi di tal catena legato,
- Ched eo per me non posso essere aitato:
- Tant' aggio in loco mia vita dogliosa;
Transcribed Footnote (page 24):
1
Dio.
2
Pietà.
3
M' oltraggia, mi soperchia, eccede i termini
Salv.
4
Chè.
page: 25
Note: A horizontal pencil mark inscribed in the left margin brackets line 29. A vertical
pencil line inscribed in the left margin brackets lines 37-38.
- E lo mio cor tempesta ogni stagione:
- In sì fera fortuna è apportato,
- E per forza d'amore sormontato
- In disìo; onde mai non prende posa.
- E ancora in piacere, che 'n me apporta,
- Lo quale mevi porta
- Dello 'ncarnato amore valoroso,
-
30Ond' ho lo cor pensoso,
- Nè da ciò non si parte.
- Hammi sì preso, che fo come 'l Cervo,
- Che ver lo cacciatore,
- Quand' ode suo romore,
- A lui va in quella parte,
- Ond' egli ha morte; ed io cotal via servo
1.
- Ma tanto, Amor, la mia vita è più grave,
- Ch' aggio ognor morte, e mantegno vita,
- E del veder non so la mia finita
2.
-
40Così Amor condott'hammi a reo passo,
- Ed in mar tempestoso messo m'ave,
- Che trammi a se, com' ferro calamita;
- Onde la gioi'
3 d'amor m'ho sì smarrita.
- Ma lo tormento n'ho là unque passo.
- Mercede, Amore, in tanto penando
- Che eo non pera amando
- Ch' a periglioso loco m'hai condutto,
- Chè nè fiore, nè frutto
Transcribed Footnote (page 25):
1
Osservo Salv.
2
Fine.
3
Gioia.
page: 26
Note: A vertical pencil mark is inscribed alongside the beginning of lines 66-72.
Manuscript Addition: La mia vita è / lo CO
Editorial Description: Inscribed in the left margin alongside line 66
- Per me non par, nè foglia;
-
50Ma sto in disparte da lucente spera,
- E pur soffrango
1 in pene.
- Dell' amoroso bene
- Amor tutto mi spoglia;
- Di for nè dentro non par
2 sì
mi fera.
- Sì m' ha' feruto, Amore, e conquiso,
- Ch' appoco appoco consumar mi veggio,
- E non mi vale poi mercè che cheggio.
- Più d' altro amante faimi doloroso.
- Volesse Iddio, ch' io fusse innanzi ucciso,
-
60Che non terrìa che mi fusse peggio,
- Poichè conosco che pur morir deggio,
- Nè del partire non son poderoso.
- Dunque, Amore, se' per me spietato,
- Poi
3 sì m' hai locato,
- Che ciascun' ora mi manteni in foco.
- La mia vita è loco
4
- Senza nullo diporto.
- E del gravoso mal d'amore ho 'l manto,
- E s' i' l mostrasse in vista
-
70Sarea
5 già ben sì trista:
- Cuseremmi
6 ogn'uom morto;
- Per miracol serei guardato intanto.
Transcribed Footnote (page 26):
1
Soffro, dal Provenzale
sofraing Salv.
2Cioè
non par che Salv.
3
Poichè.
4
Quivi.
5
Sarìa.
6
Mi accuserebbe cioè
per morto Salv.
page: 27
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 76-77 and 81-90.
- Da poi t' aggrada, Amor, pur darmi affanno,
- Or d' esti mali, ch' i' soffero tanti,
- Innant' io pera
1 li mostra davanti
- Ver di quelli, che son fermi d'amare.
- Chè allor per fermo lo mio detto avranno,
- E non mi credo fossen mai avanti
- Sì siano feri ver delli sembianti
-
80Vorrà ciascuno l' amore obbriare.
- Ma or ti movi, mia Canzon novella,
- E va, e sì t' appella
- Infra li boni amanti, e loro conta
- Le pene, che 'n me monta
- Per l' amor ciascun' ora.
- Ma dì, non mettan l' amore in obbrìa,
- Peroch' a signoraggio
- Me e lo mio cor aggio.
- Così ne fuss' io fuora:
-
90Cotant' è perigliosa signorìa.
Transcribed Footnote (page 27):
- 1
Innanzi ch' io pera Salv.
page: 28
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 15-23
Manuscript Addition:
lo
CO
Editorial Description: Inscribed in the left margin alongside line 12
- Ahi! misero taupino
1, ora scoperchio,
- E voi'
2 cernir la fine e 'l mezzo e 'l capo
- Delli viziosi mali ove li sapo
3,
- Che non stia più in error la gente manea:
- Per ragione dirò, non di soperchio,
- Per difension qual vuol prenda lo scudo,
- Troverà 'l corpo mio ognora ignundo,
- Sì come gente in battaglia istanca.
- Ciò comanda ragione, e Dio nol nega.
-
10Chi prende 'l torto, dura alquanto tempo,
- Ma alfin tardi o per tempo
- È sì palese, che già non ha loco;
- Venesi consumando appoco appoco.
- Così ogni cosa pur nel fine piega.
- Gente d'errore, com' alcuno lauda
- Lo vizioso amor; così nol chiamo.
- Morte l' appello, che 'l diritto ramo,
- E ancor peggio, se peggio si trova.
- Or odi lo principio come frauda
-
20Brame e disii con vita sì agra.
- Quando avere credi, allor più magra
- Trovi tua opra: quest' è prima pruova.
- Poi nel mezzo tutto 'l mal raddoppia,
Transcribed Footnote (page 28):
1
Tapino.
2
Vo', voglio Salv.
3
So.
page: 29
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 24-46.
Manuscript Addition: [lo] CO
Editorial Description: Inscribed in the left margin alongside line 46
- Quando la detta morte qui ti trappa
- Prendi un disio poi sì ti trappa,
- Di razional vertù fatti mendico;
- Chè Dio ti spiace e ogn' altro amico,
- Tutti i rei vizj porti teco 'n coppia.
- Amor adduce il mezzo e il principio
1
-
30D' ubidire e servire senza infinta,
- Ch' ogni onoranza è per loro spinta
2,
- Lo disnore, quanto ciascun può, scopre
- E pur conven, che sia fedel, s' è pio,
- De' più mortai nemici, che l' uom abbia.
- Ond' è crudel pregion più che di gabbia,
- A cui conven in ciò seguir sue opre.
- Maggiore inganno in ciò ve ne mostro,
- Che sì preso ciascun non li par orbo;
- Men cura lo disnor, che non fa 'l corbo.
-
40Oimè! lasso, com' è la vita morte
- A chi condutt' è a sì grave sorte,
- Che d' ogni ben ne voita
3 il corpo nostro.
- Or pognam ciò ch' i' ho detto, si dorma
- Catun capitol fusse sovra bene
- La fine, ove ti conduce, sostene
- In loco o'
4 ti fa parer lo ciel tegghia,
- E di tal tonica ti cuopre la forma
- Nominanza
5, disnor ognor ti cresce,
Transcribed Footnote (page 29):
1Per
principio.
2Cioè
spenta.
3
Vota.
4
Ove.
5
Fama.
page: 30
Note: Dashes inscribed in the left margin mark lines 59, 60, 61, and 62. A vertical
pencil line inscribed in the left margin brackets lines 63-70.
- E qual cosa, Signor, più n' assagliesce
1.
-
50Viver orrato l' uom che dorme e vegghia.
- Orranza aver non può chi n' ha pur l' ombra,
- E se gioia vuol dire alcuno ei porge,
- Quell' è un punto, ove ti guida e scorge.
- Tanto, la donna di se non dà od ama,
- Chè 'l cor in quell' or più non disii e brama.
- Com' più prendi, più quel voler t' ingombra.
- Due cose di vertù dell' uom son specchio:
- La bona nominanza è la prima;
- Libertà è capo, e mezzo e cima
-
60Di tutto ciò che vuol pregia e comanda.
- Chi qui non sì manten, giovane e vecchio,
- Riputare sì può per corpo morto.
- Amor, cui dico morte, a questo porto,
- A cui ha preso, in tutto for nel manda.
- Così per ragion temporal vedete
- Ch' ogni sommato bene Amor distrugge
- Per la divina tanto l' uom non fugge
- Che alla fine l' arma
2 non percuota
- In ninferno; qui n' è grav' ella e vota,
-
70Sempre mai sofferendo fame e sete.
- Qual vuole dir, ch' Amore li ten pro,
- Può star nel mondo d' una parte solo,
- E senza l' ale prender puote volo,
- Se stato fusse figura 'ncarnata,
Transcribed Footnote (page 30):
1
Assalisce.
2
Alma, anima Salv. Bisc.
page: 31
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 77-82.
- Un' or' nel mondo non sarebbe stata,
- Ma sì distrutta non de
1 seria
assempro.
- Che fate, folli, voi, che date lodo
2
- A cosa, ch' ogni lume all' alma spegna
- E 'l corpo uccide, delle cose degna?
-
80Saver nè forza giammai non racquista
- Ciò, che si perde per la morte trista,
- E quest' è ito di quanto tempo i' odo.
- Ahi! lasso doloroso, più non posso
- Celar nè covrire 'l mortal dolore,
- Li affanni, li penser, ch' hanno colore
- Di lor vertù m' è data
3 in
ciascun membro.
- L' alma e lo core n' è compreso e mosso,
- Solo un punto non posso me ritrarne;
- Tant' el soverchio convene mostrarne
- In mia Canzon, poi
4 non son ciò ch' eo
sembro.
- Isvariato son d' ogn' altro corpo,
-
10For di natura son d' ogni animale;
- E solo Amore m' ha condutto a tale,
- Che in sua propria natura tuttor resta
- Il mio affetto, ed hammi dato vesta
- Di se; vedete ormai chent' esser pò.
Transcribed Footnote (page 31):
1
Non ne.
2
Lode.
3Cioè
che m' è data.
4
Poichè.
page: 32
Note: Two vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 29-31, 37-38.
Single vertical pencil lines inscribed in the left margin brackets lines 26-28 and 32-36.
- Poi sì compreso m' ha, che me non lasce;
- Ov' onor tutto vale, mi disvaro;
- Se ben disìo alcuno, ho lo contraro:
- Lo voler, ove l' aggio, fior non cape.
- Chi dir volesse amor, di che ti pasce?
-
20Rispondo, di dolore, di martiri,
- D' affanno, di penseri, e di sospiri.
- Tenemi in foco con ardente vape
1
- Malanconìa, ira, con tutti i guai,
- E tempesta un ora non mi lascia:
- Di cotai gioie Amor tutto mi fascia
- Sì che mi fa parer la vita morte
- E amo peggio: sì tormento forte,
- Creder mi fa non aver fine mai.
- Chi vuole dir; ch non ti parti folle?
-
30Non ho poder; chè Amor mi ten riposto,
- E 'n fera signorìa m' ave posto,
- Sì che assai peggio son certo che guasto.
- Arditanza, balìa tutta mi tolle
- La signorìa, che per forza seguisco
2.
- Ma sai che fo? di pianto mi nodrisco,
- Ch' altro argomento non m' avrèa
3 basto
4.
- Più ch' io non dico, son certo a mal passo!
- Obbedire e seguir tal mi convene,
- Che sì tuttor mi tene in forte pene,
Transcribed Footnote (page 32):
1Cioè
vampe Bisc.
2
Seguo.
3
Avrìa.
4
Bastato Bisc.
page: 33
Note: A single vertical line runs the length of the verse, with extra vertical
lines added for emphasis at lines 40-42, 43-48, 52-55, and 57-60.
-
40Che tutta gente par mi mostri a dito.
- Sì son disonorato ed aunito
1
- Per te, Amor, sì m' hai condotto, lasso!
- Conosco bene il rio passo, ove sono;
- Ma, sì come io dett' aggio di sopra,
- Non ho podere in me, forza, nè opra,
- Ch' io possa mantener mia vita larga.
- Però fa mal di ciò chi porta sono
2
- In mio dispregio, poi
3 non sanno 'l mal ch' aggio.
- Ma sai che pagamento eo ne torraggio
4?
-
50Seguerò lo proverbio, che è da Barga,
- Chè già non posso contradiar null' uomo.
- Ma chi savesse com' io son condotto,
- Contra di me non parlerebbe motto,
- Non mi serebbe sì crudel nemico;
- Chè delle cento parti una non dico
- Dei dolorosi mali, ove consomo.
- Chi nuocere vuol meve
5, n' ha gran campo,
- Poi
6 tutte degnità per me son vote.
- Facciami male ciascun, quanto puote,
-
60Chè Amor vuol sia d' ogni tormento tomba:
- In tal sentenzia son; mai non de
7 campo.
- Di sì mortale guisa Amor m' ha colmo,
Transcribed Footnote (page 33):
1Cioè
Onito, vituperato Salv.
Bisc.
2
Suono, grido, romore.
3
Poichè.
4
Torrò.
5Cioè
me, a me.
6
Poichè.
7
Non ne.
page: 34
Note: A single vertical line runs the length of the verse, with extra vertical
lines added for emphasis at lines 66-70, 71-73, and 80-82.
- Che già trabocco, che ne ven lo scolmo;
- In tutte parte già lo suon rimbomba,
- Poi d' esta morte faccio come 'l nibbia
1.
- Però chi mi riprende, fa mal troppo,
- Se contr' Amore non vale rintoppo,
- Che cui istringe, com' più si contende,
- Sotto di se più lega e lo prende,
-
70E 'l doglioso manto addosso gli affibbia.
- Meo lamento, movi; e sai cui parla?
- Ai noisi riprenditori a torto.
- Dì, che nave, talora giunta a porta,
- Di gran tempesta pere, e va a fondo.
- Così d' amor porìano aver lo pondo;
- Non pecchin più di tal sentenzia darla.
- Però tema ciascun, ch' Amor non leghi;
- Delli suoi pigli alquanto fovi
2 cerna
- Nel passo, ove conduce cui governa.
-
80Ma s' io dicesse ciò ch' a mei ne serbo
- Già non serèa null' uom ver me sì
acerbo,
- Nol
3 movesse pietà a far di me
preghi.
Transcribed Footnote (page 34):
1
Nibbio.
2Cioè
vi fo, fo a voi cerna.
3Cioè
che nol.
page: 35
Note: A pencil cross, enclosed within parentheses, is faintly visible in the left margin
alongside the opening of the poem. Two vertical lines inscribed in pencil in the left margin
bracket lines 14-15.
- Tan'
1 m' abbonda materia di soverchio,
- Tanto costringe cor la lingua e bocca
- Di dire ancora ciò che sente e tocca,
- Celar non posso ci' io lo cor non segua.
- La maraviglia è pur, che lo coperchio,
- E lo vasello, ove il cor dimora
2,
- Non è spezzato: tanto isbatte ognora
- Per i colpi mortai, che no i
3 dan triegua.
- Se nel meo dire a dismisura verso,
-
10A ciò ch' eo sento non de' parer diverso
4.
- Fo com' aigua
5 che ven potente e larga;
- Conven per forza che si mostri e sparga.
- Contradiar non la pote nulla cosa.
- E s' eo per molti ripreso ne sono,
- Non voi'
6 nè cheo
7,
nè domando perdono
- Ma prego cui li piace faccia menda,
- Se ho ragion, se vuole mi difenda,
- Ch' eo pura dirò, poi
8 il cor non mi
dà posa.
Transcribed Footnote (page 35):
1
Tanto Salv.
2
Il pericordio Salv.
3
Non gli Bisc.
4
Strano, stravagante.
5
Acqua.
6
Vo', voglio.
7
Chieggio Bisc.
8
Poichè.
page: 36
- Ora vo', dico, dicernir lo vero,
-
20Como tesoro è dell' uomo corona,
- E com' per lui ciascun si paragona,
- In vizio ed in virtù como proceda.
- Qual uom è di ricorre ben altero
- Trovasi amici, parenti serviziali
- A suo piacere, sono tali e quali
- Quanto ne sia voler pur ched ei cheda
1.
- Sed ei non ha avarizia e misertà
2
- Onor lo guida e di se libertà,
- Nominanza bona di lui fa frutto,
-
30Se vuol del pregio è Signore in tutto,
- Reggendo se con senno e con misura.
- Questa sentenza è del tutto nostra,
- Che tesoro è dell' uomo dritta mostra,
- Ed ancor più ch' assai vizii ricopre:
- Quante in uom sono vertudiose opre
- Hanno riccor, finchè riccor li dura.
- Questo per fermo per tutti si sappia
- Che nel mondo ha un solo mortal colpo.
- E altro che 'l contrar guerir nol pò,
- E le più volte bontà l' appalesa,
- Quale cui povertà bene calappia,
- Che qual farà di cotal colpo lievo
- Dico che fia per lui tardi rilievo,
- Quest' è sentenza da non pater
2 contesa;
-
80Chè tal colpo sì il cuor dell' uomo squarta.
- Che 'l suo lavoro è sempre pur in darno,
- Come mulin che ne va giù per Arno,
- Vogliono i più che pur dia nella pila
- Sua povertà, riccore fa soccorso
- Diece milia per uno in questo corso
- Cui povertà ha ben del tutto in volta
- Non può mai di riccore fare accolta.
- Così li più sotterra ed avvila
3.
- Può esser povertade dei suoi dardi,
-
90Come lo foco quando bene avampa,
- Così lo spegne, che fior non li campa,
- Di vertudiosi beni ov' e' s' appaghi.
- Qual più vuol, corra, che non giunga tardi
Transcribed Footnote (page 38):
1
Pensi, da divisare Bisc.
2
Patire.
3
Avvilisce.
page: 39
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 107-108, 115-116, and
117-118.
- Nel soccorso, se povertà l' ha 'n grembo,
- E dico più, di cui ha solo il lembo,
- For è di se, e dei diletti vaghi.
- Ben sa ciascuno laddove s'intriga
- In dello mondo guerra, lite, e briga
- Solo per fare di tesoro acquisto.
-
100Chi n' è perdente, più non può esser
tristo;
- Ch' il precede d'onor, di pregio ha' l manto
- Il qual savio, largo, di bontà compiuto,
- Se ha podere, dico ch' è temuto,
- Chi bestia, chi sgraziato, chi cattiv' è,
- Chi sciocco, chi inodiato sempre vive,
- Chi abbassa d' aver secondo il quanto.
- Più ched eo non diviso, so, ch' alluma
- Tutte e quante e quai vertute i' nomo
- Sono grandire, delle quali è nomo
1
-
110Cui povertade dire bene ingombra.
- Così nel tutto spegne e consuma
- Chente e quanto e quale valor pò
- Essere degno a far vivo corpo,
- Avendo solo di povertà l' ombra.
- Or vedete come l' uomo governa,
- Di vizio, e di vertute faccio cerna
2
- Con ornamento di ciò, ch' onor vole,
- A tutte cose da colore e tole
3
Transcribed Footnote (page 39):
1
Nome.
2Cioè
sceglimento Bisc.
3
Tolle, toglie.
page: 40
- Secondo che richiede e vuol lo mondo,
-
120Ch' ella o'
1 virtù di ricchezza
è posta,
- E poi vedete come contrar costa,
- Ed in che stato ventura lo 'nforma
- Che in ciascun caso secondo l' orma,
- Dico tesoro il pone alto e a fondo.
- Chi è di povertà nel tutto magro,
- So ch' aspro li parrà 'l meo dire ed agro.
- Faccia, chi vuol, chi di tesoro gran raspo,
- E come chi gran peso colla
2 d' aspo
- Che sua è la fatica di chi' l colle
3;
-
130E poichè 'l peso è ben collato ad alto
- Dico, non punto fa di sottil salto,
- Se 'l tenitor per sua difalta il lascia;
- Miri ciascun che 'n dei soverchi islascia
- Ove conduce cui povertà tolle.
- Molti disavventura sì tempesta
- Quanta 'n vita con lor povertà resta.
- Cotal vita crudel morte la tegno.
- Ma quell' è vita, ove non ha ritegno
- Chi 'n povertà vien di riccor ch' ha 'n prima.
-
140Ora s' alcun la mia canzon corregge,
- Dall' una parte la divina legge
- Ponga, però che in essa non parlo.
- Che se ciò fosse, porea
4 'l meo detto
isfarlo:
- Secondo il corso del mondo ho messo in rima.
Transcribed Footnote (page 40):
1
Ove.
2
Cala da
collare Bisc.
3
Colla Salv. Bisc.
4
Porìa.
page: 41
- Quale metallo a paragon
1 si frega,
- Sua proprietate lo cernisce puro;
- Così son di te, mia Canzon, sicuro,
- Che ne sia fatto dritto e puro saggio,
- Poichè a Palamidesse fai viaggio,
-
150Sol a suo paragon ti saggi, il prega.
Transcribed Note (page 41):
1Cioè
alla pietra di paragone
Salv.
page: 42
Impresso nelle Rime Antiche, sotto il nome
di Dante Alighieri.
- O Madre di virtute, luce eterna,
- Che partoriste quel frutto benegno,
- Che l' aspra morte sostenne sul legno,
- Per scampar noi dall' oscura caverna.
- Tu del Ciel Donna e del mondo superna,
- Deh prega dunque il tuo figlinol ben degno,
- Che mi conduca al suo celeste regno,
- Per quel valor, che sempre ci governa.
- Tu sai, che 'n te fu sempre la mia spene,
-
10Tu sai, che 'n te fu sempre il mio diporto:
- Or mi soccorri, o infinito bene.
- Or mi soccorri, ch' io son giunto al porto,
- Il qual passar per forza mi conviene;
- Deh non mi abbandonar, sommo e onforto
- Che se mai feci al mondo alcun delito,
- L' alma ne piange, e 'l cor ne vien contrito.
page: 43
- Siccome ciascun uom può sua figura
- Veder, la quale nello specchio smira
1
- Similmente vorrìa, che per natura
- D' ogni uom là ove sua opera tira.
- O 'n bene o 'n male si cernesse pura,
- Guardando 'n viso, poi sarea
2 for d' ira
- Chè chi riprende falso a dismisura,
- Essendo ciò, tosto se ne partira
3:
- Da che 'l contraro pur nel secol dura
-
10Vada 'n profondo quant' al mondo gira.
- Ched' io non ci conosco più rimedio,
- Poi ch' astio e 'nvidia, ed orgoglio, e male,
- Chi più v' affina, quelli è in maggior sedio
4,
- Montar si crede in signorìa reale;
- Così foss' oggi ciò ched io naredio
- E 'l ciel tenesse la via altrettale.
Transcribed Footnote (page 43):
1
Sguarda Salv.
2
Sarìa.
3
Partirìa Salv.
4
Seggio, sede.
page: 44
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the left margin mark the opening of
the sonnet.
DI CHIARO DAVANZATI
DA FIORENZA.
Risposta al precedente Sonetto.
Transcribed Note (page 44):
Anno 1250.
- Come 'l fantin
1, che nello speglio mira,
- E vede a proprietà la sua figura;
- Sì gli abbelisce
2, di presente gira
- Parte per quel veder da se rancura.
- Vuole pigliare per traiersi
3 d' ira,
- Non val neente
4 a contastar paura.
- Prende lo speglio, e frangelo per ira,
- Allora addoppia più danno e arsura.
- E ciò diven chè 'l concedette Dio,
-
10E rende tutte cose in temporale
5,
- E noi da lui le possediamo in fio
6.
- Dunque chi vuole contra ad animale
- Che fu, ed è, e fia como di rio
- Sarà biasmato, rimprocciando 'l male.
Transcribed Footnote (page 44):
1
Fanciullo.
2
Piace.
3
Traggersi, trarsi.
4
Niente.
5
In tempo Salv.
6
In feudo Salv. Bisc.
page: 45
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the canzone.
- A San Giovanni a Monte, mia Canzone,
- Ten va immantenente, e non far resto
1.
- Dì, ch' io gli appianto e 'nnesto,
- Al suo stato conforto, mio sermone,
- Se 'n udienza d' intender è desto.
- Lo savio il dice, ed è ver paragone,
- Uomo in sua operazione
- Membrar lo campo come sia presto,
- Che mal per mal no
2 allega, chè maggiore
-
10Alluma
3 foco e ardore
- E per sovrabbondanza trasnatura.
- Senno e misura reo face piggiore.
- Ma chi nel mal conforta sua statura
4
- Aldo
5, che men li dura,
- Che sofferire al mondo uomo riccore
6
- Conoscidore no
7 è senza rancura
8.
- Dí tre ricchezze intende l' uom compiute,
- Chi le possede interamente ed ave
Transcribed Footnote (page 45):
1
Fermata Salv.
2
Non.
3
Accende Salv.
4
Stato.
5
Odo Salv.
6
Ricchezza.
7
Non.
8
Senza pensiero Salv.
page: 46
- Non li deve esser grave
-
20Non più aver, che le due son salute.
- Gioventù a sanitate è porto e nave:
- Libertà, di ciascuno è il valuto
1.
- Non fu uomo veduto
- Potesse comprar l' una per ciò ch' ave;
- Donque li conta che le dui possiede,
- Perchè povertà crede,
- Se libertà per sua viltà li manea,
- Ch' a ciò lo franca se davante vede
- Che li ali d' or valesse non istanca
-
30Nel mal poggiar la branca,
- E nello bene ave speranza e fede
- Chi ben provede, di bruna fa bianca.
- Isvegli lo gentil ben costumato
2,
- Vogliasi non gittare intra li lassi;
- Spalmi
3 sua vita, e passi;
- Lo ben ch' ha avuto pensi aver sognato;
- Metta speranza com' più non abbassi:
- Chè ignudo fu primieramente nato.
- Per cui son allevato?
-
40Per lo potente Dio, cui già non lassi
- In costui mercè sempre cherere
4.
- Fermi speranza avere
Transcribed Footnote (page 46):
1
Valsente Salv.
2
Costume.
3
Come nave.
4
Chiedere.
page: 47
- Ch' appresso il mal sia lo ben venente;
- Allegramente isforzi di valere:
- Chè nulla cosa ci è compiutamente
- A sto
1 mondo vivente:
- Chè l' alto abbassa, e veggiolo cadere;
- E lo poco valere, e far potente.
- Pens' alli dì, non alletti doglienza,
-
50Che tanto lungiamente
2 l' ha chiamata,
- Chè la s' ha avvicinata:
- Donque li porta Dio benevoglienza.
- Or chiami vita e gioia megliorata,
- E benenanza
3 metta in sua intenza.
- Forse per sua cherenza
4
- Si fie, come doglia, presentata
- Non più villano a se, ch' è suto
5 altrui.
- Di Dio lo cor sia lui:
- Pigli d' Adamo esempro
6 e d' Eva, e miri;
-
60Di gran martiri in gioi'
7 fur trambindui
8
- Mettendo in ammendar solo desiri,
- Obbriando
9 sospiri:
- Chè Dio l' ave promesso ad ogni e cui;
- Nè son, nè fui giammai senza consiri.
Transcribed Footnote (page 47):
1
Esto, questo.
2
Lungamente.
3
Beninanza, benignità.
4
Richiesta.
5
Stato.
6
Esempio.
7
Gioia.
8
Ambedue.
9
Obbliando.
page: 48
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 69-80, and 81-85.
- Metr' uomo è vivo non si de' insperare,
- Chè un bono giorno mille mai
1 ristora.
- Uno reo giorno ed ora
- Lontana tolle gioia, e allegr' a' re.
- Chè eo lo credo, e visto l' ho prusora
2,
-
70Una candela morta rivivare
- Per poco dimenare,
- E 'l malato sanar sì che non plora:
- Chè 'l mondo d' una rota ha simiglianza,
- Che voglie
3 per usanza,
- Che 'l basso monta, e l' alto cade giuso;
- E per lungh' uso non ave maneanza.
- E tal si sfata, e cred' esser confuso,
- Che di gioi' vene suso.
- Dunque nullo si getti in disperanza,
-
80Chè sempre avanza chi d' essa fa scuso
4.
- Or peni chi giammai fu vigoroso,
- E non sia nighettoso;
- Chè franco cor puote acquistar tesoro,
- Che non puot' oro far lui vigoroso.
- Però non dee far l' uom troppo dimoro
5
- In malo sta 'l laboro
6,
- Chè quelli è dello pregio disioso,
- Che 'l si fa sposo, e non dice io doloro.
Transcribed Footnote (page 48):
1
Mali.
2
Plusora, più ora, più
volte
Bisc.
3
Volge, gira Salv. Bisc.
4
Sensa.
5
Dimora.
6
Fatica.
page: 49
DI DOTTO REALI DA LUCCA
Transcribed Note (page 49):
Anno 1250.
- Di ciò, che 'l meo cor sente,
- In ver neente
1 taccio.
- S' acciò però fo laccio
- Per prendere Amore,
- Vero è, non disdico,
- S' eo dico vento spento,
- Contra talento sento
- Sì alto valore.
- Provo novo trovare
2;
-
10Parlar d' Amor mi face
- Amore verace.
- Aggio saggio veduto
- Compiuto, che muto non tace
- Nè per natura ha pace.
- Però di dir non lasso,
- Nè passo ditto diritto,
- In ch' io son fitto gitto
- Mio greve pensero.
- Ch' a quei che più par gioia
-
20M' è 'n noia; poco foco
- In loco par gioco,
- Crescendo par fero.
- Quale male, se usanza
Transcribed Footnote (page 49):
-
1
Niente.
-
2
Poetare Salv.
page: 50
- L' avanza, bassanza può avere
- Se non per astenere?
- Tempo ben può fuggire,
- Soffrire d' audire
- Di ciascun, ch' ha savere.
- Chè ciascuna vertude
-
30Conclude fede; crede
- Uomo che vede; chiede,
- Chè ciò, che vuol, tene.
- Non che fe' per credenza
- Se 'ntenza spera vera,
- Che luce intera clera
1,
- Per cui vita vene
- Morte forte disdegna
- Spegna non segna fallire
- Ma da fallo fuggire
-
40Arte parte per pianto
- Di tanto o quanto ben dire
- Si può senza finire.
- O quante pene passa
- Chi lassa voglia, doglia
- Da se dispoglia scoglia,
- Come fa lo serpente.
- Seguirla non è vita
- Nodrita, ch' ira tira
- Lo core gira mira
-
50Male chi non sente
Transcribed Footnote (page 50):
1
Chiara Salv.
page: 51
- Molte volte si sferra,
- Che serra non erra chi caccia.
- Vizii vertù allaccia,
- Fama chiama chi pensa,
- Non tensa offensa non faccia
- Uomo, tal che se isfaccia.
- Però di dir non tardi,
- Ma guardi danno ch' hanno
- Quei che non sanno; stanno
-
60In vita penosa.
- In ciò saver si loda
- Chi moda cura pura
- Con misura, dura
- In cui senno posa.
- Esca pesca chi prende;
- Sè vende chi rende penseri
- Assai più leggieri.
page: 52
In risposta al Sonetto di Meo Abbrac–
ciavacca, che sta a facce 20.
- A più voler mostrar, che mostri vero
- Non magistero di ciò
1 sta nascoso;
- E di ciò spesso a me medesmo chero
2
- E sì mi fero, ch' eo vivo doglioso.
- Qual per natura può sentire intero
- Ciò ch' è mistero, di che non dir oso.
- Per me comune più che 'l lume cero
- Non mi dispero, e faccio risposo
3.
- A intelletto volontà pertene
4,
-
10Perchè convene che l' alma aggia vita,
- E sia finita ben
5 discenda pura:
- Chè suo vasel tal natura mantene,
- Qual li addivene da quella ch' è unita,
- Ancor ch' aita sia d' altra fattura.
Transcribed Footnote (page 52):
1Cioè
di ciò che.
2
Chiedo.
3
Risposta Salv.
4
Appartiene.
5
Benchè.
page: 53
DI GERONIMO TERRAMAGNINO
PISANO.
Transcribed Note (page 53):
Anno 1250.
- Poi
1 dal Mastro Guitton l' arte tenete,
- Assai, mi par, dovete
- Di vera conoscenza avere effetto,
- E defettar da voi ogni defetto,
- Che non bon aggia espetto,
- Se di tal Mastro bon savere avete.
- Oh quanto, quanto, e quanto esser dovete
- Se bene il possedette,
- Glorioso di tutto bono effetto!
-
10E com' dovrìa il dir vostro esser retto,
- E del contraro netto,
- Se pensate che dico cernerete.
- Cà
2 la vertù si mostra in del parlare,
- Simel
3 vizio v' appare.
- Onde in parlando l' uomo paragona
- La sua propria persona;
- Perchè guardar neun
4 troppo si può
- Or intendete bene il meo dir mo
5
- Ch' a scoverta
6 vo'
7 do,
Transcribed Footnote (page 53):
1
Poichè.
2
Chè, perchè.
3
Similmente Salv. Bisc.
4
Niuno Bisc.
5
Ora Salv.
6
Scopertamente, alla scoperta.
7Cioè
vi, a voi Salv. Bisc.
page: 54
-
20Nè schermo alcuu poteteci pigliare.
- Dico: bon è pensare
- Anzi la cosa ditta, chi ragiona.
Risposta d' Incerto.
- Geronimo, com' credo, voi sapete
- Dicie che scude chete
- D' umilità faccia uom contra 'l dispetto,
- Perch' eo m' umilio e pigliolo a diletto
- Lo non parlar ben netto,
- E l'arroganza, che voi m' apponete.
- Del bon Guitton per ver mi troverete
- S' al bon voler, credete,
- E no 'l suo valor deriva in mio petto.
-
10Ma tu che per Terramagnin ti metto
- Di ch' este
1 tu in desdetto
- Del nome a me, che so quanto valete.
- Com' cera l' uom parole può piegare,
- E formare, e sformare,
- E non formai leva pregi' e corona.
- Che pur cera si sona
- Null' accidente levar non me i pò.
Transcribed Footnote (page 54):
page: 55
- Simel a mia ragion levar si può,
- Chè via più chiar che il Po,
-
20Chè schermo non m' abbisogna operare.
- Ahi! com' laid' è maestrare
1
- A quelli, che la colpa lui impregiona.
Transcribed Footnote (page 55):
-
1
Ammaestrare Salv. Bisc.
page: 56
Note: Three horizontal pencil marks inscribed in the left margin mark the opening of the poem.
DI UBALDO DI MARCO
A FRA GUITTONE
Transcribed Note (page 56):
Anno 1250.
- Novel Sonetto mando per messaggio
- Alla mia Donna; deggiale contare
- Le dolorose pene, che tant' aggio
- Per lo meo troppo e lungo addimorare.
- Nè allegrezza mai non averaggio
1,
- Se lei non veggio che mi fa penare.
- Ma brevemente, quanto più poraggio
2,
- Se piace a Dio, mi credo ritornare.
- Da poi che mi partìi di quel paese,
-
10Mai sol un' ora non fui senza doglia,
- Nè di bon core mai non feci riso.
- E ciascun giorno ben mi pare un mese:
- Tanto m' abbonda di tornar la voglia,
- E di veder lo suo piacente viso.
Transcribed Footnote (page 56):
1
Avrò.
2
Potrò Salv.
page: 57
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 1-4 and 5-8.
- Lo gran valore, e la gentil piagenza,
- E la volenza, che ten
1 vostro core,
- A mio dolore fece far partenza,
- E la mia 'ntenza ponere in voi, fiore.
- Per servidor con quanto di potenza,
- E sapienza partendo 'l follore,
- E tal dolzore n' aggia mia parvenza,
- Ch' ogni doglienza parta da me fore.
- A tutte l' ore ch' eo drizzo la mente
-
10A tener mente le vertù onrate,
- Che Deo v' ha date sì compiutamente,
- Sì fermamente sono 'n podestate
- Della beltate, ch' è 'n voi sì piacente,
- Che meo son nente non più che vogliate.
Transcribed Footnote (page 57):
1
Tiene Salv.
page: 58
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets the entire sonnet. Two
horizontal lines inscribed in the left margin mark the beginning of the sonnet. The phrase
"non vedendo me" underlined in line 7
Manuscript Addition: ablative absolute?
Editorial Description: Inscribed by DGR in the left margin alongside line 7
- Poso
1 'l corpo in un loco meo pigliando
- Eo svariando la memoria giva,
- U'viva nobil figura restando
- E riguardando stava me pensiva.
- Dubbiosamente grandor
2 dimorando,
- Forte dottando se gente veniva,
- E
non vedendo me un flor donando,
- Che odorando poi el molto auliva;
- Ed eo sentendo su l'odor levai,
-
10E riguardai per veder l'albore
3,
- Che fè tal flore, vidil no già nente.
- E non vedendol misimi al sentore,
- E per l'odore l'albore trovai;
- E riposai al ombra lungiamente.
Transcribed Footnote (page 58):
1
Risposo Bisc.
2
Grand' ore, molte ore, molto.
3Cioè
albero Bisc.
page: 59
- Chi ricevè giammai sì fero inganno,
- Como facci' eo da voi, piagente e bella?
- Che conoscendol opero a meo danno
- Per servir voi di quel che so v' abella
1.
- E 'l meo servire tuttor veste affanno,
- E non guardar potete in parte quella,
- O' stato sia giorno, semana
2, o anno;
- Sì crudelmente mi siete ribella.
- E ben ne sono stato conoscente;
-
10Ma in sì pessimo punto fevvi
3 omaggio,
- Che non d' esso partirmi posso nente.
- Per merto del servir, che fatto v' aggio,
- Mercè vo'
4 chero, che lealemente
- Mi consigliate, chè ver ciò faraggio.
Transcribed Footnote (page 59):
1
Vi piace.
2
Settimana, dal Francese
semaine Salv. Bisc.
3
Vi feci Salv.
4
Voi, a voi.
page: 60
- Nobile Donna, di corona degna
- Per lo valor, onde siete fornita,
- Che tutte l' altre lo meo core isdegna
- Considerando vostra ovra compita,
- Ch' unque non credo venisse, nè vegna
- Sì nobil criatura in esta vita,
- Se Deo non v' overasse
1 la sua 'ngegna
2,
- Com' fe' in Eva, e la sua vera aita.
- Poseia ch' Amor mi v' ha fatto cernire
3
-
10Per la miglior, come sovr' ho contato,
- E m' ha fermato voi sempre servire,
- Penserò far ciò che più vi sia grato,
- E farò l' ovra allo penser seguire
- Quanto poraggio, ed el più sia quintato
4.
Transcribed Footnote (page 60):
1
Operasse Salv.
2
Ingegno.
3
Scegliere Salv.
4
Sodisfatto, dal Francese
quité Salv.
page: 61
Note: A smudged pencil mark appears in the right margin.
- Poi
1 dell' alte opre tutte compimento
- Il panno ha ricevuto in sua mainera
- Da fin ch' adosso nasce della fera,
- Ched è condutt' al disseculamento,
- Savem per certo far bon vestimento
- Non gia sen pò senz' andar a gualchera
2,
- E poi
3 v' è giunto, nol travarea
4 spera
5;
- Tanto vi prende bon solidamento.
- Similemente il meo dir ho condutto
-
10Ove conducer mia potenza il puote;
- Or li bisogna correzione magna.
- Ed al vostro saver ben ciò rimagna
- In guisa tal ch' eo ne seguisca
6 frutto
- Riconoscendovi le male note.
Transcribed Footnote (page 61):
1
Poichè Bisc.
2
Gualchiera Salv.
gualtiera
Bisc.
3
Poichè.
4
Trapassa Bisc.
5
Raggio, cioè
non lo
passa la luce
Salv.
6
Asseguisca Salv.
page: 62
Note: A pencil cross marks the beginning of the first stanza. Vertical pencil lines inscribed
in the left margin bracket lines 9-12, 18-20.
- Sì come 'l mare face per tempesta,
- Conven che 'l meo dolore in dir si sparga,
- Poi
1 di tal Signor aggio preso vesta
- Che vol ch' i' rech' il proverbio da Barga,
- Che quanto mal sì divisò la 'nchiesta
- E per sospiri e pianto il cor m' allarga,
- E ogni gioia e ben for di me resta,
- E di tormenti soma aggio ben carga
2.
- Sì che da lunga
3 s' oderian le strida
-
10Cotal tesoro in sagrestìa
4 chiudo,
- Non sì languisca alcun, se ciò scoperchio.
- Chè fortuna di rota a ciò mi guida
- Che di conforto tutto sono gnudo,
- E ciò che sbatto faccio per soperchio.
- Però del dolce amico il sofferire
- Audo
5 ch' è medicina in loco saggio
- Perchè saver conven li mostri 'l fallo.
- Ma 'i son dato a tal signor servire,
- Quanto più 'l servo, più fero è 'n
coraggio
6.
-
20Dite com' parto me di tal istallo?
Transcribed Footnote (page 62):
1
Poichè Bisc.
2
Carica Bisc.
3
Da lungi Salv.
4
Nel mio segreto Salv.
5
Odo Salv.
6
Core
page: 63
Note: A faint line in the left margin may bracket the whole poem.
Riposta d' Incerto
- Del mar si rompe l' onda e fa tempesta
- Ferendo a terra e poi conven si sparga;
- E se alcun matto la sua frange vesta,
- A lui dir puossi il buon motto da Barga.
- E chi di sua malura face chiesta,
- Ragion è che pesata li sia larga.
- Se tutto voglio dir troppo mi resta;
- Assai ho ditto a non pigliar gran carga
1
- Chè già oregli
2 bon non volno
3 strida,
-
10Per che 'n parole brevi ti conchiudo
- Esso che
4 sento, e non tutto scoperchio.
- Perchè astinenza alquanto in ciò mi guida,
- Non ch' eo d' amore dica sia gnudo,
- Ma per dottanza di non dir soperchio.
- Amico, ancor consiglio 'l sofferire;
- E se ciò faci, farai com' uom saggio,
- E 'n ver l' amore alcun non farai fallo.
- Che se ben fermo stai in lui servire,
- A lui pietanza n' entrerà in coraggio
5,
-
20E poi gioia sentrai
6 di tale istallo.
Transcribed Footnote (page 63):
1
Carica, carico Salv.
2
Orecchi Bisc.
3
Vogliono.
4
Ciò che Salv.
5
Core.
6Per
sentirai, come
drò per
darò usato dall' Albertano Salv.
page: 64
Note: A faint pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem. A
vertical pencil line in the left margin brackets lines 1-10.
Manuscript Addition: In lo CO
Editorial Description: Inscribed in the left margin alongside line 14
DI ARRIGO BALDONASCO
Transcribed Note (page 64):
Anno 1250.
- Lo fino amor piacente,
- Ch' eo aggio, a se mi serra
- Sì che d' ogn' altro, s' erra
- Da me, dae
1 partimento.
- Chè quello Amor mantene
- Solazzo e tutto bene;
- E in cui sempre regna
- Parmi che li n' avvegna in tal valore,
- Che giammai perditore
-
10Non fie di sua 'ntendanza
2.
- Chi al suo pregio si prova
- Ch' ogn' altro va morendo;
- Però tutto m' accendo
- A Lei, ch' è la mia spera
3.
- Spero in lei che si trova
-
30Mercè; ond' io m' accendo
- Allegro, e non m' arrendo
- A null' altro, che pera:
- Chè ogn' altro de' perire,
- El suo sempre verdire
4.
- Però tutti amadori
- Conforto, chè i lor cori aggiano saggi
- A mantener li usaggi
5
- Di quei ch' han più savere.
- Molti ha pensier gioiosi
- Chi serve a chi ha partito,
- Ciò che a suo ha partito
- Mai non ha perdenza.
- Ma perdono dogliosi
- Quei ch' han dal lor partito
- Ogn' han fine partito,
-
60E son presi a fallenza;
- E son certi per fallo
- Che ciascun fora stallo,
- Se 'l commetteno in loco,
- Che 'l lor sollazzo e 'l gioco
- Più non porìa durare,
- Poi
4 m' ha 'n balìa deggialo
distornare.
Transcribed Footnote (page 66):
1
Voi, a voi, vi Salv.
2
Egualmente Salv.
3
Abbiettito, fatto abbietto Salv.
4
Poichè Salv.
page: 67
Note: A faint pencil cross is inscribed in the left margin, immediately to the left of the
first line
Manuscript Addition: lo CO
Editorial Description: Inscribed in the left margin alongside line 11
- Ben è ragion, che la troppo orgoglianza
1
- Non aggia lungo tempo gran fermessa
2,
- Anzi convien che torni a umilianza,
- E pata
3 pene di stare con essa.
- Però mi movo, e di voi vo' dire,
- Che lungo tempo andate orgogliando
4;
- E 'l vostro canto vae
5 rallegrando
- La gente, a cui faceste mal patire.
- Stando in gioia ed in solazzo, poco
-
10Era in voi di bene conoscenza,
- Poichè regnar vi vedeste in quel loco,
- Lo quale a Deo non era ben piacenza.
- Però mi maraviglio come tanto
- E' lo soffrisse a farvi esser codardo.
- Parmi per certo potete dir, ardo,
- E consumare in doglia il vostro canto.
- Sacciate, che le doglie certamente
- Hanno stagion; che per lunga stagione
- Mantenete li mal comunalmente,
- E fate star fuor delle sue magione
- A molti, ch' eran buon de' comunali
4
-
30Di Toscana e della fede pura:
- Paretemi di gente da ventura
- A trovar sempre
5 delle bestie eguali:
- Però che tardi andate parlando
- Del vostro pensier, che per van l' approvo,
- In grande altezza ed in valore stando
- Era ragion di pensar com' mi movo
- A far vertute non debbo fallanza,
- E disformarlo dello suo onore.
- Se 'l Fenice arde, e rinuova migliore,
-
40Potete aver del contradio speranza.
- Ragion è che voi deggiate patire
-
50Li gran tracotamenti
2 ched usati
- Avete lungo tempo a consentire
- A cominciar quel, che voi sentenziati
- Ne siete in modo, che piaccia alla gente,
- E par che in vostro detto ne mostrate;
- E siete certo, e per fermo l' aggiate,
- Che gioco è, ver quel ch' arete, presente.
Transcribed Footnote (page 69):
-
1
Detto, dialetto Pisano Salv.
-
2
Tracotanze, dal Francese
tracotamens Salv.
page: 70
Note: Two vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 1-8. A
small pencil cross also appears in the left margin marking the opening of the poem. A small
vertical pencil line inscribed in the left margin marks line 21.
- Amor novellamente
- M' ha preso in tal mainera
1,
- Che con tutta mia spera
2
- M' ha fatto servidore
- Di voi, donna piacente,
- E di gran senno altera,
- Sì che date lumera
3
- Alle donne e valore.
- E di tale isprendore
-
10Veio
4 lo vostro viso
- Amoroso compriso
5,
- Che mi do pensamento,
- Che 'l suo gran piacimento
- Eo l' ho da pregiare.
- Approvata 'n beltade
-
30Sempre voi veio
2 stare,
- Sì che 'n tutto ben fare
- Saggia mi parete.
- Ed è in voi potestade
- Di me fare acquistare,
- E di farmi montare
- In pregio sì valente,
- Perchè balìa neente
3
- Senza fallo ha 'l meo core.
- Donqua vi fora onore,
-
40Poichè 'n voi ho speranza,
- Che 'l mio pregio montanza
- Avesse tuttavia.
- A sturbar per certezza,
- Savete
3, non convene
- A donna, nullo bene
-
60Da poi ched ha 'n balìa.
- Ma per darme fermezza,
- Sacciate si mantene
- Bon, sì che 'nd' avene
4
- In pregio, e in cortesìa.
- Per Deo, piacer vi sia,
- Che eo deggia venire,
- Donna, per meo servire
- In pregio di ben fare,
- E per voi disturbare
-
70Del contraro mi dia
5.
Transcribed Footnote (page 72):
1
Fora.
2
Poichè Salv.
3
Sapete Salv.
4
Che ne avviene, che ne viene Salv.
5 Cioè
deggia Salv.
page: 73
Note: Two vertical pencil line inscribed in the left margin bracket lines 1-6 and
14-16.
DI BETTO METTEFUOCO PISANO
Transcribed Note (page 73):
Anno 1250.
- Amore, perchè m' hai
- Distretto in tal misura,
- Ch' eo non posso contare
- Ben le mie pene a chi mi fora in grado?
- Ardir non poss' ormai
- Di dir: tant' ho paura;
- Così mi fa dottare
1
- Di perder quell' ond' eo allegro vado.
- Molt' ho grande allegrezza
-
10Della dolce contezza
2,
- Ch' aggio con l' avvenente,
- Che par che i
3 sia piacente mia contanza
4.
- Però 'nde
5 temo forte,
- E paur' ho di morte,
- Che a lei non dispiacesse,
- S' eo più su li dicesse, ch' aggio usanza.
- Or dunqua com' faraggio
6,
- Poi
7 la mia malattìa
- Non oso addimostrare
Transcribed Footnote (page 73):
1
Temere.
2
Accontanza, accostamento Salv.
3 Cioè
li, le, a lei Salv.
4
Accontanza Salv.
5
Però ne Salv. Bisc.
6
Farò.
7
Poichè.
page: 74
Note: A single vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 21-23. Double
vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 39-41.
-
20A chi mi può guerire e far gioioso?
- Ben so, che ne morraggio
1
- Di corto qualche dia;
- Non de
2 porò campare,
- Se non m' aiuta il viso grazioso,
- Per cui piango e sospiro
- Tuttor, quando la smiro,
- E dico in ver me, lasso!
- Perchè colei eo amai tanto?
- Poscia riprendo 'l dire
-
30Ch' ho fatto, e dico, Sire
3
- O Deo, cotal fenita
4
- Facesse la mia vita! fora Santo
page: 76
Note: A cross in pencil marks the beginning of the poem. Two horizontal lines mark the first
line.
Note: Although this canzone is here attributed to Amorozzo da Firenze, DGR identifies
it as the work of Carnino Ghiberti da Fiorenza.
DI AMOROZZO DA FIRENZE.
Transcribed Note (page 76):
Anno 1250.
- Lontan vi son, ma presso v'è lo core
- Con gran mercè cherendo
1,
- Che non vi grevi lunga dimoranza.
- Che se saveste la pena e l'ardore,
- Che soffro per voi, bella, non veggendo,
- Ben sovverria di me voi
2 con pietanza.
- Così m'avven col Cervio
3, per usanza,
- Credendosi campare
- Morte, allungando
4 là 'v' onde latrare
-
10Fere e va al morire;
- Così 'n pensero voi raffigurando
- Credo campar la morte, e mi sobranza
5.
Transcribed Footnote (page 78):
1
Sembrerìa Salv.
2 Cioè
che avessi Salv.
3
Dormito.
4 Cioè
alle vostre parole.
5
Non.
6
Vorrìa.
7
Assessini; Vedi M. Polo Salv.
8
Che.
9
Senza Salv.
10
Sene Salv.
11
Curerò.
12
Ciocchè Salv.
13
A pregarvi Salv.
14 Cioè
la maniera, che Salv.
15
Addarsi ad amore, innamorarsi Salv.
page: 79
Note: Single vertical lines bracket all five stanzas, with a second line added for
emphasis at lines 1-4, 5-6, and 12-13.
Manuscript Addition: Prezioso [?]
Editorial Description: A word (possibly "Prezioso") is written in
the upper left corner of the page, right above the first word.
- Poi ch' è sì vergognoso
- Lo stato, ch' eo sostegno,
- A vile me ne tegno
- Soffrendo vita, tanto senza morte
- S' eo fosse coraggioso,
- Morria dello disdegno,
- Ed eo duro e mantegno
- Trasmutato in ventura sì forte.
- Mal aggia la speranza,
-
10Che lo meo cor notrica.
- Chè tegno la nemica
- Che mei'
1 vorria morisse
2
disperato,
- Ca
3 vivere languendo in tale stato.
- In che stato fui, lasso!
- Ed ora in chente
4 sono!
- Gittato in abbandono
- Dai più speciali, ch' ogni giorno provo.
- Volt' è fortuna in basso:
- Ed ho servito a dono
5,
-
20Ch' al bisogno, che sono,
- Amico, nè parente non mi trovo.
Transcribed Footnote (page 79):
1
Meglio.
2
Morissi Salv.
3
Che Salv.
4
Quale Salv.
5 Cioè
gratis Salv.
page: 80
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines
35-39.
- Perdut' ho la possanza:
- Or m' è misavvenuto!
1
- Fallato m' è l' aiuto.
- Ciascun lo pensi, ch' a suo gran podere
- Ch' ello nol siegua, ma siegua l' avere.
- Aver ben veggio e sento.
- Per te lo corpo sale,
- E scende, e poco vale.
-
30Chi non lo guarda da se 'l dipartisce.
- In cui fai regnamento
- Volar lo fai senz' ale,
- E 'l mondo comunale
- Veggio che lo segue e lo nodrisce.
- Grand' era l' onoranza,
- Che l' uomo mi facea
- Nel tempo ch' io solea
- Largamente porgere la mano:
- Or m' è fallato, e son tornato in vano.
-
40In vano si ritrova
- Chi guardia non si prende
- Di quello, che dispende
- In cui lo mette, se ben nol cospiega
2.
- Che fin ch' uom non s' approva,
- Non sa chi grado rende.
- Sovente lo rattende
- Da tal uom, ch' al bisogno poi lo nega.
Transcribed Footnote (page 80):
1
M' è incontrato male.
2Cioè
impiega Salv.
page: 81
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines
53-65.
- Ancor ci ha più dottanza
1.
- Cà i
2 distretti carnali,
-
50Veggendo che 'l uom cali,
- In poco d' or
3, che sia al di sotto,
- Ciascun ti cessa, e più non ti fa motto.
- Mia Canzon, non dar posa:
- Va, e sì ti palesa,
- Sì che sie
4 bene intesa,
- Perchè uom si guardi, e sappia meritare.
- Di mia vita angosciosa,
- Ch' ha fatto lunga attesa,
- Non si trova difesa,
-
60E son rimaso com' uom rotto in mare.
- Soffrendo gran pesanza
- La tempesta m' avvolge,
- E nullo man mi porge,
- E veggiomi perir tutt' i mie' amici,
- Amici no, ma trovoli nemici.
Transcribed Footnote (page 81):
1
Timore.
2
Che.
3 Cioè
in poco d' ora Salv.
4
Sii.
page: 82
Note: Two horizontal pencil lines and a faint pencil cross inscribed in the left
margin mark the opening of the poem. “Selvaggia” is inscribed at left, aligned
with the underlined “selvaggia” in the middle of line 14.
DI SIMBUONO GIUDICE
Transcribed Note (page 82):
Anno 1250.
- Spesso di gioia nasce ed incomenza
- Ciò, ch'adduce dolore
- Al core umano, e parli gio' sentire.
- E frutto nascer di dolce semenza,
- Ch'è d'amaro sapore,
- Spess' ore ho veduto addivenire.
- Dicol per me, che 'n folle intendimento
- Credendom' aver gioia,
- Gaudente incominciai
-
10Amor di donna piacente ed altera
- Per uno isguardo, ch'ebbi allegramente,
- Laond' eo patisco noia;
- Da poi ch'eo innamorai
- Sempre m' è stata
selvaggia e guerrera.
- Ben mi credetti aver gioia compita,
- Quando lo dolce isguardo
- Vidi ver me piacente e amoroso;
- Ora mispero
1 da che m' è fallita.
- E di mortale dardo
-
20Sentomi allo cor colpo periglioso,
- Che per gli occhi passao similemente,
- Come per vetro passa
- Senza lo dipartire
2,
- Ed oltra luce, dello sole spera
3.
Transcribed Footnote (page 82):
1
Disparo Salv.
2Cioè
senza partirlo.
3
Raggio.
page: 83
Note: Vertical lines inscribed in the left margin bracket lines 27-28, 29, 30-41 and 42-48.
Two horizontal lines inscribed in the left margin mark line 29.
Manuscript Addition: lo CO
Editorial Description: Inscribed at left alongside line 48
Manuscript Addition: dal CO RE
Editorial Description: Inscribed at left alongside line 37
- Come in ispecchio passa immantenente
- Figura, e non lo cassa
1.
- Ma credo, allo ver dire,
- Lo meo core partuto, e morte spera
2.
- Sperando morte, ancor porèa guarire
-
30La mia crudel feruta,
- Sì ch' eo non fosse in tutto a morte dato.
- Cà riceputo l'ho per folle ardire,
- Laudando mia veduta,
- Credendomene aver gioioso stato.
- Penso ch'amor porìa in gio' tornare
- Per una sembianza,
- Che dal core mi vene,
- Perseverando da lei mi venisse,
- Ch' a Pellèo
3 la posso assomigliare;
-
40Feruta di sua lanza,
- Non guerrèa
4 mai, se altre
5
- Con ella il loco non si riferisse.
- Dunque m'è uopo di chiamar mercede
- Dello suo fallimento,
- Ed umiltate in ver di lei usare.
- Ma il suo gran pregio non lo mi concede
- Dire che tradimento
- Potesse loco in tal donna provare,
Transcribed Footnote (page 83):
1
Rompe Salv.
2
Aspetta Salv.
3
Achille Pelide Salv.
4
Guariva
5 Cioè
altra volta Salv.
page: 84
Manuscript Addition: Questo deve andare nel pr.
o vol. dove parlarsi del CO
Editorial Description: Inscribed by Gabriele Rossetti below the text
Note: A vertical line inscribed in pencil alongside the left margin brackets lines 49-56 and
57-70. A small mark, probably a check mark, is inscribed directly above the word Poichè
- In cui è senno e tutta conoscenza.
-
50Però mercè le chiamo,
- Chè fallir non porrìa
- Mercè, nè senno, nè tutt'altre virtute;
- E non devrìa dar morte, a mia parvenza.
- Lo viso, ch' io tant' amo,
- Sguardando; anzi devrìa
- Tutt'altre morti guarire e ferute.
- Poichè a speranza di mercè mi rendo,
- E allo suo signoraggio
- Umilemente core corpo e vita,
-
60Tutto valore in ella conoscendo,
- So che salute avraggio
- E del mio male per mercede aita
- Che somiglianza tien del buon signore,
- Quand' uomo a chi combatte
- Si rende per suo grato
1,
- Ogni fallire e torto gli perdona:
- Tanto conosco è in ella nobil core,
- Che del leone abbatte
- Orgoglio sormontato,
-
70E nobiltate ha messo in lei corona.
Transcribed Footnote (page 84):
1
Grado, di suo grado, spontaneamente.
page: 85
Note: There is a faint cross inscribed in the upper left margin, marking the beginning of the
poem.
- S' eo per cantar potesse convertire
- In gioia lo mio affanno,
- Allegramente fora mio cantare.
- Ma vogliomene in parte sofferire
1,
- Perchè mi torna a danno,
- Da poi che non mi posso rallegrare.
- Però d' amore vivo contra usanza
- Che nulla amanza ch' uom viva gioioso
- Ed eo noioso
-
10Amando, vivendo non aggio speranza.
- La mia speranza m' è tutta falluta,
- Pesando 'l vostro viso
- Che in ver di me si mostra tanto altero,
- Di voi amare già non l' ho perduta,
- Chè Amor sì m' ha conquiso;
- Ma d' aver gioia da voi ben mispero
2.
- Long' usanza converte uomo in natura;
- Però d' altura non credo bassare,
- Nè più montare
-
20D' amor, che sia per corso di ventura.
- Servit' ho lungamente di bon core;
- Donqua naturalmente
Transcribed Footnote (page 85):
1
Astenere.
2
Dispero.
page: 86
- Son convertuto, sì com' aggio detto,
- Che più non son salito in vostro amore,
- Ch' era primeramente,
- Nè più cadere già non me ne spero.
- Però voi, donna, serviraggio amando,
- Non aspettando da voi guiderdone,
- Nè tal cagione
-
30Non fie, perch' eo da voi vada cessando
1.
Transcribed Footnote (page 86):
1Cioè
allontanandomi Salv.
page: 87
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark off the opening of the
poem.
DI MASARELLO DA TODI
Transcribed Note (page 87):
Anno 1250.
- Ogni uomo deve assai caro tenere
- Lo primo bene, ched ave acquistato;
- Che se viene in ricchezza nè
1 in potere,
- Con quello primo l'ave guadagnato.
- Chi seguita lo suo folle volere
- Alla fiata
2 trovasi ingannato;
- Però deve dottare di cadere
- Quello, che non travaglia, alto montato.
- Rade fiate trov' uomo follìa
-
10Accompagnata con la povertate,
- Perciocchè lo pensieri lo' nde' stolle
3.
- Ma quello, che fu povero da pria,
- Se poi vene in ricchezza e in dignitate,
- Ispesse fiate trova l'uomo folle.
Transcribed Footnote (page 87):
1Cioè
o, ovvero Salv. Bisc.
2
Alcuna volta Salv.
3
Lo ne stoglie Salv. Bisc.
page: 88
Manuscript Addition: Giudizio universale
Editorial Description: Inscribed by Gabriele Rossetti alongside the bracketed lines. A single verticle line
brackets the third and fourth stanzas on the page, lines 9 through 14 of the poem
- Di gran guisa mi fa meravigliare
- Ciò, ch' aggio audito ch' a voi addovene
- Como potete nello cor pensare
- Di prendere lo male per lo bene.
- Se Deo non aves'
1 tutto a giudicare
- Porriesi
2 in qualche parte avere ispene
- O dell' empromettere o del fallare
- Avressi
3 l' altro biasmo e non le pene.
- Non è al mondo nulla criatura,
-
10Che non convegna a Deo render ragione;
- E però ben è folle chi non penza
- Di vivere a ragione e a misura,
- Sì che poi quando viene la stagione,
- Non aggia in suo contraro sentenza.
Transcribed Footnote (page 88):
1
Avesse.
2
Porriasi.
3O per
avrestí o per
avrebbesi, cioè posto
avre' per
avrebbe,
come abbiam mille esempj in questi Poeti
di
sare' e sre' per
sarebbe.
page: 89
DELLO BIANCO DI BUCARELLO
Transcribed Note (page 89):
Anno 1250.
- Sì come ogn' altra fera lo Leone
- Teme e ridotta quand' è in sua presenza,
- Così temo vostra altiera fazone,
- Madonna mia: di voi tal ho temenza,
- Ch' eo esco for di mia opinione,
- Smarrisco, e perdo tutta conoscenza;
- Perchè m' avvene, audite la cagione,
- Ch' eo citeraggio vertera
1 sentenza
- Solo m' avvene per gran temoranza,
-
10Com' aggio audito dire sovent' ore
2,
- Chi di core ama, teme ed ha dottanza.
- Donqua, s' Amor mi leva lo valore,
- Che di parlare non aggio ardimento,
- Ragion è che da voi vegna 'l baldore.
Transcribed Footnote (page 89):
1
Veritiera Salv. Bisc.
2
Sovente, spesso.
page: 90
DI GIOVANNI MAROTOLO.
Transcribed Note (page 90):
Anno 1250.
- Quando di cosa l' uomo ha disianza
- Convene rinfrenar lo suo coraggio
1;
- Uopo è celare in tutto la pesanza
- Lo grande noio
2, l' ira, e lo dannaggio
- Però se doglio, piango, e sto in erranza,
- E devenuto son come selvaggio,
- Da poi che non m' avvene in mia fallanza
3,
- Dispiacciavi, Madonna, il mal ch' i' aggio.
- Chè spesse volte vi solea vedere,
-
10E della vista aver solazzo e gioco;
- E pur di ciò contento mi tenea.
- Ma divenuto è contra 'l meo volere
- Cosa, che già mi tolle tempo e loco
- Di voi vedere, dolce donna mea.
Transcribed Footnote (page 90):
1
Core Salv.
2
Noia Salv. Bisc.
3Cioè
per mia colpa Salv.
page: 91
- Da poi ch' i' v' amo, donna mia valente,
- Allegro son di tutto 'l vostro onore,
- Ancor pesanza n' aggia fra la mente,
- Se di voi deggio esser perditore.
- Ma pregovi, che siate conoscente,
- E non m' abbandoniate, dolce Amore;
- Chè torto e fallo forìa
1
certamente
- D' obliare lo vostro servidore.
- Però vel dico con grande omiltade,
-
10Del vostro servo aggiate rimembranza,
- Sì ch' eo non pera in vostra balìa.
- Biasmar non deggio la nova amistade,
- Da poi ch' è fatta con vostra onoranza,
- Se di bon sposo avete compagnia.
Transcribed Footnote (page 91):
1
Fera.
page: 92
Note: A pencil cross enclosed in parentheses and two horizontal pencil lines inscribed in the
left margin mark the opening of the sonnet.
- Chi nelle pietre semina, somente
1
- Ricoglie poco, secondo il meo dire:
- E chi semina in via, laddove gente
- Deggiano sempre caminare e gire,
- Ricoglie nulla; ed è cosa credente,
- Non mi credo già punto fallire.
- Così addovene a ciascun bon servente,
- Ch' in mala parte si dona a servire.
- Infra quai, lasso, i' son lo principale;
-
10Ch' i' amo e servo col cor lialmente
- Quella, che dura è più che diamente.
- S' eo le chiamo mercè, poco mi vale:
- Chè omiltà non possa ha in lei neiente
2,
- E però vita m' è forte pesante.
Transcribed Footnote (page 92):
1
Sementa.
2Cioè
non ha niente potere, non
può nulla sopra di lei
.
page: 93
- Quanti più sono li doni d' Amore,
- Tanto più cresce Amore in benvoglienza;
- E sì la gran nobilità del core
- Sempre più s' affina in sua valenza.
- Perciò non posso tacer lo dolore,
- Che m' ha donato una canoscenza,
- Che mi vegg' io preso for
1 tenore,
- Assai più ch' eo non soglio, a mia parvenza
2.
- Sì gran gioia dolce e piacentera
-
10E sì dall' altre gioie divisata
3
- Data m' avete con sì allegra cera,
- Che sopra ciò pensando alla fiata
4,
- Amor m' aucide, e piglia in tal maniera,
- Ch' aggio la canoscienza ingiuriata.
Transcribed Footnote (page 93):
1
For di Salv.
2
A mio parere.
3
Diversa Salv.
4
Alle volte Salv.
page: 94
- Vostro fin pregio e fina conoscenza
- Di voi, Donna piacente per natura,
- Sì mi conforta, ch' aggia in voi valenza,
- E ch' eo vi dica in parte mia sciagura.
- Come la fera e alta potenza
- D' Amor, che mette l' uomo in avventura
- E non guarda ragion, nè sofferenza,
- Senno, savere, modo, nè misura,
- M' ha sì preso incontra voglia mia,
-
10Ed hammi dato a voi, donna, servire,
- Considerando, ch' eo degno non era.
- Ma poi
1 vi piace questa cosa sia,
- In vostre mani metto ad obidire
- Anima e corpo, core, vita, e spera
2.
Transcribed Footnote (page 94):
1
Poichè Salv,
2
Speranza Salv. Bisc.
page: 95
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 1-11. A faint pencil
cross inscribed in the left margin marks the opening of the sonnet.
DI DOZZO, OSSIA DEOZZO,
O ANDREOZZO NORI
Transcribed Note (page 95):
Anno 1250.
- Non vi dispiaccia, donna mia, d' aldire
1
- Se voi davanti
2 conto il meo tormento.
- Lo cor non ha soggiorno
3 di languire,
- Piange, e sospira nello suo lamento,
- Dicendo, morte deggiavi aggradire,
- Trami di pena, che sì forte sento:
- Chè assai val meglio in una morire
- Ca
4 consumare a poco, senz' abento
5.
- Ed eo consento, donna, ch' ello mora,
-
10Se in voi, spietata, non trova pietate;
- E dogliavi del mal, ch' ho per voi tanto.
- Che in veritate, se del corpo fora
- Iscisse
6 colle pene, ch' hae incarnate,
- Chi lo vedesse, nè leverìa
7
pianto.
Transcribed Footnote (page 95):
1
Udire Salv.
2Cioè
davanti a voi.
3
Indugio Salv.
4
Che Salv. Bisc.
5
Senza posa, respiro Salv.
6
Uscisse.
7
Innalzeria Salv.
page: 96
Note: A slight pencil cross enclosed in parentheses is inscribed in the left margin, marking the
opening of the poem. Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 1-4, 5-17, and 21-22.
DI M. GIOVANNI
DALL' ORTO D'AREZZO, GUIDICE.
Transcribed Note (page 96):
Anno 1250.
- Non si porria contare
- Quant' è la gioia altera,
- Che mi donò primera
- Amor, quando mi prese a servidore.
- Amor solo, però ch' è conoscente
- D' alma gentile e pura,
- Sovr' essa gira, e pur ad essa torna;
- E poi ch' è giunto a lei immantenente
- D' un ben sovra natura
-
10Perfettamente lei pasce ed adorna,
- E sempre ivi soggiorna.
- E così l' alma mia
- Di tal è in signoria,
- Ch' ha più di gio', perchè più porta
amore.
- Ben fu più ch' altra graziosa l' ora,
- Che per grazia discese
- Sì dolcemente Amore nel cor mio,
- Che tosto ch' ei vi fu senza dimora
- Tanto di gioia prese,
-
20Quanto richiede e vuole uman disìo.
- Non mai avrò in oblio
- Quant' ello m' ave onrato.
- Non è innamorato
- Cor, che sentisse mai tanto dolzore.
page: 97
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 25-32, 35-37,
and 45-51.
- Deh come mostrò 'l Signor dolce e caro
- Sua virtù naturale,
- In me veggendo fino intendimento;
- Chè quando gli occhi mie' donna guardare
- Rende noi due un tale
-
30Volere puro, ond' è ciascun contento;
- Ed è sol un talento,
- Ch' in noi ave suo loco;
- Ancor ne sembra poco
- D' ogn' altra gioia aver tutto riccore.
- Chi mai vide alcun per suo servire,
- O per chiamar mercede,
- Cui Amor sì altamente onrasse?
- Chè già non volle più dal meo desire
- Provar altro che fede
-
40Nella donna, cui Amore a se trasse,
- E vuol ch' i' ne mostrasse
- Tal ben sì come degno,
- E ciò dico ch' è in segno
- Che più che d' alcun mai m' ha fatto onore.
- Per li buon rallegrare
- Muovi con tua manera,
- E a sì crudele e fiera
- Donna di me parlerai a tutt' ore.
page: 99
- Chi sua voglienza
1 ben avesse intera
- Di prender vera contr' Amor difensa,
- Quando sua 'ntenza in far mette che 'l pera
- Donandoi
2 fera sua vita in doglienza,
- E in ciò potenza desseli mainera
3,
- Oi come altera arìa da Dio licenza,
- Chè cordoglienza, ni
4 pena gravera
5,
- Non mai portera
6, a mia dico parvenza.
- Ch' el pena dammi ognor oltragravosa,
-
10Ni
7 disìo, posa, o alcun potimento.
- Per partimento da ciò far, che fammi.
- E certo stammi a ragion ben, che cosa
- Ch' uom ha vogliosa, e sa gli è
8
struggimento,
- Giudicamento dritt' è che n' affiammi;
- Però consiglio di sentiment' have,
- Ancor
9 sia grave, che da lui si guardi.
- Chè tardi isferra, cui ben fier
10 d'
artiglio.
Transcribed Footnote (page 99):
1
Volontà.
2
Donandogli Salv.
3
Destra, acconcia Salv.
4
Nè per o,
ovvero
Salv.
5
Contrario di leggera, grave Salv.
6
Porterìa Salv.
7
Nè.
8Cioè
e sa che gli è di
struggimento, di rovine
.
9
Ancorchè Salv.
10
Fere, fiede.
page: 100
Note: A pencil cross is inscribed in the left margin, marking the opening of the poem.
- L' uccel Fenis
1 quando vene al morire,
- Dice la gente, che fa dolce canto;
- Ed è gran meraviglia, allo ver dire,
- Della cosa cantare, onde vien pianto.
- A me medesmo veggio addovenire,
- Che sono innamorato, e moro, e canto,
- E della morte non posso guarire
- Senza Madonna,
2 per forza di Santo.
- Or avvenisse a me, come addovene
-
10Allo Fenice, che more cantando,
- E moren'
3 di se stesso si riface.
- Se lo foco d' Amore, che me tene,
- Aucidendo
4 mi gesse
5 recriando
6,
- Sofferrìa
7 da Amor la morte in pace.
Transcribed Footnote (page 100):
1
Fenice.
2 Cioè
o.
3
Morendo.
4
Uccidendo.
5
Gisse.
6
Ricreando, rifacendo.
7
Soffrirìa.
page: 101
Note: A pencil cross enclosed in parentheses is inscribed in the left margin, marking the
opening of the poem.
- Pelào
1 con sua lancia attossicata
- Ferendo, l'uomo non potea guarire,
- Se non londe
2 ferisse altra fiata:
- Sì mi veggio di voi, bella, venire
- Della feruta, che m' avete data;
- Faràmi d' esto secolo partire;
- Convene per voi essere sanata;
- Che la pena facciatemi sentire.
- Facciatemi com' fa lo pellicano,
-
10Che fere lo figlio e fal morire,
- E poi sinde
3 ripente
4 che l'
ha morto,
- Fere se stesso nello loco sano,
- E dello sangue suo li dà sentire,
- Rendendo vita di quello conforto.
Transcribed Footnote (page 101):
1
Pelìde, cioè
Achille Salv. Bisc.
2
Lo ne Salv. Bisc.
3
Se ne Salv. Bisc.
4
Pente Bisc.
page: 102
Note: Two horizontal lines inscribe in the left margin mark the opening of the poem.
DI UGOLINO UBALDINI DA FAENZA
Impressa ne' Commentarj della Volgar Poesia
del Crescimbeni.
Transcribed Note (page 102):
Anno 1250.
- Passando con pensier per un boschetto,
- Donne per quello givan fior cogliendo
- Con diletto, co quel, co quel, dicendo:
- Eccolo, eccol: che è? è Fiordaliso.
- Va là per le viole;
- Più colà per le rose: co' le, co' le,
- Vaghe amorose: o me! che 'l prun mi punge!
- Quell' altra me vi aggiunge.
- Ve? ch' è quel che salta? un grillo, un grillo:
-
10Venite qua, correte,
- Raponzoli cogliete: eh non son essi:
- Sì, son: co' lei, co' lei
- Vien qua, vien qua per funghi; un micolino
- Più colà, più colà per
semullino.
- Noi starem troppo, che 'l tempo sì turba:
- Ve', che balena e tuona;
- E m' indovino, che vespero suona.
- Paurosa; non è egli ancor nona;
- E vedi, ed odi; è l' usignol, che canta.
-
20Più bel, nè più bel v' è.
- Io sento, e non so che.
- E dov' è? e dov' è? in quel cespuglio.
page: 103
- Ogni una qui picchia, tocca, e ritocca:
- Mentre lo bussor cresce,
- Una gran serpe n' esce;
- O me trista, o me lassa, o me, o me,
- Gridan fuggendo di paura piene:
- Ed ecco ch' una folta pioggia viene.
- Timidetta quell' una, e l' altra urtando,
-
30Stridendo, la divanza via fuggendo;
- E gridando, qual sdrucciola, e qual cade.
- Per caso 'l una appone lo ginocchio,
- Là ve sen gìa lo frettoloso piede,
- E la mano e la vesta:
- Quella di fango lorda ne diviene,
- Quell' è di più calpesta:
- Ciò, ch' han colto, ir si lassa,
- Nè più s' apprezza, e pel bosco si spande.
- De' fiori a terra vanno le ghirlande:
-
40Nè si sdimette pure unquanco il corso:
- Il cotal fuga a repetute note
- Tiensi beata chi più correr puote.
- Sì fisso stetti il dì, ch' io le mirai,
- Ch' io non m' avvidi, e tutto mi bagnai.
page: 104
Note: Two horizontal lines inscribed in the left margin mark the opening of the poem.
DI LAPO GIANNI,O SIA
GIOVANNI
LAPO.
Impressa nell'Allacci.
Transcribed Note (page 104):
Anno 1250.
- Amor, eo chero mia donna in domino,
- L'Arno balsamo fino,
- Le mura di Fiorenza inargentate,
- Le rughe
1 di Cristallo lastricate,
- Fortezze alte merlate,
- Mio fedel
2 fosse ciaschedun Latino
3,
- Il mondo in pace, securo 'l camino,
- Non mi noccia vicino,
- E l'aira
4 temperata verno e state,
-
10Mille donne e donzelle adornate,
- Sempre d'amor pregiate,
- Meco cantasser la sera e 'l mattino,
- E giardin fruttuosi di gran giro
- Con grande uccellagione,
- Pien di condutti d'acqua e cacciagione,
- Bel mi trovasse
5 come fu Absalone,
Transcribed Footnote (page 104):
1
Strade Salv.
2
Vassallo Salv.
3
Italiano Salv.
4
Aria.
5
Trovassi.
page: 105
- Sansone pareggiasse
1 e Salamone,
- Servaggi
2di Barone,
- Sonar viole, chitarre, e canzone,
-
20Poscia dover entrar nel Cielo empiro
3,
- Giovene, sana, allegra, e secura
- Fosse mia vita, finchè 'l modo dura.
Transcribed Footnote (page 105):
1
Pareggiassì.
2
Servitù Salv.
3
Empireo Salv.
page: 106
Impressa nella Scelta di Rime Antiche pubblicate
in Firenze.
AM.
- Io sono Amor, che per mia libertate
- Venuto sono a voi, Donna piacente,
- Chè al meo leal servente
- Sue greve pene deggiate alleggiare.
- Madonna, e' non mi manda, questo è certo;
- Ma io, veggendo il suo grave penare,
- Ed angosciar, che 'l tene in malenanza
- Mi mossi, con pietanza a voi vegnendo:
- Chè sempre tene lo viso coverto,
-
10E gli occhi suoi non finan di plorare,
- E lamentar di sua debol possanza,
- Mercede alla sua amanza, e a me cherendo:
- Per voi non mora, perchè io lo difendo;
- Mostrate in ver di lui nostr' allegranza,
- Sì ch' aggia beninanza:
- Mercè; se 'l fate, ancor porrìa campare.
MAD.
- Non si convene a me, gentil signore,
- A tal messaggio far mala accoglienza.
- Vostra presenza vo' guiderdonare,
-
20Sì come suole usar buona ragione.
- Veniste a me con sì libero core,
page: 107
- Di nostro amico avendo cordoglienza:
- Gran conoscenza lo vi fece fare,
- Oud' io vo' dare al suo mal guarigione.
- Portateli lo cor, ch' avea in prigione,
- E da mia parte gli date allegranza;
- Che stea fermo a sua manza
- Di buono amore, puro, da laudare.
AM.
- Mille mercè, gentil donna cortese,
-
30Del buon responso e del parlar piacente,
- Chè interamente m' avete appagato,
- Ed adoblato mia domandagione
1,
- Sì che in voi non posso usar riprese:
- Chè mai non trovai donna sì valente,
- Che suo servente abbia sì meritato
2
- Ch' è suscitato da morte e prigione.
- Donne e donzelle, che amate ragione,
- Or ecco donna di gran valentìa,
- Che per sua cortesìa
-
40Vuol el suo servo sì guiderdonare.
Transcribed Footnote (page 107):
1Cioè
mi avete concesso il doppio
più di che vi avea
supplicato
.
2
Rimeritato.
page: 108
Manuscript Addition: O, me, offese / si folle pensier
Editorial Description: Inscribed by Gabriele Rossetti alongside lines 19-20
Note: A pencil cross inscribed in the left margin mark the opening of the poem. Vertical pencil
lines inscribed in the left margin bracket lines 1-7, and 8-10
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Gentil donna cortese e di bon a' re
1,
- Di chi Amor mi fe' prima servente,
- Mercè, poi ch' in la mente
- Vi porto pinta per non v' obliare.
- Io fui sì tosto servente di voi,
- Come d' un raggio gentile amoroso
- Da' vostri occhi mi venne uno splendore,
- Lo qual d' amor sì mi comprese poi,
- Che avanti a voi sempre fui pauroso,
-
10Sì mi cerchiava la temenza il core.
- Ma di ciò grazie porgo a quel Signore,
- Che 'l fe' contento di lungo disìo,
- Della gio' che sentìo,
- La qual mostro in amoroso cantare.
- In tal manera fece dimostranza
- Mio cor leggiardro della gio' che prese,
- Che in grande orgoglio sovente salìo,
- Fuora scovrendo vostra disnoranza.
- Ma poi riconoscendo come offese,
-
20Così folle pensier gittò in oblìo.
- Quando vostr' alto intelletto l' udìo,
- Sì come il cervo in ver lo cacciatore,
- Così a voi servidore
Transcribed Footnote (page 108):
1
Di lieto aspetto, di buon viso.
page: 109
Note: “
selvaggia” is inscribed in pencil in the right
margin beside line 29. A double pencil line brackets lines 1-4 and 5-7 of the lower poem. A
double pencil line marks line 8. A single horizontal line inscribed in pencil in the left
margin marks line 10.
- Tornò, che gli degnaste perdonare.
- Perdon cherendo a voi umilemente
- Del fallo, che scoverto si sentìa,
- Venne subbietto in vista vergognosa.
- Voi, non seguendo la
selvaggia gente,
- Ma come donna di gran cortesìa,
-
30Perdonanza gli feste copiosa.
- Ora mi fate vista disdegnosa,
- E guerra nuova in parte cominciate;
- Ond' io prego pietate
- Da Amore, che vi deggia umiliare.
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Dolce è il pensier, che mi nutrica il core
- D' una giovane donna, ch' e' desìa,
- Per cui si fe' gentil l' auima mia,
- Poi che sposata la congiunse Amore.
- Com' io son scritto nel libro d' Amore
- Conterai, Ballatetta, in cortesìa
- Quando tu vederai la donna mia,
- Poi che di lei fui fatto servidore.
page: 111
Note: A faint pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem. A pencil
line inscribed in the left margin brackets line 5-14.
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche
- Amore, io non son degno ricordare
- Tua nobiltà, e tuo conoscimento:
- Però chiero
1 perdon, se fallimento
- Fosse di me, vogliendoti laudare.
- Eo laudo Amor di me a voi, amanti,
- Che m' ha sor tutti quanti meritato
2,
- E 'n su la ruota locato vermente
3
- Chà là 'nd' io solea aver torment' e pianti
- Aggio sì buon sembianti d' ogni lato,
-
10Che salutato son bonariamente.
- Grazie, e mercede a tal signor valente,
- Chè m' ha sì altamente sormontato,
- E sublimato su quel giro tondo,
- Che in questo mondo non mi credo pare.
- Unqua non credo par giammai trovare,
- Se in tale stato mi mantiene Amore,
- Dando valore alla mia innamoranza.
- Or mi venite, amanti, a accompagnare,
- E qual di voi sentisse al cor dolore
-
20Impetrerrò d' Amor per lui allegranza:
- Ch' egli è signor di tanta beninanza,
- Che qual amante a lui vuol star fedele,
Transcribed Footnote (page 111):
1
Chiedo.
2
Rimeritato.
3
Veramente.
page: 112
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin marks line 34 of the upper poem,
and brackets lines 1-4 and 5-8 of the lower poem. A pencil arrow is inscribed by line 2 of
the lower poem, and a small cross at the opening of the poem.
- S' avesse il cor crudele,
- Si vuole in ver di lui umiliare.
- Vedete, Amanti, come egli è umile,
- E di gentile e d' alter baronaggio,
- Ed ha 'l cor saggio in fina conoscenza;
- Che me veggendo venuto sì a vile
- Si mosse il signoril come messaggio,
-
30Fe' riparaggio
1 alla mia cordoglienza,
- E racquistò il mio cor, ch' era in perdenza,
- Di quella, che m' avea tanto sdegnato.
- Poi che 'l gli ebbe donato
- M' ha poi sempre degnato salutare.
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Angelica figura nuovamente,
- Dal ciel vennta a spander tua salute,
- Tutta la sua virtute
- Ha in te locata l' alto Dio d' amore.
- Dentro al tuo cor si mosse un spiritello,
- Che uscì per gli occhi, e vennemi a ferire
- Quando guardai lo tuo viso amoroso,
- E fe' il cammin pe' miei sì fiero e snello,
Transcribed Footnote (page 112):
1
Riparo.
page: 113
Manuscript Addition: N' andaro allo
Editorial Description: Inscribed by Gabriele Rossetti beside line 25
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 9-10, 11-14, and 16-25
- Che 'l core e l' alma fece via partire,
-
10Dormendo l' uno e l' altro pauroso:
- E quando 'l sentir giugner sì orgoglioso,
- E la presta percossa così forte,
- Temetter che la morte
- In quel punto overasse
1 il suo valore.
- Poi quando l' alma fu rinvigorita
- Chiamava il cor, gridando: or se' tu morto,
- Ch' io non ti sento nel tuo loco stare?
- Rispondea 'l cor, ch' avea poco di vita,
-
20Sol, pellegrino, e senz' alcun conforto,
- Quasi scemando non potea parlare,
- E disse: oh alma, aiutami a levare
- E rimanere al cassar
2 della mente.
- E così insiememente
- N' andaro al loco, ond' ei fur pinti fuore
- Onde mia labbia
3 sì mortificata
- Divenne allora ohimè! che io non parea
4.
- Sentendo il cor perire innaverato
5
- Dicea meco sovente ogni fiata:
-
30Ahi lasso! Amor, che già non mi credea
- Che fossi in verso me sì spietato.
Transcribed Footnote (page 113):
1
Operasse.
2
Cassero lo stesso che
casso, ch' è
la parte concava del
corpo circondata dalle
costole
. È voce Arabica,
che significa propriamente
fortezza, ricinto di
mura
.
3Voce antica, che significa
aspetto.
4Cioè
ch' io non parea più
essere me medesimo
.
5Cioè
ferito.
page: 114
Note: A faint pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem.
- Ah! che crudele torto e gran peccato
- Fai in ver di me sì tuo servo leale!
- Che mercè non mi vale,
- Che tu non mi tormenti a tutte l' ore.
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Amor, io prego la tua nobiltate,
- Ch' entri nel cor d' esta donna spietosa,
- E lei facei amorosa
- Sì che la spogli d' ogni crudeltate.
- Odi la nimistà mortal, che regna
- Fra lo suo cor e 'l mio novellamente,
- Amor, ch' esser solevamo una cosa.
- Con sì fieri sembianti mi disdegna,
- Che par che il mondo e me aggia a niente,
-
10E se mi vede, fugge e sta nascosa;
- Onde non spero ch' io mai aggia posa
- Mentre che in lei sarà tanta fierezza
- Vestita d' un asprezza,
- Che par che sia nemica di pietade.
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Angioletta in sembianza
- Novamente è apparita.
- Che m' uccide la vita,
- Se Amor non le dimostra sua possanza.
- Se Amor farà sentir per li suoi raggi
- Della sua gran dolcezza,
- (Tempo mi dà conforto)
- Minuirà il martire,
- Che in me saetta la sua giovinezza;
-
10Ond' io son quasi morto,
- Che son venuto a porto,
- Che chi mi scorge fiso
- Puote veder nel viso
- Ch' io porto segno di grave pesanza.
- Non furo gli occhi miei nella sua vista
- Una fiata ancora
- Ch' egli avesser vigore.
page: 116
- Io gli conforterei
-
20Con la virtù, che dentro gl' innamora;
- Se non ch' e' fugge Amore,
- Che non par che il valore
- Possa mettere in lei;
- Anzi dice, costei
- È quella che la sua franchigia avanza.
- Non può vincere Amore
- Di pinger nella mente gentilìa
- D' esta novella cosa;
- Chè selvaggia a tutt' ore
-
30La trova con sì nuova leggiadrìa
- Contro di lui sdegnosa;
- E negli atti amorosa
- A chi la mira pare,
- Onde ne fa pensare
- Amore a chi ne prende desianza.
- Non spero dilettanza,
- Nè gioia aver compita,
- Se il tempo non m' aita,
- Od Amor non mi reca altra speranza.
page: 117
Note: A small pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem.
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Novelle grazie alla novella gioia
- Vestute d' umiltade e cortesìa
- Girete a quella, che m' ha 'n signorìa,
- E dispogliato dell' antica noia.
- Quando sarete avanti a lei, inchinate,
- E poi, udita sua dolce accoglienza,
- Dite: Madonna, il vostro fedel servo
- A voi ne manda che ci riceviate,
- Dicendo, che lo scoglio
1 di doglienza
-
10Have gittato, come face il cervo:
- Pregando che ritegnate in conservo
- L' anima e il core e tutta sua possanza,
- Chè 'n voi ricorre tutta sua speranza,
- Come nel mare ogni corrente ploia
2.
- Appresso le direte, che la mente
- Porto gioiosa del suo bel piacere,
- Poi che m' ha fatto degno dell' onore;
- E non è vista di cosa piacente,
- Che tanto mi diletti di vedere,
-
20Quanto lei sposa novella d' amore.
- E non m' avviso che alcuno amadore,
- Sia quanto vuol di gentil intelletto,
- Che abbia rinchiuso dentro dal suo petto
- Tant' allegrezza, che appo me non muoia.
Transcribed Footnote (page 117):
1
Scorza.
1
Pioggia.
page: 118
Note: In line 8 of the lower poem, the word "fede" has been crossed out in pencil and the word "prova" added in its place.
- Ballata, e' non è donna alla mia voia
1,
- Che tanto degna sia da onorare,
- Quanto colei, a cui ti vo' mandare,
- Cui gentilezza ed ogni ben s' appoia
2.
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Ballata, poi che ti compose Amore
- Nella mia mente, ove fa residenza,
- Girai a quella, che somma piacenza
- Mi saettò per gli occhi dentro al core.
- Poi sei nata d'Amore ancella nuova,
- D'ogni virtù dovresti essere ornata,
- Dovunque vai dolce, savia, ed intesa:
- La tua vista ne fa perfetta
fede
prova;
- Però dir non ti compio l'imbasciata,
-
10Che spero s'hai del mio intelletto presa,
- E tu la vedi nel suo viso accesa,
- Non dicer motto, se fusse adirata;
- Ma, quando la vedrai umiliata,
- Parla soave senza alcun timore.
- Quando cortesemente avrai parlato,
- Con bello inchino, e con dolce salute
Transcribed Footnote (page 118):
1
Voglia.
2
S' appoggia.
page: 119
- Alla serena fronte di beltate,
- Apprendi suo responso angelicato,
- Che muove lingua di gentil virtute
-
20Vestuta manto
1 di soavitate;
- Se l'è in piacer d'avermi in potestate,
- Non fia suo viso colorato in grana;
- Ma fia negli occhi suoi umile e piana,
- E pallidetta quasi nel colore.
- Appresso che lo tuo dir amoroso
- Prenderà la sua mente con paura
- Del pensoso membrar che Amor le dona,
- Dirai com'io son sempre desioso
- Di far li suo' piacer oltre misura,
-
30Mentre la vita mia non m'abbandona.
- Dì, che Amor meco sovente ragiona,
- Che fu principio d'esta benvoglienza,
- Quei che la mente, e 'l core, e mia potenza
- Ha messe in signorìa del suo valore.
- Tu vederai la nobil accoglienza
- Nel cerchio delle braccia, ove pietade
- Ripara con la gentilezza umana:
- E vederai sua dolce intelligenza
- Nelli atti suoi, se non parla villana:
-
40E vederai, meraviglia sovrana,
- Com'en
1 formate angeliche bellezze,
- E di nuovi miracoli adornezze,
Transcribed Footnote (page 119):
1
Molto.
2
Sono.
page: 120
- Onde Amor tragge l'altezza d'onore.
- Muovi, Ballata, senza far sentore,
- E prenderai l'amoroso cammino:
- Quando sei giunta, parla a capo chino,
- Non mi donar di gelosìa errore.
Impressa nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Nel vostro viso angelico amoroso
- Vidi i begli occhi, e la luce brunetta,
- Che 'n vece di saetta
- Mise pe' miei lo spirito vezzoso.
- Tanto venne in suo abito gentile
- Quel nuovo spiritel nella mia mente,
- Che 'l cor s' allegra della sua veduta.
- Dispose
1 qui l' aspetto signorile,
- Parlando a' sensi tanto umilemente,
-
10Ch' ogni mio spirito allora il saluta.
- Or hanno le mie membra conosciuta
- Di quel Signore la sua gran dolcezza,
- E il cor con allegrezza
- L' abbraccia poi che 'l fece virtuoso.
Transcribed Footnote (page 120):
1
Depose.
page: 121
Note: Several horizontal pencil lines inscribed in the right margin marks the opening of the
poem.
Impressa nella Raccolta di Aneddoti Letterarj stampata
in Roma nell' anno 1774. dall' Abbate Serassi.
- Questa rosa novella,
- Che fa piacer sua gaia giovanezza,
- Mostra, che gentilezza,
- Amor, sia nata per virtù di quella.
- S' io fossi sufficiente
- Di raccontar sua maraviglia nuova,
- Dirìa come natura l' ha adornata.
- Ma s' io non son possente
- Di saper allegar verace prova,
-
10Dillo tu, Amor; chè sarà me' laudata.
- Ben dico, una fiata,
- Levando gli occhi per mirarla fiso,
- Presemi 'l dolce riso,
- E gli occhi suoi lucenti, come stella.
- Allor bassai li miei
- Per lo suo raggio, che mi giunse al core
- Entro in quel punto, ch' io la riguardai.
- Tu dicesti; costei
- Mi piace signoreggi il tuo valore;
-
20E servo alla tua vita le sarai.
- Ond' io ringrazio assai,
- Dolce Signor, la tua somma gradezza,
- Chè io vivo in allegrezza,
- Pensando a cui mia alma hai fatta ancella.
page: 122
Note: A faint pencil line inscribed in the left margin brackets lines 1-12.
- Ballata giovanzella,
- Dirai a quella, ch' ha la bionda trezza,
- Ch' Amor per la sua altezza
- M' ha comandato io sia servente d' ella.
Impressa nella suddetta Raccolta.
- Donna, se il prego della mente mia,
- Come bagnato di lagrime e pianti,
- Venisse a voi incarnato davanti
- A guisa d' una figura pietosa,
- E voi degnassi udir sua dicerìa,
- Ragion vi moverebbe ne' sembianti,
- Perchè udiresti li tormenti, quanti
- Soffera
1 l' alma mia, di voi pensosa,
- Con quella pena, che l' è faticosa.
-
10Pur aspettando, che da voi si mova
- Una dolce pietà, se in voi si trova,
- In farmi grazia d' empier lo disio;
- E se virtù d' amore in voi riposa,
- Spero d' aver la grazia bella e nuova,
- E di ciò mostrerei verace prova:
- Chè Amor non dee voler per ragion ch' io,
- Merito perdo per lo buon servire,
- Poi lungo tempo m' ha fatto languire.
Transcribed Footnote (page 122):
1
Soffra.
page: 123
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 27-36.
- Donna, ragion d' Amor mi dà speranza,
-
20Che voi sarete ver me sì gentile,
- Che non isdegnerete mio cor vile,
- Meritando vie più, ch' io non son degno.
- E di ciò si notrica mia possanza,
- Che attende che la vostra mente umile
- Ver me si faccia di mercè simile;
- Onde ciò disiando, mi mantegno:
- Chè non m' è avviso che sia altro regno
- Fuor del ben, donna, che da voi aspetto,
- Il qual sarà mirabile diletto,
-
30Che mi terrà gioioso sempre mai.
- Io prego Amor, che mi doni suo 'ngegno,
- Si ch' io non manchi per alcun difetto,
- E 'l ben, ch' io attendo, mi faccia perfetto
- Aver da voi, di cui innamorai
- Entro 'l principio della mia vaghezza,
- Quando m' apparve vostra gran bellazza.
- Donna, quando sarà per me sereno,
- Ched c' v' incresca della mie gravezze?
- Non credo mai finchè vostre bellezze
- Soverchieranno l' altre di beltate.
- Se sofferenza vi venisse meno,
-
60Sacciate, donna, che le mie fortezze
- Non dureranno contr' a vostre altezze:
- Dunque la morte avrà di me pietate:
- Ed io ne prego la sua maestate
- Che mi riceva senza dar fatica.
- Voi rimarrete al mondo mia nimica;
- Io sconsolato me n' anderò in pace.
- Amor, veggendo vostra crudeltate,
- Vorrà servare una sua legge antica,
- Che qual donna a buon servo non è amica,
-
70Le sue bellezze distrugge e disface:
- Onde se ciò vi tornasse in dispregio,
- Sarebbe per ragione a me gran pregio.
- E tu, martoriata mia soffrenza,
-
110Con questa mia figliuola va plorando
- Avanti a quella donna ove ti mena.
- Quando sei giunta, dirai sospirando:
- Madonna, il vostro servo ha tanta pena,
- Che se voi non avete provedenza,
- Io 'l lasciai con sì debole potenza,
- Ched ei non crede mai veder Fiorenza.
- È in suo soccorso lo spirito mio,
- Però da San Miniato si partìo;
- Ed io, che sua difesa sono stata,
-
120Nol posso più difender affannata.
- Dunque vi piaccia lui e me campare,
- Madonna, se mercè volete fare.
page: 127
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the right margin mark line 2 of the poem.
Impressa nelle Rime Antiche.
- Amor, nuova ed antica vanitate
- Tu fosti sempre, e sei 'gnudo com' ombra;
- Dunque vestir non puoi, se non di guai.
- Deh chi ti dona tanta podestate,
- Ch' umanamente il tuo podere ingombra,
- E ciaschedun di senno ignudo fai?
- Provo ciò; chè sovente ti portai
- Nella mia mente, e da te fui diviso
- Di savere e di bene in poco giorno:
-
10Venendo teco, mi mirava intorno,
- E s' io vedea Maddona, ch' ha 'l bel riso,
- Le sue bellezze fiso immaginava;
- E poi fuor della vista tormentava.
- Amor, quando apparisci nuovamente
- Un Angelo ti mostri a somiglianza,
- Dando diletto e gioco in tuo volare.
- Deh! come ben vaneggia quella gente,
- Ch' alla tua fede appoggia sua speranza,
- La qual sotto tue ali fai angosciare!
-
20Provol; chè l' ali mi facean penare
- Più forte assai, che 'l aquila serpente,
- Quando suoi nati divorar volea.
- Tanto ho sofferto più, ch' io non dovea,
- Che gran ragion di biasmar mi consente.
- Tuo convenente non vo' più difendere;
- Chè, s' io potessi, ti vorrìa offendere.
page: 128
- Amor, mendico del più degno senso,
- Orbo nel mondo nato, eternalmente
- Velate porti le fonti del viso.
-
30Deh quanto e com' si truova ogni uom' offenso,
- Cui corrompi in diletto carnalmente,
- Poi il vero lume gli spegni del viso!
- Provo ben ciò; chè la luce del viso
- M' avevi spenta, teco dimorando,
- Senza ragion nutricando mia vita:
- E la memoria avea già sì infralita,
- Che come in tenebre andava palpando;
- E quella Donna, cui data m' aveva,
- S' io la scontrava, non la conosceva.
-
40Amore, infante povero d' etate,
- Per giovinezza sembri uno bambino
- A chi sovente mira il tuo aspetto.
- Deh, com' hai poca di stabilitate!
- Chè sempre sei trovato per cammino,
- Mettendo in corpo umano il tuo difetto.
- Provo ciò; chè 'l tuo senno pargoletto
- M' aveva il debil cor sorviziato
1,
- E l' alma forsennata, e l' altre membra:
- Molte fiate stando teco insembra
2,
-
50E rimembrando tuo giovine stato,
- Dicea: oimè fallace gioventute,
- Come hai poca radice di salute!
Transcribed Footnote (page 128):
1
Sopraviziato.
2
Insieme.
page: 129
- Amore, infaretrato come arcero,
- Non lena mai la foga del tuo arco;
- Però tutti i tuoi colpi son mortali.
- Deh com' ti piace star presto guerrero,
- E sei fatto scheran, che stai al varco
- Rubando i cori, e saettando strali.
- Provol; chè di colpire a me non cali;
-
60Ch' hai tanto al cor dolente saettato,
- Ch' una saetta lo sportò dal segno.
- Ma ben possa io morir sotto il tuo regno,
- Se d' ogni reo di te non son vengiato;
- Che, s' io non so ben saettar quadrello,
- Farò com' fece Caino ad Abello.
- Amor, poichè tu sei del tutto ignudo,
- Non
1 fosti alato, morresti di freddo;
- Chè sei cieco, e non vedi quel che fai.
- Mentre che 'n giovine essenza
2 sarai
-
70L' arco e 'l turcasso sarà 'l tuo trastullo:
- E sei fanciullo, e vuoi pur mostrar
3 drudo:
- Vien, ch' io ti sfido, or oltre a mazza e scudo.
Transcribed Footnote (page 129):
1Cioè
se non fosti.
2
Essere, stato.
3Cioè
mostrarti.
page: 130
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the left margin mark the opening of the sonnet.
DI ANSELMO DA FERRARA
Impresso nelle Rime Scelte de' Poeti Ferraresi.
A FRA GUITTONE
Transcribed Note (page 130):
Anno 1250.
- Chi può aggiunger un dito a sua statura,
- Che Deo non se n' avveggia in lontananza?
- Chi può resurger fuor della bassura,
- Se Deo nol tragga lui all' innorranza?
- Pianto non val per nessuna aventura,
- Nè dolor, nè suspir, nè dispieranza:
- Noi semo di sue man propia pintura,
- Ed ello dà, sì come vuol, l' ombranza.
- Dicol per voi, che non sete parvente,
-
10E non giungete alla prima casone
- Di chi più v' ama, che la vostra zoglia.
- Pregatel lui, ma ben piatosamente,
- E allor vedrete, Frate mio Guittone,
- Che in obblianza v' anderà ogni doglia.
page: 131
Impresso nelle suddette Rime.
- Tinto di morte era tuo santo viso,
- Nè più del Paradiso
- Vi si vedea sembianza.
- E qual serà dinanzi più 'l mio specchio,
- Dov' io trovi splendore,
- Dov' io trovi dolzore?
- Ecco alla morte anch' io m' apparecchio:
- Se più vi rivestite
- Della vostra figura,
-
10Tornerà mia verzura.
- Ma se, Signor, morite,
- Apriti, o sepoltura.
page: 132
Note: Two horizontal lines inscribed in the left margin mark the opening of the poem.
Impresso nelle suddette Rime.
- Di Tomeo le rade penne
- Isdruscite e torpenti,
- Erano quando venne,
- Senz' aprir porta o balcone,
- Cristo drento alla masone;
- E toccar volle con mano
- Ogne piaga al Re soprano;
- Chè credevala menzogna
- De' discipuli credenti.
-
10Perciò n' ebbe gran rampogna:
- Beato chi non vede,
- O serra gli occhi e crede.
page: 133
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 1-14. A small pencil
cross also inscribed in the left margin marks the opening of the sonnet.
DI UGO DI MASSA DA SIENA
Transcribed Note (page 133):
Anno 1250.
- Eo maladico l' ora, ehe 'mpromero
1
- Amai, chè fue per mia disavventura;
- Così coralemente, ch' io ne pero,
- Innamorai: tanto ci misi cura.
- E nulla amante trovo, assai lo chero,
- Che s' assimigli della mia natura.
- Chè Amore è 'n meve tutto, e ho pensero,
- Che s' altri n' ha, neente è che mel fura.
- Amore ed eo sen
2 tutt' una parte
-
10Ed avemo un volero e uno core,
- E s' eo non fosse, Amore non serìa.
- E non pensate ch' eo 'l dica per arte,
- Ma certamente è ver ch' eo sono Amore;
- Chi m' ancidesse, Amore anciderìa.
Transcribed Footnote (page 133):
-
1
In primiero, in prima.
-
2
Seno, per
semo, siamo
Salv.
page: 134
- Per pena, ch' eo patisca, non spavento:
- Tant' amorosamente Amor mi tene.
- Ma quanta gioia pare 'l mio tormento,
- Pensando che di tal parte mi vene.
- Che meglio assai m' è d' altro piacimento,
- E più m' inforza di servir la spene;
- E di ciò mai non vo' cangiar talento,
- Nè non porìa, poi
1 lo voless'
eo bene.
- Così dimostra Amor bon sia fedele
-
10Poi nulla pena tal è che mi senta,
- Che non m' allegri quanto bene avesse;
- Vertù di voi è che la sperge e dele
2,
- Chè mia soffrenza non sterìa contenta,
- Che non languisse, se pene tenesse.
Transcribed Footnote (page 134):
1
Ancorchè, benchè Salv.
1
Cancella, annienta dal Latino
deleo Salv.
page: 135
Impresso ne' Commentarj della Volgar Poesia
del Crescimbeni.
- Uno piacere dal core si move,
- E di vedere gli occhi lo sentenza,
- E nascene un pensiero, che rimove
- In molte guise il core dall' intenza,
- Tanto lo bene, che se ne commove
- In giudicar lo cor non ha potenza,
- Che d' amore feruto è di me dove
- Dentro dal corpo ov' è la conoscenza.
- Però nullo mi val conoscimento,
-
10Poi ch' è feruto sì crudelemente
- Di quello foco, ch' arde e non si spegne.
- Dunque lo core è sempre giudicato
- Dagli occhi, che gli mostrano il piacere
- Onde lo mena, e lo tiene, e distregne.
page: 136
DI ONESTO BOLOGNESE
Transcribed Note (page 136):
Anno 1250.
- Se con lo vostro val mio dire e solo
- Supplico lei, cui siate ad ubbidienza
- Che ristori a tutta vostra parvenza
- Ch' eo so che voi 'l cherete senza dolo.
- Di voi fe' pruova di gioia il valore
- Quando di ragion parve ver voi sene
- Che val più gioia pena anzi a cui vene,
- E lui loda lo vostro amadore,
- Dicendo: questi è buon combattitore;
-
10Servito m' ha facendoli malizia,
- Onde non m' è mestier farli mestizia
- D' alcun diletto, ch' è degno d' onoro.
- Ed amor dato m' ha di fe' contezza
- Sì che ciò dir per voi non m' è
gravezza.
- Quando gli appar Amor prende suo loco,
- Sendo deliberato, non dimora
- In cor che sia di gentilezza fora;
- E ove il suo piacer truova non poco,
- Sforza pur quel che l' ha già 'n suo desio;
-
20E tanto li diletta darli torto
- Ch' al sofferente sa me' di gio' porto,
- E doglia e pena che chi li servìo;
- Sì che piangendo alla Donna sen gìo,
- Ed ella per pietà li diè ristoro
page: 137
- Ah quanto vuol d' amor prego ed esoro
1
- Fal servo vil perd' amor là ulìo.
- Dunque non pecca morte in alcun lato
- Se non tal quel ch' è all' amore ingrato.
- Conceduto ha la donna che l' amasse,
-
30Suggetto che lealmente servìa,
- Conquiso che difesa non avìa,
- Purchè a lei 'l suo servir non gravasse:
- Sicchè omai la sua mente divide
- Dal suo contraro e canoscenza dielle,
- Quanto ha chiamato morte amaro felle,
- Pur vi rimembri dove Amor mo siede
- Che laude far d' altrui il se n' avvede,
- Onde poi cresce d' amor più l' aita;
- Lo qual io prego che vi dea compita
-
40Disianza che ogn' altro bene eccede;
- A voi cred' e' che non sarà più duro,
- Ma per invidia agli altri sarà oscuro.
- Piacemi d' esser vostro nella luna
- Stella d' Amore a qual mi son segnato;
- Ella ha 'l mio core dal vostro furiato
-
60E voglio aver, che n' è cosa comuna.
- E parmi certo che molto disvaglia
- Gioia disfatta con martiri e guai
- Se non l' ha cara via più che giammai
- Uom a chi è creduto che la vaglia
- Non vi giuochi amico alcuno a faglia,
- Nè per proferer vostro in una sorte
- Vogliate alcuno, chè troppo forte
- Cosa è donar di quel che 'l cor dismaglia.
- Però fate di gioia buon riservo,
-
70Che per altrui il non in soi protervo.
page: 139
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 4-5, 8-10, and 14-15.
- Ahi! lasso taupino! altro che lasso
- Non posso dir; sì io sono a greve meso,
- Sentomi 'l cor e ciascun membro preso
- Morir sì forte d' oltre a morte passo.
- Celar non posso più la greve noia:
- Tanto contr' a me poia
1
- Pena mortale e rea disavventura.
- Però quanto più dura
- La vita mia, più soverchia il dolore:
-
10Male ad uopo meo m' ha fatto Amore.
- Sì mal fu' creato Amor ad uopo meo
- Che m' è vergogna dir ciò che m' incontra.
- Tutto fu fatto solo a mia incontra;
- Però nol chiamo Amor, ma amaro e reo,
- Per cui lo cor meo chiamo core morto,
- Ingiuriato a torto,
- Ed ancor me per lui chiamo mal nato,
- Perch' è sì sventurato
- Ch' ogni mio membro si batte e s' adira;
-
20Piango negli occhi e l' anima sospira.
- Ragion non fa chi m' accusa e riprende,
- Chè contro al mio volere Amor mi mena;
- Ma chi non si conduol della mia pena,
- Secondo umanità, pietade offende.
- Dolor sente ciascun naturalmente,
- Che dovria tutta gente
- Gir per chiamar pietà alla donna mia;
- E quando va per via
- Devrìa ciascun gridar mercè mercede,
-
40Chè non m' ancida s' eo l' amo di fede.
- Di fede e di pietà, Canzon, vestita
- Va alle Donne e gettati a lor piede,
- Chè preghin quella che aggia mercede
- Un po', per Deo, della mia lassa vita.
- Dì che Deo, sì come ama pietate,
- Condanna crudeltate
- La 'nde di ciò assai più mi dogli' eo
- Con fede mea per Deo
- Che in ogni parte ha messo stato buono;
-
50Ma quanto per me posso, io gliel perdono.
page: 141
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the right margin mark the opening of the poem.
- Poi non mi punge più d' amor l' ortica,
- Che sembra dolce ogni tormento amaro,
- Anzi ne son lontan più che dal caro,
- Suo vil poder non prezzo una mollica.
- E quella sconoscente mia nemica
- D' ogni larghezza ha ben colmo lo staro,
- A cui non piace lo fallir di raro;
- Cotanto se e sua vita notrica.
- E già nel operar non s' affatica,
-
10Cotanto parli
1 dilettoso e caro
- Ciò che la disonesta quella antica.
- Amico, io t' aggio letto la Rubrica;
- Provedi al Negro, che ciascun tuo paro
- A lei e ad Amor fatt' ha la fica.
Transcribed Footnote (page 141):
1
Pare a lei.
page: 142
Manuscript Addition: Dante
Editorial Description: Inscribed by Gabriele Rossetti beneath two horizontal lines alongside the opening lines of the poem.
Impresso nelle Rime Antiche, e nella Bella Mano.
A MESSER CINO.
- Siete voi, Messer Cin, se ben v' adocchio,
- Si che la verità par che lo sparga,
- Che stretta via a voi rassembra larga
- Spesso vi fate dimostrare ad occhio.
- Tal frutto è bono, che di quello il nocchio,
- A chi assapora, molto amaror larga,
- E ben lo manifesta vostra targa,
- Che l' erba buona è tal come il finocchio.
- Più per figura non vi parlo avante,
-
10Ma posso dire ben me ne ricorda,
- Ch' a trarr' un baldovin vuol lunga corda.
- A Cielo e che follia dire s' accorda
- Allor non par che la lingua si morda,
- Nè ciò vi mostrò mai Guido,
nè Dante.
page: 143
Impresso nell' Allacci.
A FRA GUITTONE.
- Vostro saggio parlar, ch' è manifesto
- A ciaschedun, che senno aver desìa,
- E 'l cortese ammonir dal qual richiesto
- Sono per rima di Filosofia,
- M' ha fatto certo sì ben chiosa in testo,
- Caro mio Frate Guitton, ch' io vorrìa
- Mutuar
1 ciò ch' ha da la ragion in presto
- O ver perseguitar sua dritta via,
- Di ch' io ringrazio voi; ma ragionando
-
10Dico, ch' ho visto divenir beato
- Uom non giusto: ciò considerando,
- Spero trovar perdon del mio peccato,
- Lo nome e 'l fatto sì ben accordando,
- Ch' io ne saraggio nella fin lodato.
Transcribed Footnote (page 143):
1Dal Latino
Mutuari Salv.
page: 144
Manuscript Addition: V. page 269
Editorial Description: DGR's note at the upper left
Note: There is a small cross marking the beginning of the sonnet. Words in line 1 and 2 are underlined in pencil.
Impresso nell' Allacci.
- La dispietata, che m' ha giunto il
Giovi-
-
Dì della cena, la 'nd' io morte attendo,
- Non dice, del fallare io m' imprendo,
- Anzi le piace ch' io la morte provi.
- Dunque che fai, Amor, che non ti movi?
- Già sai che di neente mi contendo,
- E per ben ubbidir sempre l' offendo;
- Fa che pietosa oramai si trovi.
- Per me nol dico, chè non mi varria;
-
10Ma per avanti trar la sua virtute,
- Che manca sol per quello ch' ha sofferto.
- Di me che sono a crudel vita offerto,
- Tanto ha sdegnato per darmi salute
- Quella, che più valer nom mi porrìa.
page: 145
Manuscript Addition: Giudizio Un[iversale]
Editorial Description: Gabriele Rossetti's truncated note beside line 1
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines
1-14
Impresso nell'Allacci.
- Quella crudel stagion, che a giudicare
- Verrà il nostro Signor tutto lo mondo;
- E non sarà alcun uom, che consolare
- Possa il suo cor, e quanto vuol sia mondo.
- Che'l tremerà la terra e lo mare,
- Ed aprirassi il Ciel per lo gran pondo;
- E vorrà il giusto volentier campare;
- E dirà il peccator, dove mi ascondo?
- E non sarà nessun Angel divino,
-
10Che non abbia paura di quell'ira,
- Fuor che la Vergin Donna, nostra guida.
- Or com'farò, che di peccar non fino
- Ell'è simile che son presso a sira
1
- Se li suoi giusti preghi non m'aida
2.
Transcribed Footnote (page 145):
1
Sera.
2
Aite.
page: 146
- Davanti voi, Madonna, son venuto
- Per contare la mia grave doglienza,
- E como mortalmente m' ha feruto
- Di voi l' Amore per sua gran potenza;
- Che 'l cor dal corpo sì m' ha dipartuto,
- Sì che di morir aggio gran temenza,
- Se non mi date vostro dolce aiuto
- Campar non posso, nè aver sofferenza.
- Donqua per Deo non vi piaccia ch' eo pera,
-
10Nè sofferi pena tanto crudele,
- Che mi fa star a morte prossimano.
- Però rapresento a voi, fresca cera,
- Non m' aucidiate, poi son sì fedele,
- Che 'l cor e 'l corpo metto in vostra mano.
page: 147
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the right margin mark the opening of the poem. A
vertical pencil line inscribed in the left line brackets lines 13-14. A pencil arrow inscribed
in the right margin draws attention to line 14.
Impresso nell'Allacci.
- Non so, s' è mercè, che mo vene a meno,
- O è sventura, o soperchianza d'arte,
- Che per la mia donna Luni, e Marte,
- E ciascun dì con se ragiona appieno.
- Più d'uom vivente crudel vita meno,
- Nè mai mi disse: dalla morte guarte
1,
- Mercè voi, che son già gli spirti sparte,
- E che ne avete stanco un uom terreno.
- E se forza di Amor con dritta prova
-
10Mi concedesse di umiltà vestita,
- Ch' i' la trovasse sol un'ora stando,
- Fora tanto gioiosa la mia vita,
- Che quale mi conosce, riguardando
- Vederìa in me di Amor figura nova.
Transcribed Footnote (page 147):
1
Guardati.
page: 148
Impresso nelle Rime Antiche
A MESSER CINO.
- Sì m' è fatta nemica la mercede,
- Che sol di crudeltà per me si vanta;
- E s' io ne piango, ella ne ride e canta,
- E 'l mio doglioso pianto ella non crede.
- E che mai non fallai conosce e vede
- In ver di quella disdegnosa e santa;
- Ch' alla sua guisa la mena ed incanta,
- E quando vuol, la prende in la sua rede
1
- Se per me la vertù stessa si lede,
-
10Amor, che suole aver potenzia tanta,
- Come a tale offesa non provvede?
- Se mai coglieste frutto di tal pianta,
- Mandatelomi a dir; chè n' ho tal sede
2,
- Che tutto il cor questo disio mi schianta.
Transcribed Footnote (page 148):
1
Reto.
2
Sete.
page: 149
Note: Two vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 10-11.
Impresso nelle Rime Antiche.
A MESSER CINO.
- Quella, che in cor l' amorosa radice
- Mi piantò nel primier che mal la vidi,
- Cioè la dispietata ingannatrice,
- A morir m' ha condotto, e tu nol cridi.
- Gli occhi miei mira morti in la cervice,
- Ed odi gli angosciosi del cor stridi:
- E dell' altro mio corpo ogni pendice,
- Che par ciascuna della morte gridi.
- A tal m' ha giunto mia Donna crudele,
-
10Ch' entro tal dolor sento in ogni parte,
- Che l' alma a forza dallo cor si parte:
- Che 'l mio dolzor con l' amaror del fele
- Ha già ben visto Amor com' si comparte:
- Ben ti consiglio a ciò mai non fidarte.
page: 150
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the left margin mark the opening of the sonnet.
Impresso nelle Rime Antiche.
A MESSER CINO.
- Assai son certo, che sementa in lidi,
- E pon lo suo color senza vernice,
- Qualunque crede che la calcatrice
- Prender si possa dentro alle mie ridi
1.
- E già non son sì nato fra gli Abnidi,
- Che io pensi mai di trovarla amatrice,
- Quella, che è stata di me traditrice
- Nè spero il dì veder, sol che mi sfidi
- Mercè d' Amor, che mi consuma e dele,
-
10E ciascuna speranza da me parte,
- Ma del servir prescrizione e carte
- Tu tien, che non conosci acqua di fele
- Nel mar, dov' ha ogni allegrezze sparte,
- Che val ciascuna più, ch' amor di parte
Transcribed Footnote (page 150):
1
Reti.
page: 151
Impressa nelle Rime Antiche.
- La partenza, che fo dolorosa,
- E gravosa più d' altra m' ancide
- Per mia fide di voi, bel diporto.
- Sì m' ancide il partir doloroso,
- Che gioioso a venir mai non penso.
- Nanti uscito son quasi del senso
1
- Nel meo cor mai di vita pauroso
- Per lo stato gravoso e dolente
- Lo qual sente: donqua com' firaggio
2?
-
10M' ancideraggio per men disconforto.
- S' eo mi dico di dar morte fera,
- Gioi' stranera non vi paia audire
- A null' nomo dello meo languire,
- Della pena dogliosa e crudera,
- Che dispera lo coraggio e l' alma.
- Tant' ho salma di pena, e abbondanza;
- Poi pietanza mercè fece torto.
- Torto fece, e fallîo ver me lasso
- Ch' eo trapasso ogni amante leale,
-
20E ciascun giorno più cresce e sale
- L' amor fin, ch' ho fermato nel casso
3,
Transcribed Footnote (page 151):
1
Senno Salv.
2
Farò Salv.
3
Petto Salv.
page: 152
- E non lasso per nulla increscenza,
- Che soffrenza conven che pur sia,
- Chi disia l' amoroso apporto.
- Poi il penare in altrui non si trova,
- Nè s' adovra in altrui, fuor che meve,
- Pianto mio, vanne a quella che deve
- Rimembrarsi di mia vita povra;
- Dì, che scovra ver me suo volere;
-
30Se 'n piacere gli è ch' eo senta morte,
- A me forte grandisce esser morto.
page: 153
Impresso nell' Allacci.
- Quel che per lo caval perdè la mescola
- Giammai non torna a ciò, se non la trova.
- Cademi in mar ghirlanda, vo, e pescola;
- Fol senza red
1, perdone affanno e piova.
- La mia persa studioso accrescola;
- Cade la brina; non val che su i
2 piova.
- Per gran freddura l' augelletta adescola,
- Talor la piglio, e non è cosa nova
- Grande savere senza esperienza:
-
10E potete Signor, non operando
3,
- Far come quel ch' al mur batte semente.
- Di ciascheduna cosa la sentenza
- Mi fa doler di te, tanto ch' eo spando
- Spesso con gli occhi il dolor della mente.
Transcribed Footnote (page 153):
1
Rede, rete Salv.
2
Ivi, vi Salv.
3
Operante.
page: 154
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the left margin draw attention to the opening
line of the sonnet. A small pencil cross is inscribed above the lines. A horizontal line is
inscribed in the left margin marking line 6.
Impresso ne'Commentarj della Volgar Poesia
del Crescimbeni.
Transcribed Note (page 154):
Anno 1250.
- Se vi stringesse, quanto dite, amore,
- Che vi mettesse in dubio di finita,
- Voi stareste lontano dal Signore,
- Messer Onesto, che vi può dar vita.
- Voi passereste per lo mar maggiore,
- Non che per l'Alpi, ch'hanno via spedita,
- Per rallegrar di gioia il vostro core
- Per la veduta, che me non aita.
- Anzi mi fa maggiormente dolere,
-
10Ch' i' non posso trovar guado, nè ponti,
- Ch'alla mia donna gir possa o mandare.
- Chè maggior pena non si può avere,
- Che veder l'acque nelle chiare fonti,
- E aver sete, e non poterne bere.
page: 155
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the
poem.
DI MAESTRO MIGLIORE
DA FIORENZA
Impresso ne'Commentarj della Volgar Poesia
del Crescimbeni.
Transcribed Note (page 155):
Anno 1250.
- Amor, s' eo parto, il cor si parte e dole,
- E vuol disamorare e innamura.
- Tant' ho guardato al raggio dello Sole,
- Che ciò, ch' eo veggio, par di sua natura.
- Lo cor ciò, ch' ha voluto, non disvole,
- E lo voler l' aucide, se li dura,
- Membrandoli la gioia, ch' aver suole;
- Ch' ogni altra vita a morte lo spaura.
- Oi lasso, che non è gioia d' Amore
-
10A nessun uomo, che di bon cor ama,
- Che non aia più doglia, che dolciore.
- Lo cominciare è doglia a chi lo brama;
- E lo finire è doglia, e più dolore;
- E 'l mezzo è doglia, e conforto si chiama.
page: 156
DI ONESTO BOLOGNESE
Transcribed Note (page 156):
Anno 1250.
- Se con lo vostro val mio dire e solo
- Supplico lei, cui siate ad ubbidienza
- Che ristori a tutta vostra parvenza
- Ch' eo so che voi 'l cherete senza dolo.
- Di voi fe' pruova di gioia il valore
- Quando di ragion parve ver voi sene
- Che val più gioia pena anzi a cui vene,
- E lui loda lo vostro amadore,
- Dicendo: questi è buon combattitore;
-
10Servito m' ha facendoli malizia,
- Onde non m' è mestier farli mestizia
- D' alcun diletto, ch' è degno d' onoro.
- Ed amor dato m' ha di fe' contezza
- Sì che ciò dir per voi non m' è
gravezza.
- Quando gli appar Amor prende suo loco,
- Sendo deliberato, non dimora
- In cor che sia di gentilezza fora;
- E ove il suo piacer truova non poco,
- Sforza pur quel che l' ha già 'n suo desio;
-
20E tanto li diletta darli torto
- Ch' al sofferente sa me' di gio' porto,
- E doglia e pena che chi li servìo;
- Sì che piangendo alla Donna sen gìo,
- Ed ella per pietè li diè ristoro
page: 157
- Ah quanto vuol d' amor prego ed esoro
1
- Fal servo vil perd' amor là ulìo.
- Dunque non pecca morte in alcun lato
- Se non tal quel ch' è all' amore ingrato.
- Conceduto ha la donna che l' amasse,
-
30Suggetto che lealmente servìa,
- Conquiso che difesa non avìa,
- Purchè a lei 'l suo servir non gravasse:
- Sicchè omai la sua mente divide
- Dal suo contraro e canoscenza dielle,
- Quanto ha chiamato morte amaro felle,
- Pur vi rimembri dove Amor mo siede
- Che laude far d' altrui il se n' avvede,
- Onde poi cresce d' amor più l' aita;
- Lo qual io prego che vi dea compita
-
40Disianza che ogn' altro bene eccede;
- A voi cred' e' che non sarà più duro,
- Ma per invidia agli altri sarà oscuro.
- Amico, poi che servo vi consente
- Piena di grazia e di virtù posare,
- Denno gli vostri spiriti accordare
- L' alma allo core e 'l corpo all' ubbidiente.
- Le verrà, parmi, lo vostro disiro
- Ch' Amor parlando ove non è martire
- Accordò il vostro cor nel suo cherire,
-
50Perchè tormento nè penser vi diro
- Ma a voi certo eo via più disiro.
Transcribed Footnote (page 157):
1
Prego vivamente, dal Latino
exoro Salv.
page: 158
Impresso ne' Commentarj della Volgar Poesie
del Crescimbeni.
A CHIARO DAVANZATI
Transcribed Note (page 158):
Anno 1250.
- Ser Chiaro, lo tuo dir d' ira non sale,
- E non si loca in loco là dov' ora
- Però che 'l turbi in turbe, in zambre, in sale
- Poichè non vedi vado al tuo fium' ora.
- Che te ne pare pure a matto sale
- In massa messo non fu là ve mora
- Quando alla fonte fante fosti sale
- Queste parole pora' le saver ora
- S' avìa 'l ver dir, ch' al ver d' oro l' enfiare,
-
10E bell' è in ballo, e nello gioco l' asso
- Mi fa in fe' perditore e temente.
- Vaglio non volio, e tu non sai fior fare,
- Ma veni vano, e torto riman l' asso,
- Folle che falli non dir mantenente.
page: 159
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the poem.
- Levandomi speranza
- D' aver gioia compita per amore,
- Piacque alla donna mia ch' eo li sia amante.
- E dammi sicuranza
- Del suo piacente e pietoso core,
- Dell' amoroso suo gaio sembiante.
- Sì ch' eo non ho dottanza
- Di star leale amante e servidore,
- E ch'eo non sia di gioi' più d'altro amante.
-
10E mercè fa pietanza,
- E pietà face d'amar lo dolzore,
- E bon servir fa servo bene stante.
- Ed eo, che son servente più d' altr', amo
- Donna più d'altra gente
1,
- Canto ed allegro, e gioi' attendo e spero
- Da lei, cui servo, e cui mi son donato.
- E se davanti mercede le chiamo,
- So che non l' è spiacente;
- Però mi riconforto, e non dispero,
-
20Avvegna
2 in tutto gioir m'ha vietato.
Transcribed Footnote (page 159):
1
Gentile Salv.
2
Avvegnachè Salv.
page: 160
DI MESSER LO ABBATE DI NAPOLI.
Impresso nell' Allacci.
Transcribed Note (page 160):
Anno 1250.
- Nobil esemplo è quel dell' uom selvaggio
1,
- E di ciascun notabil documento,
- Lo qual nel tempo aspetta mutamento,
- E sempre riconforta suo coraggio
2.
- Similemente face l' uom, ch' è saggio:
- Sempre si chiama e tenesi contento;
- Non lo conturba nullo avvenimento;
- Così comparte il pro con il dalmaggio.
- Lo mondo è posto in rota di fortuna;
-
10Cresce e discresce molto spessamente
- Sì com vegemo
3 che face la luna.
- Per ciò l' uomo, che vive saggiamente,
- In lui non pone spen, nè fede alcuna,
- Ma lo disprezza, ed hallo per niente.
Transcribed Footnote (page 160):
1
L' uomo selvatico solea dire, dopo il cattivo tempo
ha
a venire il buono, post nubila Phœbus
Salv.
1
Core Salv.
3
Veggiamo Salv.
page: 161
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the
poem.
Impresso nell' Allacci.
- Io mi confesso a te, o Signor Deo,
- Di ciò, che gravemente ho colpato:
- De' mal pensieri nello core meo;
- Con la persona ho male operato,
- Com' uomo misliale
1 falso e reo;
- E con la bocca aggio male parlato;
- Lasciato aggio lo bono per lo reo
2:
- Così m' ha l' inimico ingannato.
- Vidi giù questo secolo passare,
-
10E ho abuto
3 solazzo e diporto,
- Lo quale mi serà dolore e pianto.
- Signore Deo, aiutami campare;
- Conduci me al tuo securo porto,
- Ove gli Angeli fanno dolce canto.
Transcribed Footnote (page 161):
1
Infedele Salv.
1
Reità, male.
3
Avuto, da
abbo Salv.
page: 162
Manuscript Addition: Vita Nuova / [?]no sonnetto
Editorial Description: Gabriele Rossetti's note to the left of the poem.
Note: Each of the stanzas is bracketed by a vertical pencil line. Line
4 is underlined in pencil.
DI ALBERTINO CIROLOGO
DA TREVISO.
Impresso nell' Allacci.
Transcribed Note (page 162):
Anno 1250.
- Pensando lo dolor, che aver solìa
- Pieno di gioia con grande viltate,
- Da quella Donna, che 'n gran potestate
-
Lo core stretto in sua mano tenìa;
- Sì che rimedio già non vi sentìa,
- Sol che ver lei clamare, oh pietate,
- Aitami di tanta crudeltate,
- E trammi fuor d' orribil signorìa.
- E Amor, che sempre mai è pietoso
-
10D' udir ciascun soggetto suo a ragione,
- Subito mi cavò di tal prigione.
- Lieto, gaio serai tutte stagione:
- Prendi costei, e non star più pensoso,
- E 'l nome suo nel cor ti porta ascoso.
page: 163
Note: A pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem
DEL CONTE GUIDO NOVELLO
DA POLENTA.
Transcribed Note (page 163):
Anno 1250.
- Ogni diletto e bene
- Per ciascun spirto infra il mio cor è miso
- Quando riguardo il viso
- Di chi suggetto e servo Amor mi tene.
- In lei figuro perfetta beltade
- Sì come cosa, ch' ha Natura ornata
- Sol per mostrar suo alto operamento;
- Della qual scende nuova caritade,
- Che sopra ogni disìo mi tene alzata
-
10La mente d' amoroso pensamento.
- Poi sì gioiosa allento
- L' anima, che nel cor riceve e sente
- Veder propriamente
- Penso per cui vertù creata viene.
page: 164
Note: Horizontal pencil lines inscribed in the left margin mark lines 4 and 5.
Impressa nella Poetica del Trissino.
- Madonna, per virtute
- D' Amor la pena m' è gioia, pensando
- Che giusto affanno fa dolce salute,
- E sempre vive quel, che more amando.
- Questa è la vita e 'l ben per ch' io vi servo,
- E perchè 'l vostro orgoglio Amor non parte
- Dal cuor, ma pur inalza il suo potere;
- Che 'l mio servir col bon pensier comparte
- In vostr' onor, per cui disìo conservo,
-
10E quanto vi contenta m' è in piacere.
- Di voi così volere
- M' è tanto d' allegrezza, imaginando
- Che sol bontate fa servir valere;
- Nel qual diletto ognor vo pur montando.
page: 165
Impressa nella suddetta Poetica.
- Novella gioia il core
- Mi muove d' allegrezza
- Per la somma dolcezza,
- Che tuttor sento per grazia d' Amore.
- Più d' altrò amante mi deggio allegrare,
- E star sempre gioioso
- Ch' Amor per grazia m' ha fatto montare
- In stato dignitoso,
- Ed ha dato riposo
-
10Al mio grave languire,
- Facendomi sentire
- Con conoscenza il suo gentil valore.
page: 166
Impressa nella suddetta Poetica.
- D' Amor non fu giammai veduta cosa
- Tanto leggiadra e bella,
- Com' è questa donzella,
- Per cui simil disìo nel mio cor posa.
- Così porto 'l disìo, come la vista,
- Che l' alto imaginar nel cor dipinge;
- Quando avran gli occhi poi sì dolce vista?
- Onde fuoco d' Amor la mente cinge;
- Sì che tutt' ardo, che 'l piacer gli acquista,
-
10Che sempre in disiar lei più mi pinge
- Sperando la virtù, che donna stringe
- Alla mercè verace,
- Dì tal guerra aver pace,
- Come degno convien, chi chieder l' osa.
page: 167
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 1-2.
DEL CONTE DI SANTA FIORE
Transcribed Note (page 167):
Anno 1250.
- In ogne membro un spirito m' è nato
- E intelletto d' innamorato core,
- E sentome d' Amor tutto infiammato
- Che un punto di carne non è fore.
- E le sospiro meo, quando lo fiato
1,
- Eo sento ben che va piangendo Amore;
- Amore m' ene tanto devisato
- Più infra me, che non è lo colore.
- Amore è in me tanto convenuto,
-
10Ch' ello ha fatto uno spero là unde vae,
- Che sì stretto non può partir sol stando.
- A poco a poco fuor va per aiuto,
- Gettandone l' angosce, che dentr' hae:
- Così di morte campo argumentando.
Transcribed Footnote (page 167):
1Cioè
fiato Bisc.
page: 168
Note: A pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem. A vertical
pencil line inscribed in the left margin brackets lines 9-10.
DI FOLGORE DA SAN GEMINIANO
Tutti i Sonetti di questo Poeta sono impressi nell' Allacci.
Transcribed Note (page 168):
Anno 1260.
- Cortesìa, Cortesìa, Cortesìa clamo,
- E da nessuna parte mi risponde;
- E chi la dee mostrar, sì la nasconde;
- E perciò, a cui bisogna, vive gramo.
- Avarizia le genti ha prese all' amo,
- Ed ogni grazia distrugge e confonde.
- Però s' eo mi doio
1, eo so ben onde;
- Di voi possente a Deo me ne riclamo,
- Che la mia madre Cortesìa avete
-
10Messa sì sotto 'l piè, che non si leva;
- Là ve si sta, voi non ci rimanete.
- Tutti siem
2 nati di Adamo e di Eva.
- Potendo, non donate e non spendete:
- Mala ha natura chi tai figli alleva.
Transcribed Footnote (page 168):
1
Doglio, dolgo.
2
Siamo.
page: 169
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the right margin mark the opening of the poem, and the page number has been circled.
- Fior di vertù si è gentil coraggio
1;
- E frutto di vertù si è onore;
- E vaso di vertù si è valore;
- E nome di vertù è uomo saggio;
- E specchio di vertù non vede oltraggio;
- E viso di vertù chiaro colore;
- Ed amor di vertù buon servitore;
- E dono di vertù dolce lignaggio;
- E loco di vertù è cognoscenza,
-
10E seggio di vertù amor reale,
- E poder di vertù è sofferenza;
- E opra di vertù esser liale;
- E braccio di vertù bella accoglienza;
- Tutta vertù è render ben per male.
Transcribed Footnote (page 169):
1
Core.
page: 170
- Amico caro, non fiorisce ogni erba,
- Nè ogni fior, che par
1, frutte non porta;
- E non è vertuosa ogni verba
2;
- Nè ha vertù ogni petra
3 ch'
è orta
4.
- Tal cosa val matura, e tale acerba;
- E tal si par doler, che si conforta:
- Ogni acra, che par, non è superba;
- Cosa è che getta fiamma, e pare morta.
- Però non si convene ad uomo saggio
-
10Voler adesso far d' ogni erba fasso
5,
- Nè d' ogni petra caricarsi 'l dosso,
- Nè voler trar d' ogni parola saggio,
- Nè con tutta gente andare a passo;
- Senza ragion a dir io non son mosso.
Transcribed Footnote (page 170):
1
Pare, appare.
2
Verbo, parola Salv.
3
Pietra.
4
Nata.
5
Fascio.
page: 171
- Alla brigata nobile e cortese,
- E a tutte quelle parte dove sono,
- Con allegrezza stando sempre, dono
- Cani, uccelli, e denari per ispese.
- Ronzin portanti, quaglie a volo prese,
- Bracchi, levrier corrier, veltri abbandono.
- In questo regno Niccolò corono,
- Perch' ell' è fior della Città Sanese.
- Tingoccio, Atuin di Togno, ed Ancaiano,
-
10Bartolo, e Mugaro, e Fainotto
1,
- Che paiono figliuoli del Re Pano
2;
- Prodi, cortesi più che Lancillotto;
- Se bisognasse, con le lance in mano
- Farìano torneamenti a Cambellotto
3.
Transcribed Footnote (page 171):
1
Tuttii nomi di Sanesi Salv.
2
Del Dio Pane; cioè
Saturi: lo chiama Re perchè lui
la corona a punte
, cioè
le corna Salv.
3Vedi
Tavola Ritonda Salv.
page: 172
Note: Words on lines 2, 4, and 5 are underlined in pencil.
Manuscript Addition: master arras-maker
Editorial Description: Note written in pencil above the underlined word
"Arazzaio".
Manuscript Addition: vento che soffia / tra mezzo dì e ponente
Editorial Description: Note written in
pencil underneath the word "Garbino" in line 8.
Manuscript Addition: vento / settentrionale / altrimente / Aquilone
Editorial Description: Note written in
pencil to the right of the word "Rovaio" in line 8.
- I dono vai
1 nel mese di Gennaio,
- Corte con fochi e di
salette accese,
- Camere e letta d' ogni bello arnese,
- Lenzuol di seta, e copertoi di
vaio;
- Treggea
2, confetti, e messere
Arazzaio,
- Vestiti di doagio
3 e di rascese
4
- E 'n questo modo star alle difese
- Mo ch' ha Sirocco, Garbino, e Rovaio.
- Uscir di fora alcuna volta il giorno,
-
10Gittando della neve bella e bianca
- A le donzelle, che staran dattorno.
- E quando fosse la compagnia stanca
- A questa Corte facciate ritorno,
- E si riposi la brigata franca.
Transcribed Footnote (page 172):
1
Pelli, abiti di pelle.
2
Confetti di varie guise Salv.
3
Panno, così
detto da
Doagio città di Fiandra
Salv.
4
Da rascia, spozie di panno di lana Salv.
page: 173
Manuscript Addition: leashes for hounds
Editorial Description: DGR's note above “guinzagli” in line 5
Manuscript Addition: obstinacy / stupidity
Editorial Description: DGR's note to the right of “capaccia” in line 8
- Di Febbraio vi dono bella caccia
- Di cervi, cavrioli, e di cinghiari;
- Corte gonnelle, e grossi calzari,
- E compagnia, che vi diletti e piaccia.
- Con de'
guinzagli e segugi
1 da traccia,
- E le borse fornite di denari,
- Ad onta degli scarsi e degli avari,
- Che di questo vi dan briga e
capaccia.
- E la sera tornar coi vostri fanti,
-
10Carcati della molta salvagina,
- Avendo gioia, allegrezza, e canti.
- Far trar del vino e fumar la cucina,
- E fin al primo sonno star raggianti
2,
- E po' posar in fin alla mattina.
Transcribed Footnote (page 173):
1
Segugio, spezie di bracco Salv.
2
Desti, colle luci aperte Salv.
page: 174
Manuscript Addition: non est ino.
Editorial Description: DGR's note beside line 3 and relating to “dentali”
- Di Marzo sì vi do una peschiera
- D'anguille, trote, lamprede, e salmoni
1,
- Di
dentali, delfini, e storioni,
- D' ogn' altro pesce in tutta la rivera,
- Con pescatori e navicelle a schiera,
- E barche, e saettìe, e galeoni,
- Le qual vi portino tutte stagioni
- A qual porto vi piace alla Primera
2,
- Che sia fornito di molti palazzi,
-
10D' ogn' altra cosa che vi sie mestero
3,
- E gente v' abbia di tutti solazzi.
- Prete non v' abbia mai, nè monastero.
- Lasciate predicare i Frati pazzi,
- Ch' hanno troppe bugìe e poco vero.
Transcribed Footnote (page 174):
1
Salamoni, sermoni Salv.
2
Primavera.
3
Sia mestiero.
page: 175
- D' Aprile vi do la gentil campagna
- Tutta fiorita di bell' erba fresca;
- Fontane d' acqua, che non vi rincresca,
- Donne e donzelle, per vostra compagna
1,
- Ambianti
2, palafren, destrier di Spagna,
- E gente costumata alla francesca
3;
- Cantar, danzar alla provenzalesca
4
- Con istrumenti novi d'Alemagna.
- E dattorno vi sian molti giardini,
-
10E giachito
5 vi sia ogni persona.
- Ciascun con reverenzia adori e 'nchini
- A quel gentil, ch' ho dato la corona
- Di pietri preziosi gli più fini,
- Ch' ha Presto Giovan
6, Re di Babilona.
Transcribed Footnote (page 175):
1
Compagnìa Salv.
2
Dicesi de' cavelli, muli, asini, che van di
portante
Salv.
3
Alla francese Salv.
4
Canti e balli provenzali Salv.
5
Gecchito, umile, basso Salv.
6
Giovanni Salv.
page: 176
Manuscript Addition: vesti sottili
Editorial Description: DGR's note beside line 6 and relating to “zendadi”
- Di Maggio sì vi do molti cavagli,
- E tutti quanti siano affrenatori,
- Portanti tutti, dritti, e corridori,
- Pettorali, testiere di sonagli,
- Bandiere, e coverte a molti tagli
1
- Di
zendadi e di tutti colori,
- Le targhe a modo di armeggiatori,
- Viole, rose, e fior ch' ogni uomo abbagli.
- Rompere e fiaccar bigordi
2 e lance,
-
10E piover da finestre e da balconi
- In giù ghirlande, e in su mele rance,
- E pulzellette, giovene, e garzoni
- Basciarsi nella bocca e nelle guance;
- D'amore e di goder vi si ragioni.
Transcribed Footnote (page 176):
1
Coverte intagliate Salv.
2
Aste.
page: 177
Manuscript Addition: lemons
Editorial Description: DGR's note beside line 3 and relating to “lomie”
- Di Giugno dovvi una montagnetta
- Coverta di bellissimi arboscelli,
- Con trenta ville e dodeci castelli,
- Che siano intorno ad una Cittadetta;
- Ch' abbia nel mezzo una sua fontanetta,
- E faccia mille rami e fiumicelli,
- Ferendo per giardini e praticelli,
- E rinfrescando la minuta erbetta.
- Aranci, e cedri, dattili, e
lomìe,
1
-
10E tutte l'altre frutte savorose,
- Impergolate siano per le vie.
- E le genti vi sian tutte amorose,
- E faccianvisi tante cortesie,
- Ch' a tutto il mondo siano graziose.
Transcribed Footnote (page 177):
1
Lumie, sorte d' argume Salv.
page: 178
Manuscript Addition: a white Tuscan wine
Editorial Description: DGR's note beside line 2 and relating to “trebbiani”, which is underlined
in pencil.
Manuscript Addition: cellars
Editorial Description: DGR's note beside line 3 and relating to “canove”, which is underlined
in pencil.
Manuscript Addition: vide starne
Editorial Description: DGR's note beside line 6 and relating to “Istarne”, which is underlined
in pencil.
- Di Luglio in Siena sulla saliciata
- Dovvi piene inguistare
1 di
trebbiani,
- Nelle
canove li ghiacci vaiani
2,
- E mane e sera mangiare in brigata
- Di quella gelatina ismisurata,
-
Istarne roste
3, gioveni fagiani,
- Lessi capponi, capretti sovrani,
- E cui piacesse, la manza
4 e l' agliata.
- E vie
5 trarre tempo e bona vita,
-
10E non andar di fuor per questo caldo,
- Vestir zendadi
6 di bella partita.
- E quando godi, star pur fermo e saldo,
- E sempre aver la tavola fornita,
- E non voler la noia per gastaldo.
Transcribed Footnote (page 178):
1
Guastade, caraffe Salv.
2
Vini fatti dell' uva detta vaiano.
3
Arrosto Salv.
4
La vitella Salv.
5Cioè
via via Salv.
6
Vesti sottili Salv.
page: 179
- D' Agosto sì vi do trenta castella
- In una valle d' alpe montanina,
- Che non vi possa vento di marina
- Per istar sani chiari come stella;
- E palafreni di montar in sella,
- E cavalcar la sera e la mattina,
- E l' una terra e l' altra sia vicina,
- Che un miglio sia la nostra giornatella
1.
- Tornando tutta via verso casa
-
10Per la valle corra una fiumana
- Che vada notte e dì traente e rasa.
- E star nel fresco tutta meriggiana
2;
- La vostra borsa sempre al trarre pasa
3
- Per la miglior vivanda di Toscana.
Transcribed Footnote (page 179):
1
Piccola giornata Salv.
2
L' ora del meriggio, onde
meriggiare Salv.
3
Aperta, dal Latino
pansa
Salv.
page: 180
Manuscript Addition: merlins sparrow-hawks
Editorial Description: DGR's note beside line 2 and relating to “smerletti,
sparvieri”
Manuscript Addition: zimbelli / decoy bird tied / at the end of a / string to catch / other
birds by flat / tering it
Editorial Description: DGR's note beside line 3 and relating to “”
- Di Settembre vi do diletti tanti,
- Falconi,
astori, smerletti, sparvieri;
- Lunghi
zimbelli siano con carnieri
1;
- Bracchetti con sonagli,
pasto, e guanti.
- Bolge
2, e
balestre dritte ben portanti,
- Archi, strali, ballotte
3 e ballottieri
4.
- Sianvi mudati
5vil fangi e asteri
6
- Nidiaci
7, e di tutt' altri uccel volanti,
- Che fosser boni da fidare e prendere;
-
10E l' un all' altro tuttavia donando;
- E possasi rubare e non contendere,
- Quando con altra gente rincontrando
- La vostra borsa sia acconcia a spendere,
- E tutti abbian l'avarizia in bando.
Transcribed Footnote (page 180):
1
Foggia di tasca propria dei cacciatori per riporre
la preda
.
2
Spezie di bisaccia o tasca.
3
Pallotte, piccole palle Salv.
4
Da tenar le palle Salv.
5Cioè
uccelli, che hanno rinnovate le
penne
, da
mudare, muda, mudagione.
6Cioè
astori Salv.
7
Uccelli tolti dal nido e allevati.
page: 181
- Di Ottobre nel contà
1, ch' ha buono stallo
2,
- Pregovi, figliuoli, che voi andiate:
- Traetevi buon tempo, ed uccellate,
- Come vi piace, a piè ed a cavallo.
- La sera per la sala andate a ballo,
- Bevete del mosto, e inebriate;
- Chè non ci ha miglior vita in veritate,
- E questo è vero come il fiorin giallo
3.
- E poscia vi levate la mattina,
-
10E lavatevi 'l viso con le mani;
- Lo rosto
4 e 'l vino è bona medicina.
- Allegri in Griele starete più sani,
- Che pesce in lago, fiume, o in marina,
- Avendo miglior vita di Cristiani.
Transcribed Footnote (page 181):
1
Contade Salv.
2
Stanza Salv.
3
Fiorino d' oro Salv.
4
Arrosto Salv.
page: 182
Manuscript Addition: funnel for pouring wine into casks
Editorial Description: DGR's note above line 1 and relating to “petriuolo”
Manuscript Addition: shopkeeper
Editorial Description: DGR's note above line 5 and relating to “stazonier”
Manuscript Addition: candles torches
Editorial Description: DGR's note above line 6 and relating to “Torchi, doppier”
Manuscript Addition: deep dense
Editorial Description: DGR's note above line 9 and relating to “spesso”
Manuscript Addition: jellies pasties
Editorial Description: DGR's note beside line 10 and relating to “starne,. .
.mortiti”
- E di Novembre
petriuolo e 'l bagno
- Con trenta muli carchi di moneta.
- La ruga
1 sia tutta coverta a seta,
- Coppi d'argento, bottacci
2 di stagno;
- E dare ad ogni
stazonier guadagno
-
Torchi, doppier, che vegnan di Clareta,
- Confetti con citriata di Caeta;
- Bea ciascun, e conforti 'l compagno.
- E 'l freddo sia grande e 'l foco spesso.
-
10Fagiani,
starne, colombi,
mortiti
3,
- Levori
4, cavrioli, rosto e lesso.
- E sempre aver acconci gli appetiti,
- La notte e 'l vento piovere a ciel messo,
- Siate nelle letta ben forniti.
Transcribed Footnote (page 182):
1
La strada Salv.
2
Fiaschi Salv.
3
Mortadelle Salv.
4
Lepri.
page: 183
Manuscript Addition: gifts
Editorial Description: DGR's note above line 4 and relating to “dati”
- E di Dicembre una Città in piano,
- Sale terrene, grandissimi fochi,
- Tappeti tesi, tavolieri, e giochi,
- Torticci
1 accesi, star coi
dati in
mano.
- E l'oste imbriaco e Catalano,
- E porci morti, e finissimi cochi,
- Morselli ciascun bea e mandochi
2,
- Le botti fian maggior che San Galgano
3.
- Siate ben vestiti e foderati
-
10Di guarnacce, tabarri, e mantelli,
- E di cappucci fini e smisurati;
- E beffe far dei tristi cattivelli,
- E miseri cattivi sciagurati
- Avari: non vogliate usar con elli.
Transcribed Footnote (page 183):
1
Torchi, torce, dal Latino Barbaro
intorticia Salv.
2
Manduchi, mangi.
3
La botte di San Galgano nella vita B. Umil.
Salv.
page: 184
Note: A pencil notation crosses out the extraneous “non” of line 11.
- Sonetto mio, anda
1 o'
2 lo divisi
- Colui
3, ch' è pien di tutta gentilezza:
- Dì da mia parte con tutta allegrezza
- Ch' io son acconcio
4 a tutti suoi avvisi:
- E più m' è caro, che non val Parisi
5,
- D'avere sua amistade e contezza:
- Se ello avesse imperial ricchezza
- Starei lì me' che San Francesco in Sisi
6.
- Raccomandami a lui tutta fiata,
-
10Ed alla sua compagna
7, ed a Caiano,
- Chè senza lui
non non è
lieta brigata.
- Folgore vostro da San Geminiano
- Vi manda, dice, e fa questa ambasciata,
- Che voi n' andaste con suo core in mano.
Transcribed Footnote (page 184):
1
Va Salv.
2
Ove Salv.
3
Pensi che sia colui Salv.
4
Pronto.
5
Parigi.
6
Sesi, Assisi Salv.
7
Campagnìa Salv.
page: 185
- Quando la voglia signoreggia tanto,
- Che la ragion non ha poder nè loco,
- Spesse volte ride l' uomo di pianto,
- E di grave doglienza mostra gioco.
- E ben serìa di bon savere affranto
- Chi fredda neve giudicasse foco.
- Simil son quei, che mostran gioia e canto
- Di quello, onde doler devrìano un poco.
- Ma ben si può coralmente dolere
-
10Chi sommette ragione a volontade,
- E segue senza freno suo volere:
- Chè non è già si ricca podestade,
- Com'
1 se medesmo a dritto mantenere,
- Seguire pregio, fuggir vanitade.
Transcribed Footnote (page 185):
1
Quanto Salv.
page: 186
- I ho pensato di fare un gioiello
1,
- Che sia allegro, gioioso, ed ornato;
- E sì 'l vorrei donare in parte e lato,
- Ch' ogni uomo dica, e' li sta bene; è bello.
- E or di novo ho trovato un donzello
- Saggio, cortese, bene ammaestrato,
- Che gli starebbe meglio l' imperiato
2,
- Che non istà la gemma nell' anello.
- Carlo di Messer Guerra Cavicciuoli,
-
10Quel ch' è valente, ardito, e gagliardo,
- E servente
3, comandi chi che vuoli.
- Leggiero più che lonza o liopardo,
- E mai non fece dei denar figliuoli,
- Ma spende più che 'l Marchese Lombardo
4.
Transcribed Footnote (page 186):
1
Corona Salv.
2
Imperio Salv.
3
Serviziato Salv.
4
Marchese d' Este da Ferrare Salv.
page: 187
- Quando la luna e la stella diana
1
- E la notte si parte, e il giorno appare
- Vento leggiere per polire l' a're
2,
- E fa la gente stare allegra e sana;
- Il Lunedì per capo di semmana
3
- Con istrumenti mattinata fare,
- Ed amorose donzelle cantare,
- E 'l Sol ferire per la meridiana;
- Levati su, donzello, e non dormire;
-
10Chè l'amoroso giorno ti conforta,
- E vuol che vadi tua donna a fruire.
- Palafren e destrier siano alla porta,
- Donzelli e servitor con bel vestire,
- E poi far ciò ch' amor comanda e porta.
Transcribed Footnote (page 187):
1
Del dì, Lucifer Salv.
2
Aere, aria Salv.
3
Settimana Salv.
page: 188
Note: A word in line 13 is underlined in pencil.
- E 'l Martedì li do un nuovo mondo:
- Udir sonar trombetti e tamburelli,
- Armar pedon, cavalier, e donzelli,
- E campane a martello dicer don do
1:
- E lui primiero, e gli altri secondo,
- Armati di loriche e di cappelli,
- Veder nemici, e percotere ad elli
- Dando gran colpi, e mettendoli a fondo.
- Destrier veder andare a vote selle,
-
10Tirando per lo campo lor signori,
- E strascinando fegati e budelle:
- E sonar a raccolta trombatori,
- E suffoli, e flauti, e
cennamelle,
- E tornar alle schiere i feritori.
Transcribed Footnote (page 188):
1
Onde dondolare Salv.
page: 189
Note: Words in lines 2 and 3 are underlined in pencil.
Manuscript Addition: bird [?]
Editorial Description: Note in the left margin, possibly the word "bird" in relation to the underlined word "starne".
Manuscript Addition: giovane [?]
Editorial Description: Note in the left margin, possibly the word "giovane" in relation to the underlined word "manze".
- Ogni Mercoledì corredo grande
- Di lepri,
starne, fagiani, e paoni,
- E cotte
manze, ed arrosti capponi,
- E quante son delicate vivande.
- Donne e donzelle star per tutte bande,
- Figlie di Re, di Conti, e di Baroni,
- E donzelletti gioveni garzoni
- Servir, portando amorose ghirlande.
- Coppe, nappi, bacin d' oro e d' argento,
-
10Vin greco di riviera e di vernaccia,
- Frutta, confetti, quanti li è talento,
- E presentarvi uccellagioni e caccia;
- E quanti sono a suo ragionamento
- Sieno allegri e con la chiara faccia.
page: 190
- Ed ogni Giovedì torniamento,
- E giostrar Cavalier ad uno ad uno:
- La battaglia sia in luogo comuno
- A cinquanta e cinquanta, a cento e cento.
- Arme, destrier, e tutto guarnimento
- Sien d'un paraggio addobbati ciascuno.
- Da terza a vespro passato il digiuno
- Allora si conosca chi ha vento
1.
- E poi tornar a casa alle lor vaghe,
-
10Ove seran
2 i fin letti sovrani,
- E' medici a fasciar percosse e piaghe;
- E le donne aitar con le lor mani,
- E di vederle sì ciascun si paghe
3,
- Che la mattina sien guariti e sani.
Transcribed Footnote (page 190):
1Per
vinto alla Sanese Salv.
2
Saranno.
3
Paghi, appaghi Salv.
page: 191
Manuscript Addition: mastiff
Editorial Description: DGR's note to line 2 and relating to “mastini”
Manuscript Addition: non ino. [?]
Editorial Description: Note inscribed in the right margin alongside line 2.
Manuscript Addition: measure of land (acre?)
Editorial Description: DGR's note beside line 3 and relating to “staiori”
Note: There is a stray comma at the right margin between lines 4 and 5.
- Ed ogni Venerdì gran caccia e forte
- Di veltri, bracchetti,
mastini e stivori,
- E bosco basso, miglia di
staiori
- Là o'
1 si troven
2
molte bestie accorte
3
- Che possano venir cacciando scorte,
- E rampognar insieme i Cacciatori;
- Cornando a caccia presa i cornatori,
- Ed allor vegnan molte bestie morte.
- E poi ricogliere i cani e la gente,
-
10E dicer: l'amor meo mandi a cotale:
- Alle guagnele
1 serà bel presente.
- El par che i nostri cani avesser ale;
- Te te, belluzza, picciuolo, e serpente
4,
- Chè oggi è il dì della caccia
reale.
Transcribed Footnote (page 191):
1
Dove.
2
Troveno per
trovino.
3Cioè
che ci voglia maestrìa
a prenderle
Salv.
4
Per gli Evangelj.
5
Nomi de' cani, che finge si chiamino dal
padrone
.
page: 192
Manuscript Addition: condire
Editorial Description: DGR's note to line 11 and relating to “assetta”;
“condire” means “to dress”
- E il Sabbato diletto ed allegrezza
- In uccellare e volar de' falconi,
- E percuotere grue, ed aghironi
1
- Scendere e salire grande altezza;
- Ed all' oche ferir per tal fortezza,
- Che perdan l' ale, le coscie, e i
gropponi;
- Corsier e palafren mettere a sproni;
- Ed isgridar per gloria e per baldezza.
- E poi tornare a casa, e dire al cuoco
-
10To queste cose e concia per dimane;
- E pela, taglia,
assetta, e metti a fuoco.
- Ed abbi fino vino e bianco pane,
- Ch' el s' apparecchia di far festa e gioco:
- Fa che le tue cucine non sian vane.
Transcribed Footnote (page 192):
1
Aironi Salv.
page: 193
Note: A word in line 11 is underlined in pencil.
- Alla domane al parere
1 del giorno
- Vegnente, che Domenica si chiama,
- Qual più li piace, damigella o dama,
- Abbiane molte, che li sian dattorno.
- In un Palazzo dipinto ed adorno
- Cagionare con quella, che più ama:
- Qualunque cosa, che desìa e brama,
- Vegna in presente senza far distorno.
- Danzar donzelli, armeggiar cavalieri,
-
10Cercar Fiorenza per ogni contrada,
- Per piazze, per giardini, e per
verzieri.
- E gente molta per ciascuna strada,
- E tutti quanti 'l veggian volontieri,
- Ed ogni dì di ben in meglio vada.
Transcribed Footnote (page 193):
1
Apparire Salv.
page: 194
Note: Two horizontal lines inscribed in the left margin marks the opening of the sonnet.
- Così faceste voi o guerra o pace,
- Guelfi, come siete in divisione;
- Che 'n voi non regna punto di ragione;
- Lo mal pur cresce, e 'l bene smonta e tace.
- E l' uno contra l' altro isguarda, e spiace
- Suo essere, e stato, e condizione.
- Fra voi regna il Pugliese e 'l Gan
1 fellone,
- E ciascun soffia nel foco penace.
- Non vi ricorda di Montecatini,
-
10Come le mogli e le madri dolenti
- Fan vedovaggio per li Ghibellini?
- E babbi, e frati, e figliuoli, e parenti,
- E chi amasse bene i suoi vicini,
- Combatterebbe ancora a stretti denti.
Transcribed Footnote (page 194):
1
Gano di Maganza traditore Salv.
page: 195
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin marking the opening of the poem.
- Guelfi, per fare scudo delle reni
- Avete fatti i conigli leoni,
- E per ferir sì forte di speroni,
- Tenendo volti verso casa i freni.
- E tal perisce in malvagi terreni,
- Che vincerebbe a dar con gli spontoni.
- Fatto avete le bubbole falconi,
- Sì par che 'l vento ve ne porti e meni.
- Però vi do consiglio che facciate
-
10Di quelle del pregiato Re Roberto
1,
- Rendetevi in colpa e perdonate.
- Con Pisa ha fatto pace, quest' è certo,
- Non cura delle carni malfatate,
- Che son rimase a' lupi in quel deserto.
Transcribed Footnote (page 195):
1
Far come il Re Roberto Salv.
page: 196
DI CENE DALLA CHITARRA
D' AREZZO
Tutti i Sonetti di questo Poeta sono impressi nell' Allacci.
DI GENNAIO
Transcribed Note (page 196):
Anno 1260.
- Io vi dono del mese di Gennaio
- Corti con fumo al modo montanese;
- Letta
1 qual ha nel mar il Genovese,
- Acqua e vento che non cali maio
2.
- Poi vi daran fanciulle a colmo staio
- Da ber aceto forte Calabrese,
- E stare come ribaldo
3 in arnese
- Con panni corti senz' alcun denaio.
- Ancor vi do così fatto soggiorno
-
10Con una veglia
4 nera, vizza, e ranca
5
- Che a vo' gittando la neve attorno,
- Appresso voi sedere in una banca,
- E resmirando quel suo viso adorno,
- Così riposi la brigata manca.
Transcribed Footnote (page 196):
1
Letti Salv.
2
Mai Salv.
3
Povero, meschino; onde
vestire da
ribaldo
Salv.
4
Vecchia Salv,
5
Zoppa Salv.
page: 197
Note: In line 1, the m of "mi" is crossed out in pencil and replaced with a v. Two dark
vertical lines appear in the right margin at the end of the line, obscuring printed
characters.
Note: “baccalari” in line 6 and “acciar” in line 8 are underlined in pencil.
DI FEBBRAIO
- Di Febbraio
m
vi metto in Valle ghiaccia
- Con orsi grandi, vegli montanari
2;
- E voi'
3 cacciando con rotti calzari
- La neve metta
4 sempre e disfaccia;
- E quel, che piace all' uno, all' altro spiaccia
- Con fanti ben ritrosi e
baccalari
5:
- Tornando poi la sera ad osti cari,
- Lor moglie tesser tele ed odir
accia.
- In questo
6 vo' che siate senza manti
7
-
10Con vin di pome, che 'l stomaco affina:
- In tali alberghi
8 gran sospiri e pianti.
- Tremoti, venti, e non sian con riuna,
- Ma sian sì forte, che giaccian sì
stanti
- Da prima sera insino la mattina.
Transcribed Footnote (page 197):
1
Ghiacciata Salv.
2
Vecchi a montanini Salv.
3
Voio, voglio.
4
Cada, fiocchi Salv.
5
Saccenti, satrapi Salv.
6Cioè
mese Salv.
7
Mantelli, ferraiuoli Salv.
8
Osterìe Salv.
page: 198
Note: The capital "D" in line 1 seems either to have misprinted or drawn in. Words in line 11 are underlined in pencil.
DI MARZO
- Di Marzo vi riposo in tal manera:
- In Puglia piana tra molti lagoni,
- E in essi gran mignatte e ranocchioni,
- Poi da mangiar abbiate sorbe e pera.
- Olio di noce veglio
1 mane e sera
- Per far caldi gli aranci e gran cidroni;
- Barchette assai con remi e con timoni,
- Ma non possiate uscir di tal riviera.
- Case di paglia con diversi razzi,
-
10Da bere vin cercon che sia ben nero.
- Letta di
schianze, e di
gioglio
piumazzi.
- Tra voi signore sia un Prete fero,
- Che da nessun peccato vi dislazzi
2;
- Per ciascun luogo v' abbia un Monistero.
Transcribed Footnote (page 198):
-
1
Vecchio, stantìo Salv.
-
2
Dislacci, prosciolga Salv.
page: 199
Note: Words in line 2 are underlined in pencil.
DI APRILE
- Di Aprile vi do vita senza langa
1:
-
Tafani a schiera con Asini a
tresca,
- Raiando forte, perchè non v' incresca,
- Quanti ne sono in Perugia o Bevagna;
- Con Birri Romaneschi di campanga,
- E ciaschedun di pugna sì vi mesea
2,
- E quando questo a ciò che non riesca
- Ristori i Marri di Pian di Romagna.
- Per danzatori vi do vegli Armini
3;
-
10Una campana, la qual peggio suona
- Stormento sia a voi, e non rifini
4.
- E quel che in milantar sì largo dona
- In ira vegna delli suoi vicini,
- Perchè di cotal gente si ragiona.
Transcribed Footnote (page 199):
-
1
Senza querele Salv.
-
2
Mescer delle pugna Salv.
-
3
Vecchi Armeni co' penni lunghi Salv.
-
4
Non finisca mai Salv.
page: 200
Note: A word in line 10 is underlined in pencil. The first line seems to have misprinted at
the beginning and end of the line.
DI MAGGIO
- Di Maggio voglio che facciate incagli
1
- Con una gente di lavoratori,
- Con muli e gran destrier zoppicatori;
- Per pettoragli, forti reste d' agli.
- Intorno questo sianovi gran bagli
2
- Di villan scapigliati e gridatori,
- De' quai risolvan sì fatti sudori,
- Che turben l' aire
3, sì che mai non cagli
4.
- Poi altri villan facendo in mancie
-
10Di cipolle,
porrate; e di marroni,
- Usando in questo gran gravezze
5 e ciance
- In su le tane ed in alto forconi,
- Massari e veglie
6 basciarsi le guancie;
- Di pecore e di porci si ragioni.
Transcribed Footnote (page 200):
-
1
Ragunate dal Latino
coagula Salv.
-
2
Balli Salv.
-
3
Turbino l' aria.
-
4
Si rappigli Salv.
-
5
Strepiti, romori.
-
6
Vecchie.
page: 201
Note: Words in lines 3, 5 and 10 are underlined in pencil.
DI GIUGNO
- Di Giugno siate in tale campagnetta,
- Che vi siano corbi ed aironcelli,
- Le
chiane
1 intorno senza caravelli
2;
- Eatro il mezzo vi abbia un' isoletta,
- Della qual esca sì forte
venetta,
- Che in mille parti faccia ramicelli,
- D' acqua di sotto, e cotai gorgonelli
3
- Si ch' ella adacqui ben tal contradetta.
- Meli e pruni acerbi siano lie
4
-
10
Nespole crude, e
cornie savorose,
- Le rughe
5 sian fangose strette vie.
- Le genti vi sian nere e gavinose
6,
- E faccianvisi tante villanìe,
- Che a Dio ed al mondo siano noiose.
Transcribed Footnote (page 201):
1Dal Latino
Glanis Salv.
2
Caravelle, sorta di nave Salv.
3
Piccoli gorghi Salv.
4
Lì Salv.
5
Strade.
6
Piene di gavine, cioè
di serofe Salv.
page: 202
Note: Words in lines 4, 6 and 7 are underlined in pencil.
DI LUGLIO
- Di Luglio vo' che sia cotal brigata
- In Arestano con vin di pantani,
- Con acque salse, ed aceti soprani,
- Carne di porco grassa
appeverata
1.
- E poi di dietro a questo una insalata
- Di
salvia e
ramerin per star
più sani,
- Carne di volpe
guascotta a due mani.
- E a cui piacesse, dietro cavolata.
- Con panni grossi lunghi d' Eremita,
-
10E sia sì forte e terribile caldo,
- Com' ha il Sol Leone alla finita
2;
- Ed un brutto Converso
3 per castaldo,
- Avaro, che si appaghi di tal vita;
- La moglie a ciaschedun sia Manovaldo
4.
Transcribed Footnote (page 202):
1
Col pevere che mettevano nel brodo Salv.
2
Fine Salv.
3
Frate converso Salv.
4
Mondualdo, procuratore.
page: 203
DI AGOSTO
- Di Agosto vi riposo in Ancon
1 bella,
- E in Senegaglia, che mi par ben fina;
- Il giorno sì vi do per medicina
- Che cavalchiate trenta migliarella
2,
- E tutti in destrier magri senza sella,
- Sempre lungo a un' acqua di sentina;
- Dall' altra parte si faccia tonnina
3
- Poi ritornando a poso
4 di macella.
- E se ben cotal poso non vi annasa
5,
-
10Mettovi in Chiusi, la città sovrana,
- Sì stanchi tutti da non disfar lasa
6.
- La borsa di ciascuno stretta a vana,
- E stare, come lupi a bocca pasa
7,
- Tornando in Siena un die la semmana
8.
Transcribed Footnote (page 203):
1
Ancora, città Salv.
2Per
migliarelle Salv.
3
Carne di tonno salata Salv.
4
Poso, onde
riposo, posata
Salv.
5
Aggrada, arride Salv.
6
Lassa, guinzaglio; qui per
ogni
legamento
.
7
A bocca aperta dal Latino
pansus Salv.
8
Settimana Salv.
page: 204
Note: Words in lines 2, 3, and 5 are underlined in pencil.
DI SETTEMBRE
- Di Settembre vi do gioielli alquanti
-
Agora, fusa, comino
1, e asolieri
2,
- Nottole,
Cheppie con
Nibbi lanieri,
- Archi da lana bistorti e pesanti.
-
Assiuoli, barbagiani, alocchi tanti,
- Quanti ne son di qui a Monpeslieri;
- Guanti di lana, borse di brachieri,
- Stando così a vostra donna avanti.
- E sempre questo comperare e vendere,
-
10Con tali mercadanti il più usando,
- E di Settembre tal diletto prendere.
- E per Siena entro gir alto gridando,
- Moia chi cortesìa vuol difendere,
- Chè i Salimbeni antichi li dier bando.
Transcribed Footnote (page 204):
1
Sorta d' erba.
2
Asuliere, osoliere, nastro, a altro
legame
.
page: 205
DI OTTOBRE
- Di Ottobre vi consiglio senza fallo,
- Che nella Falterona dimoriate,
- E delle frutta, che vi son, mangiate
- Arig le grande non vi canta gallo.
- Clare vi son l' acque come cristallo;
- Or bevete, figliuoli, e ristorate,
- Uccellar bon' è a' varchi
1 in veritate,
- Chè farete nel collo nervo e callo.
- In quell' aire che è sottile e fine.
-
10Ben stanno in Pisa più clari i Pisani,
- E 'l Genovese lungo la marina.
- Prendete il mio consil
2, non siate vani;
- Arrosto vi darò mesto
3 con strina,
- Ch' el sentiranno i piedi con le mani.
Transcribed Footnote (page 205):
1
A' valichi Salv.
2
Consiglio Salv.
3
Mescolato Salv.
page: 206
DI NOVEMBRE
- Di Novembre vi metto in un gran stagno,
- In qual parte più può fredda pianeta,
- Con quella povertà che non si aqueta
- Di monesta acquistar, che fa gran danno.
- Ogni buona vivanda vì sia in banno
1,
- Per lume facelline da vendeta,
- Castagne con mele aspre di faeta,
- Stando tutti in Siena in briga e lagno.
- Fuoco non vi sia, ma fango e gesso,
-
10E se no alquanti luoghi di romiti,
- Che sia di venti miglia lo più presso,
- Di vin e carne del tutto sforniti,
- Cernendo voi qual è più laido e biesso
2
- Veggendovi star tutti sì sguarniti.
Transcribed Footnote (page 206):
1
Bando.
2
Bescio, balordo, onde
besaggine, per
balordaggine,
voce Sanese Salv.
page: 207
DI DICEMBRE
- Di Dicembre vi pongo in un pantano
- Con fango, ghiaccia, ed ancor panni pochi.
- Per vostro cibo ferm' ho fave e mochi;
- Per oste abbiate un troio
1 maremmano;
- Un cucco brutto, secco, tristo, e vano,
- Che vi dia cibi guascotti, e quei pochi;
- E qual tra voi ha lumi, dadi, o rochi
2
- Tenuto fia, come tra' savii un vano.
- Panni rotti vi do, e de' tarlati;
-
10Apresso questo ogni uomo in capegli,
- Bottaz'
3 di vin da' montanar salati.
- E chi vi mira sì si maravegli,
- Vedendovi sì brutti e rabbuffati
- Tornando in Siena così bei fancegli
4.
Transcribed Footnote (page 207):
-
1
Porco Salv.
-
2Per
rocchi Salv.
-
3
Bottazzi, Bottacci Salv.
-
4
Fanciulli Salv.
page: 208
DA IACOPO MOSTACCI, O
MOSTAZZO
DA PISA
Impresso nell' Allacci.
Transcribed Note (page 208):
Anno 1260.
- Sollecitando un poco meo savere,
- E con lui vogliendomi delettare,
- Un dubio, che mi misi ad avere,
- A voi lo mando per determinare.
- Ogni uomo dice, che Amore ha podere,
- E gli coraggi
1 distringe ad amare;
- Ma eo non lo voglio consentere,
- Però ch' Amore non per se
2 mi pare.
- Ben trova l' uom un' amorosa etate,
-
10La quale par che nasca di piacere,
- E ciò vuol dire uom, che sia Amore.
- Eo non li saccio altra qualitate.
- Ma ciò, che è, da voi voglio odere
3;
- Però ve ne facci' eo sentenziatore.
Transcribed Footnote (page 208):
1
I cuori Salv.
2Cioè
non sostanza, ma accidente
Salv.
3
Udire Salv.
page: 209
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the poem.
DI PAGANINO DA SERZANA
Transcribed Note (page 209):
Anno 1260.
- Gravosa dimoranza,
- Ch' eo faccio lungiamente,
- Mi fa sovente lo core dolere,
- Ed aggione pesanza;
- Chè lo viso piacente
- Dell' avvenente non posso vedere;
- Gioia parmi s' asconda;
- Temo non mi confonda lo pensare;
- Ond' agli occhi m' abonda
-
10Le lagrime, come onda allo mare.
- Piangendo gli occhi miei
- Mi bagnano lo viso,
- Perchè diviso son dell' amorosa.
- Lasso! tornar vorrei
- Ov' è 'l meo core assiso,
- E 'n pena miso, che giammai non posa,
- S' eo non ritorno al loco
- Ove 'n solaccio e 'n gioco dimorava:
- Ond' eo sono 'n tal foco,
-
20Che tutto incendo e coco: sì mi grava.
-
30Gioia della sovrana
- Delli sprendor vernice,
- Che 'mperadrice sembra, tant' è bella,
- Aspetto prossimana.
- Èssi, com' uomo dice,
- Della Fenice, che si rinovella
- In foco: eo così faccio,
- Che 'n fiamma, e 'n pena, e 'n ghiaccio mi rinovo.
- Di gioi' canto, e poi taccio;
- Le vie d' amor, ch' eo saccio, tutte provo.
-
40Le vie d' amor son tante,
- Chè là v' uom vada o venga
- Tuttora degna dello 'nsegnamento
- Non so, ma como amante
- Prego che 'l me' cor tegna
- Quella, 'n cui regna tutto piacimento.
- Donqua, Sonetto
1 fino,
- Cantando in tuo latino va in Fiorenza.
- A chi m' ave in dimino
- Dì, ch' eo tuttora 'nchino sua valenza.
Transcribed Footnote (page 210):
1Cioè
canzone, conforme all' Inglese
song Salv.
page: 211
DI LEMMO DI GIOVANNI D' ORLANDI
DA PISTOIA.
Transcribed Note (page 211):
Anno 1260.
- Gravoso affanno e pena
- Mi fa tuttor sentire
- Amor per ben servire
- Quella, di cui m' ha priso e servo dato.
- Tutta mia forza e lena
- Ho misa in te seguire;
- Di lei fermo ubbidire
- Non son partito, ma leale stato.
- E tu pur orgoglioso
-
10Ver me spietato e fero
- Se' mostrato, e crudero
- Poi che 'n bailìa avesti lo mio core.
- Eh convensi a signore
- D' esser umile in meritar servente:
- Tu pur di pene mi fai star soffrente.
- Sono stato soffrente,
- E son, di gran tormento,
- Amor, poi che 'l talento
- Di quella, ch' amo, cangiasti per vista
-
20Ver mei
1, che primamente
- Facesti mostramento
- Di far meo cor contento
Transcribed Footnote (page 211):
1
Me Salv.
page: 212
- Di lei, di quella gioi' ch' or disacquista.
- Sì che per tal sembianza
- Misi 'l core e la mente
- A servir fermamente
- Tua signorìa, Amor, pur' e leale.
- Ma non è stato tale
- Ver me 'l suo core, come mostrar sembianza
-
30Tu mi facesti, Amor; ond' ho pesanza.
- Amor, mercè ti chero
- Poi che son dimorato
- In sì gravoso stato,
- Com' mi tenesti sì lunga stagione.
- Non sii ver me sì fero,
- Chè assai m' hai affannato,
- E forte tormentato,
- Seguendot' a tuttor for falligione.
- Moviti ormai a mercede
-
40Lei voler che disvole,
- Unde 'l meo cor si dole
- Fa 'l meo servir
1; chè sol
ciò ti dimando;
- E se mercè chiamando
- Tu non m' aiuti, Amor, altro non saccio
- Ch' aitar mi possa, che la morte avaccio
2.
- Fera cagione e dura
- Mi move, lasso, a dir quasi forzato
- Lo doloroso stato,
- Nel qual m' ha miso falsa ismisuranza;
- Non già per mia fallanza,
- Ma per quella, di cui servo mi misi,
- E per cui mi divisi
- Di tutt' altro volere e pensamento,
- Dandomi intenzione,
-
10Che for di falligione
- Dovesse lei amar, leal
1 servendo,
- La cui vista cherendo meo servire
- Mi fe servo vernire
- Della sua signorìa disideroso.
- Poi che servo divenni
- Della sua signorìa, e disioso
- Del dilett' amoroso,
Transcribed Footnote (page 213):
1Cioè
lealmente Salv.
page: 214
- Che nel meo cor di lei immaginai,
- Addesso
1 mi fermai
-
20In tutto d' ubidir lo suo comando,
- Per vista dimonstrando
- Me, ch' era suo fedel servo ubidente;
- Und' ella per sembianza
- Mi fece dimonstranza,
- Ch' allegrezza mostrava 'n suo coraggio,
- Poi che 'n suo signoraggio m' era miso,
- Ond' è che 'n gioi' assiso
- I' fui manta stagion, sol ciò pensando.
- Dimorando 'n tal guisa
-
30Perseverando in lei servir tuttora
- Non fu lunga dimora
- Ch' eo viddi che sua vista era cangiata
- Ver me quasi turbata,
- Non sostenendo me solo
2 guardare.
- Credetti che provare
- Volesse me, com fusse 'n suo amor fermo.
- Allor presi conforto,
- Isperando a bon porto
- Lo meo fermo servir mi conducesse,
-
40E che tornar dovesse pietosa;
- Ed ella d' orgogliosa
- Mainera ver di me mai sempr' è stata.
Transcribed Footnote (page 214):
1
Allora, subito Salv.
2
Pure, tampoco Salv.
page: 215
- Però forte mi dole
- Poi
1 veggio che servendo ho diservito
- In loco, ove gradito
- Credetti esser per certo for fallenza
2
- Ma via maggior doglienza
- Quasi mortal mi porge 'l suo fallire,
- Che per suo folle dire
-
50Fe' manifesto in parte meo pensero,
- Lamentandosi forte
- Di me, che quasi a morte
- La conducea in farle increscimento,
- E sì fero lamento fece, a tale
- Che
3 gravoso poi male
- M' ha dato lei con gran doglia servire.
- A ciascun ch' amar vole
- Dico, che deggia, se puossi guardare
- Di vana donna amare
-
60Gioven troppo di tempo e di savere.
- Che grave lui dolere
- Prende chi l' ama, doloroso tanto,
- Non si porea dir quanto,
- Per qual s' avesse più 'n pena d' amore.
- Ma elegga 'n se certo,
- Chi amar vole e merto
- Di suo servir, donna piacente e saggia,
Transcribed Footnote (page 215):
1
Poichè.
2
Senza fallo Salv.
3
Talchè Salv.
page: 216
- Che benigno cor aggia fermo e puro
- E poi serà sicuro
-
70Di non perder di lei gioia, servendo.
- Di gioven signoraggio,
- Quale sovra ditt' aggio,
- Leal servendo, merit' aggio avuto.
- Vorriami esser partuto, ma non posso;
- Chè poi
1 'l piacer è mosso,
- È legato l' uom servo e 'l partir greve.
Transcribed Footnote (page 216):
1
Poichè.
page: 217
- Lontana dimoranza
- Doglia m' ha dato al cor lunga stagione.
- Or mi dobla cagione
- Di più grave dolor nuovo partire.
- D' assai lontano gire
- Isforzami di ciò senn' e ragione
- Contro all' opinione
- Piena di voluntade e di pietanza
- Con grande smisuranza,
-
10Che non ha lungi me contro il volere,
- Pur che sia del piacere
- Vostro, di cui Amor servo mi tiene,
- E pietanza mi vene
- Di voi, ch' avrete del parlar dolore.
- Così del rimanere
- E dell' andare son divere pene.
page: 218
Note: Two horizontal lines inscribed in the left margin mark the opening of the poem. A small
pencil cross is inscribed in the left margin.
DI PUCCIARELLO DI FIORENZA
Transcribed Note (page 218):
Anno 1260.
- Per consiglio ti do de passa passa,
- Voltar mantello a quel vento che vene;
- Chi 'nalzar non se può, multo fa bene
- Ch' a suo vantaggio fiettendo
1 s'abassa.
- Per sempio
2 mostro l'arboscella bassa,
- Quando la piena incontra le vene,
- Ch' ella si fiette
3, e così se mantene
- Per fin che piena dura aspera passa.
- Però, quando ti vedi starne abbasso,
-
10Sta ceco, sordo, muto; e sì non meno
- Ciò ch' odi, e vedi, taci e nota appieno.
- Finchè Fortuna te leva da basso.
- Poi taglia, stronca, mozza, rompi, e batti,
- E fa che mai non torni a simil atti.
Transcribed Footnote (page 218):
1
Piegando, dal Latino
flectare Bisc.
2
Esempio Salv.
3
Piega, come sopra Bisc.
page: 219
Note: Two horizontal lines inscribed in the left margin and a small pencil cross inscribed in
the left margin mark the opening of the poem.
- Prima che io voglia romperme o spezzarme,
- Quando piena ven le spalle chino,
- E per lassarla andare al suo cammino
- A qualche sterpe ingegno
1 d' attacarme.
- E s' ella vuol pure al tutto affondarme
- Nel suo andare e mettermi adrugino,
- Io me lamento, e dico: o me talpino!
- Ma non però ch' io voglia desperarme.
- Speranza mi conforta, e dice: tenti
1,
-
10Non t' annegar, ch' io pur t' aiutarò,
- Non sian li tuoi pensieri al tutto spenti.
- Io me rallegro, e non so se potrò;
- Ma se Fortuna tempera suoi venti,
- Como fui ritto, ancor mi rizzarò.
- Io veggio 'l salce, che per forza piega,
- Poi se derizza, e l' autrui
3 ligni lega.
Transcribed Footnote (page 219):
1Cioè
m' ingengo Bisc.
2
Ti tieni, reggiti.
3
Altri.
page: 220
DI MEO DI BUGNO DA PISTOIA
Transcribed Note (page 220):
Anno 1260.
- Tutto il tempo del mondo m' è avvenuto,
- Che là ve 'l piè non pongo faccio l' orma,
- Che sendo santo non serò creduto,
- Ond' el convien ch' eo vegli e poco dorma.
- Vo se qual de' demonj m' ha venduto,
- E sempre me n' andraio
1 a questa norma;
- Anzi me sgriderìa la gente a torma,
- Da tante parte me veggio asseduto
2.
- Ma non mi muto per altrui parlare:
-
10Ben è vertà ch' io ne son pur dolente:
- E come bestia lasso ogni uom belare.
- Uom che si sente giusto ed innocente,
- A faccia aperta può securo andare,
- E non curar ferneticar di gente.
Transcribed Footnote (page 220):
1
Andrò.
2
Assediato.
page: 221
Note: A slight pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem.
DI FREDI DA LUCCA
Transcribed Note (page 221):
Anno 1260.
- Dogliosamente con grande allegranza
- Conven ch' io canti e mostri mia gravezza;
- Chè per servire sono in disperanza,
- La mia fede m' ha tolta l' allegrezza.
- Però di tanto non posso partire
- Poi ch' alla morte mi vado appressando;
- Sì come 'l Cecer
1 che more cantando,
- La mia vita si parte e vo morire.
- Partomi da solazzo e d' ogne gioco,
-
10E ciascun altro faccia a mia parvenza;
- Chè dentro l' aigua m' ha bruciato il foco,
- Mia sicurtate m' ha dato spavenza.
- Fui miso in gioco e frastenuto in pianto,
- Sì falsamente mi sguardao suo sguardo,
- Sì come allo Leone lo Lupardo
2
- Ch' a tradimento li levao l' amanto.
- Per tradimento sono dismarruto
- Di qual null' uomo potesi guardare,
- E son sì preso e sì forte feruto,
-
20Ch' aggio dottanza di poter campare.
- Poi che le piacque a quella, ch' ha 'n podere
- La rota di fortuna permutare:
- Però le piaccia di me rallegrare;
- Cui ha saglito
3 faccialo cadere.
Transcribed Footnote (page 221):
1
Cecero, ceceno, cigno Salv.
2
Leopardo Salv.
3
Salito, fatto salire.
page: 222
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin, with an arrow affixed, brackets
lines 29-32. Two vertical pencil lines inscribed in the left margin brackets lines 37-40.
- Faccia 'n tal guisa, che naturalmente
- Vadan le doglie, che ho non per rasone
- Chè non è gioco d' esser servente
- A chi è meno di sua condizione.
- E rason porta di punir li mali;
-
30Però si guardi chi mi tene a dura;
- Chè la pantera ha in se ben tal natura,
- Ch' alla sua lena
1 traggon gli animali,
- S' eo traggo a voi non voi'
2 più star tardando,
- Ch' io non saccia in che guisa mi trovo.
- Ardo, consumo, e struggo pur pensando,
- Che son caduto, e unde eo non mi trovo.
- Però ciascun faccia di se mutanza,
- E aggia in se fermezza e novo core:
- Lo Fenis
3 arde e rinova megliore;
-
40Non dotti l' uom penar per meglioranza.
Transcribed Footnote (page 222):
1
Fiato, dal Francese
halaine
Salv.
2
Voio, voglio Salv.
3
Fenice.
page: 223
Note: A small pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem.
DI ALBERTUCCIO DELLA VIOLA
Transcribed Note (page 223):
Anno 1260.
- La dolce innamoranza
- Di voi, mia Donna, non posso celare.
- Convemmi dimostrare
- Alquanto di mia gio' per abundanza.
- Così come non può tutto tenere
- Lo pomo lo suo frutto ch' ha 'ncarcato
- Dell' amorosa sua dolce stagione,
- Non posso tanta gioia meco avere,
- Nè tanto ben tener tutto celato,
-
10Chè fora in me perduto, ed a ragione.
- Sed eo più d' altro amante
- Non dimostrasse l' amoroso stato,
- Ove Amor m' ha locato
- Con voi, mia Donna, di tutta onoranza,
MAD.
- Gentil meo Sir, lo parlare amoroso
- Di voi in allegrezza mi mantene,
- Ch' eo dir non lo porìa, ben
1 lo
sacciate.
- Per che dello mio amor siete gioioso
- Di ciò grande allegrezza e gioi' mi vene;
-
20E altra cosa n' aggio in volontate
- For del vostro piacere.
- Tuttora fate la vostra volenza:
Transcribed Footnote (page 223):
1
Benchè Salv.
page: 224
- Aggiate provedenza
- Voi di celar la nostra disianza.
- Selvaggio più che fera
- Or sono adiventato,
- E obliato m' hae la mia intendanza,
- Là 'nde allegranza mai non penso avere.
- Bene m' ha in oblianza
- Quella, launde eo n' ho gioia
- Più di null' altro amante al meo parere.
- La mia dolce intendanza,
- Ch' al cor m' ha messo noia
-
10Pensando che non la posso vedere.
- Non posso più soffrire:
- Anzi sento la morte,
- Che così forte mi vuol soperchiare;
- Vorrei campare, e non ho lo sapere
1.
- Taupino! com' firaggio
2
- Ch' eo non aggio riposo?
- E giorno e notte nè sto dubitoso.
- Vorrei esser sì saggio,
- E lo meo cor sì oso
3
-
20Ch' eo gisse, e non fosse pauroso,
Transcribed Footnote (page 224):
1Cioè
modo Salv.
2
Faraggio, farò Salv.
3
Ardito, dal Latino
ansus
per
andax, dal Francese An–
tico
os Salv.
page: 225
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 25-28. Two horizontal
lines inscribed in the right margin draw attention to the opening of the lower poem. A
vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 3-4.
- Allo viso amoroso
- A cheredi mercene
1;
- A quella, che mi tene in sua bailìa:
- A lei dirìa tutto lo meo volere.
- Va, Ballata amorosa;
- Salutala ad ogni ora,
- Quella, che delle donne par la stella,
- Alla più dilettosa,
- Che in Siena fa dimora:
-
30Dalla mia parte dille esta novella;
- E a lei sì m' appella;
- E dì, ch' eo son conquiso;
- Che tutto gioco e riso m' è falluto:
- Non aggio aiuto; pensomi morire.
- Vestut'
3 era d' un drappo di Sorìa
- La Donna mia, e stavale bene.
-
20Rallegrava la gente tuttavia,
- Che la vedìa, traiea lor di pene,
- E mi ha data tanta signorìa,
- Che 'n quella dìa solazzo nè bene
- Nanti
4 foco ardente mi pare.
- Tutti gli allegrava l' avvenente
- Rosa aulente, cotanto sapìa
5,
- E me non riguardava di neente,
- O me dolente, sì com' far solìa.
- Ma s' ella lo facesse accortamente,
-
30Certanamente ben m' anciderìa,
- Ed co più vivo non vorrìa stare.
Transcribed Footnote (page 226):
1
Signore Iddio Salv.
2
Al postutto.
3
Vestita Salv.
4
Anzi Salv.
5
Sapea.
page: 227
- A forza sono amante
- Là ve vorrìa isdegnare,
- Ma non po disamare
- Valor, nè senno vale contra Amore.
- Lealemente amante e servidore
- Sono stato a tuttora,
- Mentre leanza non mi fue frodata.
- È, sed eo l' amo, per forza d' amore
- Contra voler di core,
-
10Poi
1 la sua gioia in noia m' è tornata.
- Ed io, lasso, ho cangiata
- L' amorosa speranza
- Per grave disleanza
- Di quella, che furato avea il meo core.
- Lo core meo sospira e dolor sente,
- Chè la v' egli è spiacente
- Falso piacer l' ha messo in tante pene.
- Non può partir, ma dolorosamente
- Ciò mambrandoli sente,
-
20Peccato face Amor, se più lo tene;
- Chè l' amoroso bene,
- Ch' ello m' ha contra voglia,
- Non diletto, ma doglia
- Si può chiamar la gioi' senza 'l dolzore.
Transcribed Footnote (page 227):
1
Poichè.
page: 228
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 5-9, 10-11, and 12-14
of the lower poem.
- Gioia senza dolzore
- Pres' aggio, poi che disiando fui
- Senza meo fallo d' amanza cangiato.
- Allora fatto fue d' uno cor dui;
- E diviso infra nui
-
30Di quanta benvoglienza era stato.
- Non son disamorato,
- Che 'n talento li chero,
- Che già non è leggiero,
- Di tanta benvoglienza disamore.
- D' un' amorosa voglia
- D' amare incominciai,
- Donna, quando isguardai
- Lo vostro viso piacente ed adorno.
- D' un amorosa voglia
- D' amare incominciai,
- Donna, vostro valore.
- Or cui è tornato in doglia
- Sì ch' e' non credo mai
-
10Allegrar lo meo co.
- Poi
1 son di vita fore,
- Donna, pensando bene
- La vita che sostene
- La nostra signorìa ciascun giorno.
Transcribed Footnote (page 228):
1
Poichè.
page: 229
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 21-22.
MAD.
- Non pensate, meo Sire,
- Che per pena, ch' eo senta,
- Mostri core o talento,
- E 'l meo cor n' è 'n desire.
- Molti sì gli attalenta
1
-
20Ed ègli in piacimento.
- Donqua provedimento
- Abbia tal nostro amare
- Di volerlo celare,
- Che di voler senza voi non soggiorno.
- A tal ferezza m' ha menato Amore
- Poi ch' a signor mel diè disavventura,
- Chè m' ha tolta natura core e mente;
- S' era
2 potente, or m' ha renduto lasso.
- Or mi rendesse il core in primo stato
- Poichè 'l suo cor mi nega.
- Forse che trovarìa da altrui consiglio,
- Poi che mi ten lo corpo tormentato,
- Che non ha chi Io rega
3,
-
20Nè senza 'l core a leger non simiglio.
- Anzi assimiglio veramente al morto,
- Chè 'n pace porto tutta mia gravezza,
- D' ogni allegrezza son diviso e tolto,
- E son rivolto per ruina in basso.
- Ancor mi tornarìa mercè chiamare
- Con tutta umilitate
- Se pietanza in lei trovasse alcuna,
- Che 'n ver di me dovesse umiliare
- Sua gran crudelitate;
-
30E la mia inchiesta non serìa importuna.
- Vist' ho fortuna mar fera e ropente
- Cessar presente
4 e tornare in bonaccia,
- E fredda ghiaccia
5 per calor disfare.
- Domar fera selvaggia a passo a passo.
Transcribed Footnote (page 230):
1
Colpa.
2
Inverno, dal Latino
incassum.
3
Regga.
4
Subito.
5
Ghiaccio.
page: 231
DI ATTAVIANO, O SIA
OTTAVIANO
CARDINALE DEGLI UBALDINI.
Impresso nell' Allacci
Transcribed Note (page 231):
Anno 1260.
- E spaventa ch' io mostra el tristo volto
- E gli occhi della gatta ch' hai sì guazze,
- E 'l corto naso che sembra doe mazze
- Dentro dalle tue frogie
1 sì m' han
tolto
- Da quel piacer che me fieci esser tolto
- Quand' io m' innamorai di te che spazze
- Tutte le strade, quando son più guazze
2
- Poichè col guizzo tu festi raccolto.
- Ma se è egli al veder sì riversato,
-
10Quello e sciagurato tristo e folle,
- Perchè di te si mostra sì 'mpacciato,
- Che la bocca ha refessa, e tuttor, bolle,
- Sì che pare un caldar male schiumato,
- E 'l dur li lassi e tu ten porti el molle.
Transcribed Footnote (page 231):
1
Froge, narici propriamente de' cavalli Salv.
2
Molli, bagnate Salv.
page: 232
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the left margin mark the opening of the poem.
Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 5-8, 9-11, and 13-14.
Impresso ne' Commentarj della Volgar Poisia
del Crescimbeni.
- Io non so che si sia, che sopra il core
- Mi stilla un sudor ghiaccio, che mi sface
- E trasforma la neve in calda face,
- E lieta sicurtà in gran tremore.
- Io non so chi si sia questo signore,
- Che mostra darmi guerra, e dammi pace,
- Facendomi piacer quel che mi spiace;
- Io non so chi si sia se non Amore.
- Ch' altrui potenza non arìa tal forza
-
10Dare allo spirto del suo albergo bando,
- E farlo volar nudo sanza scorza,
- Nè che facesse altrui arder tremando:
- Questo è colui, che li mortali sforza,
- E che di sopra al ciel va trionfando.
page: 233
DI SER MONALDO DA SOFFENA
Transcribed Note (page 233):
Anno 1260.
- Dentro dal cor m' è nato
- Un disìo tal d' amoroso talento,
- Ch' ogn' altro intendimento m' ha levato.
- Al cor nato è un disìo,
- Che d' amoroso piacer si mantiene;
- Ogn' altro pensamento aggio in oblìo;
- Sì coralmente mi distringe e tene.
- Quella, per cui m' avvene,
- Non la posso obliare in alcun loco;
-
10Di sì amoroso foco m' ha allumato.
- Di sì amoroso foco so' allumato,
- Che m' arde e 'ncende sì amorosamente.
- Se s' attutasse, non mi fora in grato
- Sì come consumar sì dolcemente;
- Ch' assai è più piacente
- Lo male, ond' uomo aspetta guidardone,
- Che 'l ben senza ragione ch' è turbato.
- Gli occhi miei, ch' abbassando risguardaro
- La dolce cera e l' amoroso sguardo,
-
20Al cor foco d' amore rapportaro;
- Allor s' apprese la fiamma, ond' eo ardo,
- Si ch' eo mai non riguardo
- Amore, poi son dato in tua balìa,
- Ah Dio, come porrìa starti in grato.
page: 234
- In lontana contrada
- Aggio amanza novella,
- Che 'l cor mi fa gioire,
- E risbaldire, com' augello in fronda,
- Perch' è gioconda e piena di piacere.
- Nella dolce contrada
- D' un amor novamente
- Lo meo cor fa soggiorno;
- Ed ho sì imaginata
-
10La figura piacente
- Chiera
1, ch' a me non torna.
- Tanto piacer l' adorna,
- Che lo meo cor non falla,
- Se con lei fa dimora.
- Come l' aurora del sole d' auriente
2
- Da lei si sente lo meo cor sentere.
- Amor, s' eo t' ho gabbato
- Dimostrandomi tuo quand' io non era,
- Or m' hai in tal manera
- Che meo non so se non quanto v' è in grato.
- Amor, eo mi confesso peccatore,
- In ver la tua dottata signorìa;
- Ch' i' era di tua fede infingitore,
- E mi credea amare a maestrìa
1,
- E gabbo
2 mi facea d' ogni amadore,
-
10Che per te passo
3 uscisse di tua via.
- Or m' hai in fede mia
- In guisa tal di mio saver partito,
- Ch' ogn' nom mi mostra a dito
- Odi come mia ragione hai locato
- E poi
4 m' hai preso pur come ti piace,
- Mi meni e batti come tuo valletto
Transcribed Footnote (page 235):
1
Con istrattagemma Salv.
2
Burla Salv.
3Cioè
un passo dal Francese
pas, point.
4
Poichè Salv.
page: 236
Note: A dash inscribed in the left margin draws attention to line 20. A vertical pencil line
inscribed in the left margin brackets lines 1-4, 10, and 13-14 of the lower poem.
- E tutto presto son soffirre in pace
- Affanno sì come fosse diletto,
- E se mi dai tormento non mi spiace.
-
20Pur non mi dar tu morte, ond' ho sospetto;
- E non ne fo disdetto
- Se non per sofferir tormento tanto,
- Amor, che so 'l tuo amanto
- Torna affannando 'l buon servo pregiato.
- Angelica figura
- D' ogne piacer sovrana,
- Sembra stella diana
- Vostro bel viso chiero
1 tanto sprende
- Non credo, ciò, m' è viso,
- Mai sì piacente viso
- For mancamento, fatto in veritate,
- Chè bianco è più che riso,
- E anzi è gioco e riso.
-
10A chi 'l pon mente
2 rende claritate,
- Adonqua tarditate
- Fatt' avea morte scura;
- Non mi siate sì dura,
- Poi
3 son per voi in foco, che m' incende.
Transcribed Footnote (page 236):
1
Chiaro Salv.
2
Qui illum animadvertit Salv.
3
Poichè Salv.
page: 237
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 15-27.
- Non credo veramente
- Ched altro avesse a mente
- Quando fe' Dio sì bella criatura,
- Che piacque a tutta gente
- Tant' ha in se piacer gente
1
-
20Vostro bel viso vederlo in figura.
- E nulla mancatura
- Fece a vostre bellezze.
- Piacente d' adornezze
- Lo vostro viso ciaschedun uom prende.
- Mercè, ch' eo moro, lasso,
- Come pesce per l' asso,
- Se non m' aiuta vostro aiuto bono.
- E vado come passo
2,
- E non mi muto passo
3
-
30Nè senza lei non so là v' eo mi sono.
- Non è canto, nè sono,
- Che mi possa accordare.
- Lo meo grevo
4 scordare,
- Là 'nde 'l meo core tutto a voi si rende.
Transcribed Footnote (page 237):
1
Gentile.
2Dal Latino
passus Salv.
3
Un passo, dal Francese
pas,
point
Salv.
4Grave Salv.
page: 238
DI SER BALDO FIORENTINO
Transcribed Note (page 238):
Anno 1270.
- Lasso, quando mi membra
- Ch' amato ho lungamete
- Una donna valente,
- A cui ho dato vita, core, ed alma,
- Già non son mie le membra,
- Lo cor meo, nè la mente.
- Tutto comunemente
- Amor m' ha preso, e condutto all' alma.
- Come faraggio, oh Deo!
-
10Che già da lei non posso esser amato
- Ae ben cangiato, e tiensi lo cor meo.
- Amor m' ha in tal prigione
- Sì forte incatenato,
- Ch' eo non trovo uomo nato,
- Che in nulla guisa donimi conforto.
- E sì come 'l timone
- La nave ha in cascun lato
- Con uomo ammaestrato,
- Così mi tragge Amor pure in suo porto;
-
20E 'l meo voler non guarda,
- Che non tiri pure in suo viaggio.
- Lo meo coraggio in gran foco par ch' arda.
- Nè non s' ammorta; sì forte è
infiammato–
- Calor di foco m' arde,
page: 239
- Ed incende sì forte,
- Che m' ha quasi alla morte
- Messo, e mi tene in grande pensamento.
- Per tutte membra spande
- Non diritto, ma torto
-
30Che sovra di me porto
- Dogliosa pena ha con forte tormento
- Membra che non ve dole
- Agli occhi per cui pena
- Voi non allena lo cor, che uom lo vuole
- E sovra ciò ciascun fa sua possanza.
- Gli occhi e lo core meo
- In tal parte hanno miso
- Speranza, che conquiso
- Mi tegno e di campare in avventura.
-
40Ma sì come Romeo
- Faraggio che diviso
- Volontate e è priso
- A ciò che li incontrerria natura
- Se non d' ave membranza
- La gioia per cui vivo in grand' affanno
- Saralli danno, s' eo faccio fallanza
- Per lo suo fallo, e non li sarà onore.
- Canzon mia, di lamento
- Fatto in gran cordoglianza
-
50Però che 'n disperanza
- Posso far conto ben di medsemo,
- Al ver dicer non mento,
page: 240
- Pene, noie, e pesanza,
- Travaglio e malenza
- Altro di la non ho secondo chesmo
- Dimora sempre in caldo
- Lo meo core mesto e doloroso,
- E sto pensoso; ond' io non son mai baldo,
- Lasso tapino, e così son chiamato
page: 241
DI SER MANNO
Impresso ne' Commentarj della Volgar Poesia del Crescimbeni
Transcribed Note (page 241):
Anno 1270.
- Sì a te color di tutto bene e' resta
- E 'ntendimento d' intendimento modo,
- Sin che del vostro amore i' porto vesta
- Più son sicuro, che se fossi in Domo.
- Quand' i' mi penso ch' i' son vostro, ho festa,
- Molto m' aggrada venir a tal domo
1,
- Che più mi piace, che s' io fossi testa
- Di tutta Lombardìa infin a Como.
- Però in ver di voi abbo gran campo
-
10Di buona volontà commossa larga
- A voi servire, sì ch' io mai non campo.
- Or vi dich' io, che peggio che 'n tomba
- Son per amore, ed aione
2 scalmo,
- E 'n molte parti già 'l suon ne rimbomba.
Transcribed Footnote (page 241):
1
Signore, dal Latino
dominus.
2
Aggione, ne ho.
page: 242
DI LAPO, O
LUPO DEGLI UBERTI
Impressa nella Scelta di Rime Antiche pubblicate
in Firenze
.
Transcribed Note (page 242):
Anno 1270.
- Gentil mia Donna, la virtù d' amore,
- Che per grazia discende
- In cor uman, se lo trova gentile,
- E viene accompagnata di valore,
- Da cui lo ben s' apprende,
- E sentimento dà chiaro e sottile,
- Mercè di voi m' ha fatto tanto onore
- Che m' insegna e difende
1
- Ch' io non aggia in caler mai cosa vile,
-
10E vuol che sol di voi sia servidore
- Ogn' altra mi contende,
- Ed io lo sento al cor dolce ed umile.
- E mi conosco non ben sufficiente
- Servo di voi, dov' è tanto piacere,
- Che sete senza para
2
- Amor pur vuol ch' io vi sia ubbidiente.
- Mercede a ciò vi piaccia provedere,
- E quanto piaccia a lui vostro volere,
- Ch' altra gio' non m' è cara
-
20Nel nuovo canto il potrete vedere.
Transcribed Footnote (page 242):
1
Proibisce.
2
Pare, pari.
page: 243
Note: A slight pencil cross inscribed in the left margin marks the opening of the poem.
Impresso nella sudetta Scelta.
- Nuovo canto amoroso nuovamente
- Ch' eo mi son dato a tal per servidore,
- Ch' ha preso vita in abito d' amore,
- E sua beltà più d' ogn' altra è
piacente.
- Se vai in quella parte, ove dimora,
- Eo ti vo' far sentito
1
- Sì che non falli a sua dolce accoglienza.
- Ragiona di vertù, che la innamora,
- Se vuoli esser udito;
-
10Parla con motti che portin sentenza;
- E s' ella troverà in te conoscenza,
- Ella t' accoglierà non di cor lento,
- Chè l' è tanto in caler buon sentimento,
- Che lascerà per te ogn' altra gente.
- Quando averai di lei preso contezza,
- Che sia celatamente,
- Siavi chi vuol, se non sente d' amore,
- Soave le raccorda con pianezza,
- Dì, se non l' è spiacente,
-
20Ch' io tengo in fio
2 da lei la vita e 'l core,
- E s' ella cangia allor viso o colore,
- Dira' le tosto che non m' attalenta
Transcribed Footnote (page 243):
1
Accorte.
2
Fido.
page: 244
- Null' altro, se non ciò che lei contenta;
- E quanto vuol vogl' io similemente.
- Se la vedrai appresso disdegnosa,
- Che l' averai contato
- Omaggio, e detto qual è 'l mio volere,
- Dì, che non sia di questo dubitosa;
- Chè quanto ho desiato
-
30E d' un disìo non varca
1 suo piacere.
- Eo non porrìa d' altra vita gioire,
- Dico s' è alcuna fuor che di sua gioia;
- E maggiormente assai mi greva e noia,
- Che la mia doglia è ciò, che 'l è
spiacente.
- Se di mercè la trovi sì adornata;
- Come d' altro valore,
- Securamente muovi la tua nota:
- Ben potrai dir, ch' è la ventura data
- A farti più d' onore,
-
40Che facesse ad alcun, poi
2 volse rota;
- E se la troverai per te rimota
- Lontan da gente, ossia in donneando,
- Ella t' accetterà ciò che dimando,
- Se merced' è in sua vertù possente.
- Nuovo canto, tu vai sì umilemente,
- E segui sì diritta via d' amore,
- Che tu debbi sperar d' aver onore,
- Poi che tu vai a Donna conoscente.
Transcribed Footnote (page 244):
1Cioè
che non varca.
2
Poi che, dopo che
page: 245
DI BINDO D' ALESSO DONATI
DA FIORENZA
Impresso ne' Commentarj della Volgar Poesìa del Crescimbeni
Transcribed Note (page 245):
Anno 1270.
- Non arà mai pietà questa mia Donna,
- Se tu non fai, Amore,
- Ch' ella sia certa del mio grand' ardore.
- S' ella sapesse quanta pena porto
- Per onestà celata nella mente,
- Sol per la sua bellezza, che conforto
- Altro non prende l' anima dolente,
- Forse sarebbon da lei in me spente
- Le fiamme che nel core
-
10Di giorno in giorno m' accresce il dolore.
page: 246
DI GERVASIO RICOBALDO
DA FERRARA
Impresso nelle Rime Scelte de' Poeti Ferraresi
Transcribed Note (page 246):
Anno 1275.
- Io sto alla signorìa d' un tal zitello,
- Che si pasce di lacrime e suspiri,
- E più che il servo, più crescon martiri,
- E del mio pianto ognora si fa bello.
- Almen potessi anch' io qualche quadrello
- Fargli provar, com' ardon miei desiri;
- Ma per quanto al pertugio io lo rimiri,
- Colpir nol posso; chè gli è troppo snello.
- Però com' egli è possente signore,
-
10Tutto sa, tutto vede, e tutto intende,
- E di ciò, ch' io perpetro, si difende,
- Ed oltre uno quadrello, ancora accende
- La facella di tal cocente ardore,
- Ch' ogni momento in cener mi fa il core.
page: 247
Impresso nelle suddette Rime.
- Io ho dottanza, che la Donna mia
- Una volta si faccia più pietosa,
- E che disvesta la faccia sdegnosa,
- E mi si mostri com' era da pria.
- Si movereb'
1 certo a pietà, a cortesìa
- Una pietra ed ogn' altra dura cosa;
- Tanto è 'l pregar di quest' alma dogliosa
- Dal dì, che si mostrò meco sì ria.
- Se avverrà mai ch' io spetri quel dur sasso.
-
10Vo' cantarne il trionfo, e farne istoria
- Come di cosa degna da sapersi;
- E di lei canteran tutt' i miei versi,
- E viverà in eterno la memoria,
- Finch' io sto vivo in questo cener basso.
Transcribed Footnote (page 247):
1
Movrebbe.
page: 248
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 5-8, 13 and 15-16. Also, in footnote #7, the "g" in the
word "Naviga" is upside-down.
DI TOMMASO BUZZUOLA
DA FAENZA
Transcribed Note (page 248):
Anno 1280.
- Amoroso voler m' ave commosso
- A non poter celar la lingua il core
- Poi
1 sì gli abbonda proferirlo fore
- Ciò che 'n lui 'maginato mi rimembro.
- Chè manti son, ch' han loro intenta
2 e
posso
3
- Messo in mesdir
4 d' amore e mal restarne,
- Soverchiamente isforzan di parlarne
- Da lor sentenzia parto, e mi disembro
5
- Che d' Amore invanato fanno iscorpo
-
10Proprietà diversa il naturale
- Nome che bene pote e più vale,
- Che 'n sua natura già non ha molesta
6
- Ch' amore amante trai d' ogni tempesta,
- Veder mai nullo tanto valor pò.
- Per natural ragione amore nasce,
- Naveggia
7 a guisa di bon marinaro;
- Se trova loco disioso e chiaro,
Transcribed Footnote (page 248):
1
Poichè Salv.
2
Intenzione Bisc.
3
Possa Salv.
4
Dir male, dal Francese
médir Salv.
5
Dissomiglio, o pure
disiemo, cioè
mi separo Salv.
6Molestia, come nel Francese Antico
la
superbe
, per
la
superbia
Salv.
7
Naviga Salv. e Bisc.
page: 249
Manuscript Addition: ad un grado, / [venci ben?]
Editorial Description: Gabriele Rossetti's note beside line 37
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin mark lines 18, 23-24, 25-27, 29-33,
and 37-40
- Soggiorno a sua stagione prender sape.
- Così amor in cor polito annasce
1
-
20Gentile e pien d' amoroso desire,
- Ponesi fermo, e non vuole partire,
- Poi
2 lo disira come riva l' ape.
- Donque disconoscenza fanne assai
- Chi 'n fine di brasmar amor se 'ngrassa,
- E core e lingua in foll' etate lassa
- Tant' avant' ir, che par che siano a morte
- Tutte vertù, che per Amor son porte;
- Ma tu, meo core, a tai staglia non fai.
- Parti diviso da tai gente folle,
-
30Che non pon sofferir d' amore il costo;
- Di suo dolzore aver non den bon gosto
3,
- Di vista fanno, non di sentir, tasto,
- Ch' al primo provar d' amor si distolle,
- Quando 'l suo foco sente apprisco il lisco
4
- Immantinente dice: ora languisco
- Per convenanti voi'
5 star sempre casto.
- Ma non porea null' uomo ad uno passo
- In loco salire, o' sia sovran bene.
- Non de' blasmar signor chi in lui ha spene,
-
40Nè per compianto mostrarsi smarrito:
Transcribed Footnote (page 249):
1
Soprennasce dal Latino
adnascor.
2
Poichè.
3
Gusto Salv.
4
La lisca, la stoppa Salv.
5
Voio, voglio.
page: 250
Note: Two vertical lines inscribe in the left margin bracket lines 41-42. Vertical pencil
lines inscribed in the left margin brackets lines 43-46, 49-50, 51-53, 59-60, and 61-62.
Words in line 49 are underlined in pencil.
- Chè vanamente acquista folle e ardito,
- Chi par aina
1 torna spene in casso.
- Per lor scredenza a mal porto li pono,
- Poi mi conven che 'l lor mesdir discovra.
- Si sente lor valore e forza povra
2
- Lor ferma intenza in ben d' amor non varga
3
- Comechè di compianti fan tal tono,
- Che s' amor non dispar, segno faraggio,
- Ed
alli mai
4 parlier
mi
torneraggio,
-
50Tanto sostien che sia sua voce larga,
- Ch' Amor può dir ciascun amante all' uomo
- E senza lui, dich' eo, non serèa frutto
- E se mal sente vince con gioi' tutto
- Se d' amoroso bene aggi' un sol mico
5,
- Come sorvince l' ambra, mirra, e spico
- Di fine odor cosa vantata a fomo
6.
- Foll' è ciascun, che non avvisa scampo
- Là 've molesta
7 informa
8 si percuote.
- Non tocchi corda chi non sa le note,
-
60Chè non lavora dritto chi mal piomba
9.
- Chi non è tal d' Amor ch' attenda scampo
- Cor non el pensi, nè l' el dica il polmo
10
Transcribed Footnote (page 250):
1
Per fretta Salv.
2
Povera, Francese
pobre
Salv.
3
Varca.
4
Mali Salv.
5
Un miccino; mica, Francese Antico
mie Salv.
6
Fumo.
7
Molestia.
8
Informe.
9
Preso dai muratori Salv.
10
Polmone Salv.
page: 251
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 63-64, 74-76, 77-79
and 80.
- Voler salir poi
1 è 'nviscato l' olmo,
- Chè Amor di visco ciascun ramo allombra,
- Chè non li val, poich'è preso lo scembia
2
- Nè tort' a fare ond' abbia in grido scoppo
3
- Com' a tagliuola distensi
4 lo toppo
5
- E poi che vede che lor male incende
- E la potenza d' Amor non s' arrende,
-
70Bene sia folle tale amante sembia
6.
- Ma se dir voglio 'ncontra 'nvea
7 e farla
- Ver li noiosi che lor arma porto,
- Che spesso tollon di fin amar conforto
- Gente noiosa, per voi non m' ascondo,
- Ma con li fini amanti allor secondo
- A cor di sua valenza non contradiarla.
- Amante adunque morbio si gastighi.
- Non dica d' amor fallo, e non l' asperna
8.
- Avanti che s' appìgli a lui, dicerna
9
-
80Sua contumanza, e non il stia superbio
10;
- Contra lui vil è orgoglio, come cerbio
11;
- Core non è, ch' Amor nol vinca e pieghi.
Transcribed Footnote (page 251):
1
Poichè.
2
Scempia.
3
Scoppio.
4
Si distiene, ci tiene.
5
Topo.
6
Sembra.
7
Inveggìa, invidia, dal Francese
envie Salv.
8
Disprezzi, dal Latino
aspernari.
9
Discerna.
10
Superbo, dallo Spagnuolo
sobervio Salv.
11
Cervo Salv.
page: 252
Impresso nelle Rime Antiche sotte il nome
di Dante Alighieri.
- Qual, che voi siate, Amico, vostro manto.
- Di scienza parmi tal, che non è gioco;
- Sicchè per non saver d' ira mi coco,
- Non che laudarvi, soddisfarvi tanto:
- Sacciate ben, ch' io mi conosco alquanto,
- Che di saver ver voi ho men d' un moco;
- Nè per via saggia, come voi, non voco;
- Così parete saggio in ciascun canto.
- Poi piacevi saver lo meo coraggio,
-
10Ed io 'l vi monstro di menzogna fore,
- Siccome quei, c' ha saggio el suo parlare
- Certamente a mia conscienza pare,
- Chi non è amato, s' elli è amadore,
- Che 'n cor porti dolor senza paraggio.
page: 253
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 1-4, 5-6, and 12-14.
- Invidiosa gente e mal parlèra
1,
- Piena d' inganno e di reo pensamento
- Fallanza faite, con falsa manera
- Voi riprendete 'l meo intendimento
2.
- Che già guardano 'l bianco fior non spero
- Lo meo fin core in reo proponimento,
- Ma di ciascuna cosa piagentera
- Vedere vien da natural talento.
- Chè 'l core e gli occhi voler fan guaitare
3,
-
10Ed avvisare ogne cosa piagente;
- Per tanto gli occhi non son da biasmare.
- D' ora inanti starò sofferente
- Per gravar voi, e mia donna iscolpare.
- Perdonerammi; tant' è conoscente.
Transcribed Footnote (page 253):
1
Malparliera, ciarliera Salv.
2Cioè
amore Salv.
3
Guature Salv.
page: 254
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin brackets lines 1-4 and 12-14. A small
pencil cross inscribed in the left margin and two horizontal lines, also in the left margin,
mark the opening of the poem. Commas have been added in pencil to line 1 after "Como" and "sopra".
- Como
, le stelle sopra
, la Diana
- Rende splendor con grande claritate;
- Così la mia donna par sovrana
- Di tutte le donne ch' aggio trovate.
- Che la sua angelica figura umana
- Mi par ornata di tutta beltate;
- Umile portatura, soave, e piana
- In lei si trova con grande onestate.
- Però di lei amar aggio temenza,
-
10Considerando su' alto valore
- E 'l senno e la bellezza, che in lei pare.
- Per Deo la prego, ch' aggia provedenza
- Di me, che sono suo leal servidore,
- Ma per temenza non l' oso mostrare.
page: 255
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 12-14.
- In voi, Amore, lo nome ha falluto,
- Sì como nello giuoco dello zaro
1,
- Chi meglio se ne cred' esser venuto
- Peggio se ne ritrova lo denaro.
- Così dunqua lo nome c' è perduto,
- Che dev' esser dolce ed è amaro;
- Meraviglia è che tant' este tenuto
- Poi
2 tutto si ritrova lo contraro.
- E lo voglio chiamar dolore e pianto,
-
10Che quando l' uomo meglio se ne crede,
- Allora ne serà doglioso e lasso.
- Null' uomo non ce speri se non tanto
- Quanto cogli occhi suoi medesmi vede,
- Che tostamente fa dell' alto basso.
Transcribed Footnote (page 255):
1
Zara.
2
Poichè.
page: 256
Note: In footnote #1, the first "v" in Avverare is upside-down.
DI UGOLINO BUZZUOLA
DA FAENZA
Impresso ne' suddetti Commentarj.
Transcribed Note (page 256):
Anno 1280.
- Mirai lo specchio, ch' a 'verar
1 notrica
- Li movimenti, de' quai siete avaro;
- Per lo qual gli occhi allo cor dimostraro,
- Che vostra mente ad amore ver dica.
- Ancor che quella, di senno mendica,
- Non fini affanno donarvi rovaro,
- Però ch' amore e' valca, vi trovaro
- Fermo soffrente, ciascun vi s' applica.
- Chi spera grano d' amorosa spica,
-
10Com' io, ch' attendo del turbato chiaro
- Non per aspettar suo color pallica.
- Ch' ogne sua volta l' ira doppia imparo,
- Nanti dal core vertù li è sortita,
- Perchè voglia d' amar nov' aggia obliea
2
Transcribed Footnote (page 256):
1
Avverare.
2
Obliqua.
page: 257
Note: Several horizontal pencil lines inscribed in the right margin mark the opening of the
poem. Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 1-3, 5-6, 7-8, 9-10,
17-18, and 19-20.
DI LOFFO, o
NOFFO BONAGUIDA
Impressa nelle Rime Antiche.
Transcribed Note (page 257):
Anno 1280.
- Provato ho assai, Madonna, di ciausire
- Vostra biltate e lo piacer piacente;
- Ma allasso sol la mente,
- Ch' io non la posso propriamente dire.
- Provato ho di laudar vostra biltate,
- E lo saver. ch' è 'n voi oltr' a misura,
- E non la posso dir, com' è vertate:
- Però di voi laudar prendo paura,
- E non posso trovar motto sì altiero,
-
10Che più alto non sia vostro valore;
- Ed io nol vo' minore
- Che sia di voi; anzi
1 men vo' soffrire
2.
- Mostra ragion, come non è possente
- Nomar vostre bellezze ad uomo nato;
- Chè Iddio vi formò pensatamente,
- Oltre a natura, ed oltre a uman pensato:
- Ed uom non può per natural ragione
- Vedere, o giudicare oltr' a natura:
- Dunque vostra figura
-
20Com' si porìa per senno dichiarire?
Transcribed Footnote (page 257):
1
Più tosto.
2
Astenere.
page: 258
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 21-22, 23-24, and 25.
- Rendo mercede ad Amor vostro sposo,
- Che 'n voi servir leal m' ha ritenuto:
- Nè mai d' altro voler cherer non oso,
- Se non sol che da voi sia ricevuto:
- E so, che chero più che non son degno;
- Perdonemi il gentil vostro coraggio,
- Se mio dimando oltraggio:
- Forza lo mio voler troppo disire.
page: 259
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the poem. Vertical
pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 1-3, and 5-6.
Impresso nella Scelta di Rime Antiche pubblicata
in Firenze.
- Ispirito d'Amor con intelletto
- Dentro dallo meo cor sempre dimora,
- Che mi mantiene in gran gioia e 'n diletto,
- E senza lui non viverìa un' ora.
- Ed hammi fatto amante sì perfetto
- Ch' ogn' altro in ver di me d'amore è fuora
- Non ho mai pene, nè sospiri getto:
- Cotanto buonamente
1 m'innamora.
- Lo spirito d'Amor, che meco parla
-
10Della mia gentil donna ed avvenente,
- Mi dice: non voler mai più che amarla,
- Sì com' ella ama te coralemente,
- E di fin cor servire, ed onorarla;
- Che è la gioia del mondo più piacente.
Transcribed Footnote (page 259):
1Cioè
in verità,
veramente
, oh' or si direbbe
di buone
page: 260
Impresso nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Le dolorose pene, che 'l meo core
- Porta; e sì forte mi fanno languire,
- Nascono del pensier, ch' ho del partire;
- Celar non posso; sì mi strugge amore.
- Se alquanto non m' aiuta lo valore,
- E la speranza del tosto redire,
- Viver non posso, portando 'l martire:
- Nascoso in cor in amor di dolore.
- Però gli mostro, o gentil donna mia,
-
10Per dogliosi sospiri e per parlare,
- E sgraverò la mente ch' è affannata;
- E gli occhi con amaro lagrimare
- Si sfogheranno: il cor m' ha consumata,
- Ed angosciosa la mia vita fia.
page: 261
Note: Vertical lines in the left margin bracket each of the stanzas individually.
- Com' uom, che lungamente sta in prigione
- In forza di signor tanto spietato,
- Che non ama drittura; nè ragione,
- Nè mercè, nè pietà non gli
è in grato,
- Tener si puote a fera condìzione
- Se 'n altra guisa non cangia suo stato:
- In simil loco Amor lunga stagione
- M' avea tenuto, on'd era disperato.
- Or m' era per ingegno dipartuto
-
10Del periglioso loco, ch' aggio detto,
- E della pena in gran gio' rivenuto.
- Più che davanti tenemi distretto
- Or come faragg' io in questo punto
- Lasso, dolente me, che son si stretto?
page: 262
Impresso nella suddetta Scelta di Rime Antiche.
- Giorno nè notte non fino pensando
- Di fero e d' angoscioso pensamento,
- Sì che niente son fuor di tormento:
- A tal condotto m' ha l' Amore amando;
- Chè 'nprimamente presemi guardando,
- E poi m' innamorò di piacimento
- Di quella, per cui tanta pena sento,
- Ch' a morte mi conduce sospirando.
- Ahimè lasso! che dolce e dilettoso
-
10Incominciai l' amor, ch' è tanto amaro,
- Mi sembra al cor suo savor venenoso.
- Ah Dio, mercè! avrò già mai riposo?
- O troveraggio in ver l' amor riparo?
- Sì, se pietà dei aver d' uomo amoroso.
page: 263
Note: Two horizontal pencil lines inscribed in the right margin mark the opening of the poem.
DI LIPPO PASCHI DE' BARDI.
Transcribed Note (page 263):
Anno 1280.
- Così fossi tu acconcia di donarmi
- Quel ch' io ti chieggio, pulzella gentile,
- Come tu sei di dir con voce umile,
- Tollete
1 senza più dispiacer farmi:
- Ch' allor porrei allegro in gioia starmi
- Contandomi fra gli altri signorile:
- Ma ciò, che tu mi gabbi e tieni a vile,
- Si è la cosa che farà finarmi.
- Chè rallegrarmi punto non mi posso,
-
10Nè poterò giammai insino a tanto
- Che 'l viso dolce all' atto, ond' uom la sente
- E quella bella bocca dolcemente
- Io basci con tua voglia; e poi mi vanto
- D'esser di pena e di dolore scosso.
Transcribed Footnote (page 263):
1
Togliti.
page: 264
Note: A pencil cross inscribed in the upper left margin marks the opening of the sonnet. A
vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 12-14.
DI NUCCIO PIACENTI
SANESE
Impresso nei Commetarj della Volgar Poesia
dal Crescimbeni.
Transcribed Note (page 264):
Anno 1280.
- I miei sospir dolenti m' hanno stanco,
- Ch' escon di me per forza di valore;
- E quei, che non posson gir di fore,
- Mi feron duramente per lo fianco,
- Cercando, s' eo di doglia avessi manco.
- E poi li sento entrar dentro dal core,
- E m' hanno sì disfatto ogni valore,
- Che morte nella mente è venut' anco.
- E rompon i dolenti mie' sospiri
-
10Il cor, che dentro è tanto combattuto,
- Che pur conven che morte a se lo tiri,
- Amor, io son a tal per te venuto,
- Ch' uomo non trovo, che mi degni o miri;
- Ed ogni tuo poder m' è disaiuto.
page: 265
DI GIRALDO DA CASTELLO
Impresso nella Poetica del Trissino.
Transcribed Note (page 265):
Anno 1280.
- Madonna, lo coral disìo, ch' io porto
- Nel più dolente core,
- Che mai sentisse amore,
- Mi stringe sì ch' io vorrei esser morto.
- Così piacesse a Dio, che morto fossi,
- Quando m' innamorai con tanta fede,
- E sì lo mio cor messi in abbandono.
- Perchè con tanta purità mi mossi,
- Credendo per pietà trovar mercede,
-
10Ch' ogni stato d' amor mi parea buono.
- Ma or la pena mia m' ha fatto accorto
- Ched io son sdegnato
1;
- Poi voi
2 non par peccato
- Che servo sì fedel riceva torto.
Transcribed Footnote (page 265):
1
Schifato.
2Cioè
a voi.
page: 266
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 1-10, 13-16 and 17-20.
DI GUIDO ORLANDI
- Ragionando d' amore,
- Mi conven laudare
- Vostro gentil impero,
- Donna di gran valore.
- Voi sete la fior, pare,
- Di bene amare intero,
- Degna d' avere d' onore,
- Chi ben vuol contemplare
- Senza menzogna il vero;
-
10Poi
1 d' amoroso core
- In un sol loco amare
- Vi fa l' amor sincero.
- Dunque sol siete quella,
- In cui l' amor si vesta,
- E fiore in fronda cresce,
- Che buon frutto conserva.
- A gioire m' appella,
- Membrando come presta
- Virtute in voi seguisce
-
20Confortando
2 ch' io serva.
Transcribed Footnote (page 266):
1
Poichè.
2Cioè
a confortare.
page: 267
Note: Horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the poem.
Impressa nelle Note alle Rime di Guido Cavalcanti
- Se avessi detto, amico, di Maria
- Grazia plena e pia,
- Rosa vermiglia sei plantata in orto,
- Avresti scritto dritta similìa;
- E veritate e via,
- Del nostro fine fu magione e porto
- E di nostra salute quella Dia,
- Che prese sua contia,
- E l'angelo le porse il suo conforto.
-
10E certo son chi in ver lei s'umilia,
- E sua colpa grandìa,
- Che sano e salvo il fa, vivo di morto.
- Ah qual conforto ti darò che plori
- Con Dio li tuoi fallori,
- E non l'altrui; le tue parti diclina,
- E prendine dottrina
- Dal Pubblican, che dolse i suoi dolori.
- Li Fra Minori sanno la divina
- Iscrittura Latina;
-
20E della fede son difenditori,
- Li buon predicatori:
- Lor predicanza è nostra medicina.
page: 268
- Troppo servir tien danno ispessamente,
- Ed amar fuor misura è gran follore,
- E non de' l' uom gradire un convenente
- Tanto, che se ne penta nel suo core.
- Ma sempre de' servir nella sua mente
- Di non laudar lo frutto per lo fiore;
- Chè visto abbiam che può esser fallente.
- Per freddo, che sormonti, o per calore.
- Avvegna ch' io non saccia perchè 'n fallo
-
10Mi sia tornato il fior, ch' io adorai,
- Conforto n' averìa s' io lo savesse.
- In greve tresca m' è tornato il ballo,
- E contra 'l ben mi darà pena assai
- Po' non mi son tenute le 'mpromesse.
page: 269
Manuscript Addition: Reply / to Guido Cavalcanti / [?] in rhymes to the sonnet “La Bella
Donna dove Amor si mostra” (357)
Editorial Description: DGR's title for the poem
Impresso nella Bella Mano.
- A suon di trombe innanzi che di corno
- Vorria di fin amor far una mostra
- D'armati cavalier di Pasqua il giorno;
- E navicando senza tiro o d'ostra
- Ver la gioiosa, girle poi d' intorno
- A sua difesa non cherendo giostra
- A te, che sei di gentilezza adorno,
- Dicendo 'l ver, per ch'io la Donna nostra
- Di
o su ne prego con gran reverenza
-
10Per quella, di cui spesso mi sovvene,
- Ch' allo suo Sire sempre stea leale;
- Servando in se l' onor, come s' avviene
- Viva con Dio che ne sostene ed ale
1,
- Nè mai da lui faccia dipartenza.
Transcribed Footnote (page 269):
1
Alimenta.
page: 270
- Poi ch' aggio udito dir dell' uom selvaggio,
- Che ride e mena gio' dello turbato
- Tempo; chè l' air freddo in suo coraggio
- Pensa che torni in dilettoso stato.
- Per la buona speranza lo dannaggio
- Li par acquisto di ben riservato;
- Sì come fosse il bel tempo di Maggio
- Si trova d' allegrezza sormontato.
- Ed eo similemente mi conforto,
-
10Pensando spesso che lo mar tempesta,
- E poi ritorna in gran tranquillitate.
- Mentre che dura son ridotto al porto;
- Della buona speranza fo mia festa;
- E di freddura attendo bonitate.
page: 271
Manuscript Addition: To Cavalcanti, in allusion to the sonnet, “Perchè / non fure a
me” &c. & perhaps to the one commencing / “Io
vidi gli occhi”
Editorial Description: DGR's commentary on the poem
Note: A vertical line is inscribed in the left margin of the final couplet.
Impresso nell' Allacci.
- Amico, saccio ben che sai limare
- Con punta lata maglia di coretto
1,
- Di palo in frasca come uccel volare,
- Con grande ingegno gir per loco stretto,
- E largamente prendere e donare,
- Salvar lo guadagnato, ciò m' è detto,
- Accoglier gente, terra guadagnare;
- In te non trovo ma che
2 uno difetto,
- Che vai dicendo intra la savia gente,
-
10Faresti Amore piangere in tuo stato.
- Non credo poi
3 non vede; e quest'è
piano.
- E ben dì 'l ver, che non si porta in mano
4,
- Anzi per passion punge la mente
- Dell' uomo ch' ama, e non si trova amato.
- Io per lung' uso disusai lo primo
- Amor carnale, e non tangio
5 nel limo.
Transcribed Footnote (page 271):
1
Corazza Salv.
2Cioè
più che dallo
Spagnuolo
masque Salv.
3
Poichè; vuol dire
non
credo, che Amore possa pian–
gere; poichè è senz' occhi
Salv.
4Cioè,
che Amore non è
mansueto, non si porta in palma di mano
Salv.
5Cioè
tocco, dal Latino
tango Salv.
page: 272
Manuscript Addition: This may possibly be a depreciatory reply to / Cavalcanti's “Donna mi
priega”
Editorial Description: DGR's note for the poem
Impresso nell' Allacci.
- Per troppo sottiglianza il fil si rompe
- E 'l grosso ferma l' arcone al tenèro,
- E' se la sguarda
1 non dirizza il vero
- In te forte t' avven che che ripompe.
- E qual non pare ben diritto lo scompe,
- Traballa spesso non loquendo intero
-
-
- Ch' Amor sincero non piange nè ride;
-
10In ciò conduce spesso uomo, o fema
2
- Per se coraggio prende e divide
- E tu 'l feristi, e nolli per la sema
3;
- Ovidio leggi; più di te ne vide;
- Dal mio balestro guarda, ed aggi tema.
Transcribed Footnote (page 272):
1
Squadra Salv.
2
Femina dal Prov.
fena Salv.
3
Scema dal Lat.
semus
Salv.
page: 273
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the sonnet. Words
in line 13 and 14 are underlined in pencil.
A GUIDO CAVALCANTI
IN NOME DI UNA DONNA
Impresso nelle Rime Antiche.
- Onde si muove, e donde nasce Amore?
- Qual è suo proprio luogo, ov' ei dimora?
- È e' sustanzia, accidente, o memora?
- È cagion d' occhi, o è voler di cuore?
- Da che procede suo stato o furore?
- Come fuoco si sente, che divora?
- Di che si nutre? domand' io ancora,
- Come e quando e di cui si fa signore?
- Che cosa è dico, Amore? ha e' figura?
-
10Ha per se forma? o pur somiglia altrui?
- È vita questo Amore, o vero è morte?
- Chi 'l serve, dee saver di sua natura.
-
Io ne dimando voi, Guido, di lui;
-
Perch' odo molto usate in la sua corte.
page: 274
Manuscript Addition: A Dante da Maiano
Editorial Description: DGR's note for the poem
Note: Several horizontal pencil lines inscribed in the left margin mark the opening of the
sonnet.
Impresso nelle Rime Antiche.
- Al motto diredan prima ragione
- Diraggio meo parere alla 'ncomenza.
- Veder lo morto prova corrozione
- In te di ciò, che 'l tuo cor vano penza.
- E sai, che l' alma ha il corpo a defensione,
- Reggelo, trallo, come il pesce lenza.
- Del dono e del vestito riprensione
- T' accoglie fortemente for difenza.
- Non bona convenenza è palesare
-
10Amor di gentil donna o di donzella;
- E per iscusa dicere, io sognai.
- Dicer non dico: pensa chi t' appella:
- Mammata
1 ti vene a gastigare,
- Ama celato: avra'ne gioia assai.
Transcribed Footnote (page 274):
1
Tua Madre.
page: 275
Note: Two horizontal lines inscribed in the right margin mark the opening of the sonnet. The
word "salute" is underlined in pencil in the second line.
BERNARDO DA BOLOGNA
A M. GUIDO CAVALCANTI.
Transcribed Note (page 275):
Anno 1280.
- A quella amorosetta foresella
- Passò sì il core la vostra salute,
- Che sfigurò di sue belle parute,
- Ond' io la dimandai, perchè Pinella?
- Udistù mai di quel Guido novella?
- Sì feci tal, che a pena l' ho credute;
- Che s' allargaron le mortal ferute
- D' Amore, e di suo fermamento stella
- Con pura luce, che spande soave.
-
10Ma dimmi, amico, se ti piace, come
- La conoscenza di me da te l' ave?
- Sì tosto come il vidi, seppi il nome,
- Ben' è così qual si dice la chiave,
- A lui ne mandi trentamila some.
page: 276
DI GUIDO CAVALCANTI
Note:
Tutte le Rime, di Guido sono state pubblicate in Firenze
l'anno 1813 per
Niccolò Carli dal Cavaliere Antonio
Cicciaporci
.
Transcribed Note (page 276):
Anno 1280
- Poichè di doglia cor convien ch' io porti,
- E senta di piacere ardente foco,
- Che di virtù mi tragge a sì vil loco;
- Dirò come ho perduto ogni valore.
- Io dico, che miei spiriti son morti,
- E 'l cor, c' ha tanta guerra, e vita poco:
- E se non fosse, che 'l morir m' è gioco,
- Fare' ne di pietà piangere Amore;
- Ma per lo folle tempo, che m' ha giunto,
-
10Mi cangio di mia ferma opinione
- In altrui condizione;
- Sicch' io non mostro quant' i' sento affanno,
- La 'nd' io ricevo inganno:
- Chè dentro dallo cor mi passa amanza,
- Che se ne porta tutta mia possanza.
- Io vidi donne con la Donna mia:
- Non che niuna mi sembrasre Donna;
- Ma simigliavan sol la sua ombria.
- Se mai del tutto obliato ho mercede,
- Già però fede il cor non abbandona;
- Anzi ragiona di servire a grato
- Al dispietato core.
- E qual ciò sente, simil me non crede;
- Ma chi tal vede? certo non persona;
- Ch' Amor mi dona un spirito in suo stato
- Che figurato more:
- Che quando lo pensier mi strigne tanto,
-
10Che lo sospir si mova;
- Par che nel cor mi piova
- Un dolce Amor sì bono,
- Ch' io dico: Donna, tutto vostro sono.
- Vedete, ch' io son un, che vo piangendo
- E dimostrando il giudicio d' Amore;
- E già non trovo sì pietoso core,
- Che me sguardando una volta sospiri.
- Novella doglia m' è nel cor venuta,
- La qual mi fa dolere, e pianger forte:
- E spesse volte avvien che mi saluta
page: 278
Manuscript Addition: Gli Spiritelli
Editorial Description: Gabriele Rossetti's note
Manuscript Addition: Biltà here is / beltà not / viltà (see / p. 284 3rd line
penult.)
Editorial Description: DGR's note for line 20
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 17-18 of the upper
poem, and 1-13 of the lower poem. Words in lines 14, 19 and 20 are underlined in
pencil in the upper poem. A small pencil cross inscribed in the left margin draws
attention to the opening of the lower poem.
- Tanto d' appresso l' angosciosa morte,
- Che fa in quel punto le persone accorte,
-
10Che dicono infra lor: questi ha dolore:
- E già, secondo che ne par di fore,
- Dovrebbe dentro aver nuovi martiri.
- La gravità, ch' è nel mio cor discesa,
- Ha certi spiritei già consumati,
- I quali eran vennti per difesa
- Del cor dolente, che gli avea chiamati:
- Questi lasciaro gli occhi abbandonati,
- Quando possò nella mente un romore,
- Il guale dicea: dentro biltà che muore;
-
20Ma guarda che biltà non vi si miri.
- Veggio negli occhi della Donna mia
- Un lume pien di spiriti d' Amore,
- Che portano un piacer novo nel core,
- Sicchè vi desta d' allegrezza vita.
- Cosa m' avvien, quand' io le son presente,
- Ch' i' non la posso allo' intelletto dire:
- Veder mi par delle sue labia uscire
- Una sì bella Donna, che la mente
- Comprender non la può che 'mmantenente
-
10Ne nasce un' altra di bellezza nova:
- Dalla qual par, ch' una stella si mova,
- E dica: tua salute è dipartita.
- La forte, e nova mia disavventura
- M'ha disfatto nel core
- Ogni dolce pensier, ch' i' avea d' Amore.
- Disfatta m' ha già tanto della vita,
- Che la gentil piacevol donna mia
- Dall' anima distrutta s' è partita;
- Sicch' io non veggio là, dov' ella sia:
- Non è rimasa in me tanta balìa,
-
10Ch'io dello suo valore
- Possa comprender nella mente fiore.
- Vien, che m'uccide un sì gentil pensiero,
- Che par che dica, ch' io mai non la veggia;
- Questo tormento dispietato, e fiero,
- Che struggendo m'incende, ed amareggia:
- Trovar non posso a cui pietate chieggia,
- Mercè di quel signore,
- Che gira la fortuna del dolore.
- Pien d'ogni angoscia in loco di paura
-
20Lo spirito del cor dolente giace
page: 280
Manuscript Addition: CO me; il core era
Editorial Description: Gabriele Rossetti's note for the final line
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets 26-32 of the upper poem,
and lines 7-12, 13-14 of the lower poem. Two vertical pencil lines inscribed in the left
margin bracket lines 30-32 of the upper poem.
- Per la fortuna, che di me non cura,
- C' ha volta morte, dove, assai mi spiace;
- E dà speranza, ch' è stata fallace.
- Nel tempo che si more,
- M' ha fatto perder dilettevoli ore.
- Parole mie disfatte, e paurose,
- Dove di gir vi piace, ve n' andate,
- Ma sempre sospirando, e vergognose
- Lo nome della mia Donna chiamate:
-
30Io pur rimango in tanta avversitate,
- Che qual mira di fore
- Vede la morte sotto 'l mio colore.
- Era in pensier d' Amor, quand' io trovai
- Due forosette nove.
- L'una cantava: e' piove
- Foco d'Amore in nui.
- Era la vista lor tanto soave,
- Tanto quieta, cortese, ed umile,
- Ch' io dissi lor: voi portate la chiave
- Di ciascuna virtute alta, e gentile:
- Deh, forosette, non mi aggiate a vile:
-
10Per lo colpo, ch' io porto,
- Questo cor mi fu morto,
- Poichè 'n Tolosa fui.
- Molto cortesemente mi rispose
- Quella, che di me prima aveva riso.
- Disse: la Donna, che nel cor ti pose
- Con la forza d'Amor tutto 'l suo viso,
- Dentro per gli occhi ti mirò sì fiso,
- Ch' Amor fece apparire:
- Se t' è grave il soffrire,
- Raccommandati a lui.
- L'altra pietosa piena di mercede,
-
30Fatta di gioco in figura d' Amore
- Disse: il suo colpo, che nel cor si vede.
- Fu tratto d' occhi di troppo valore,
- Che dentro vi lassaro uno splendore,
- Che tu nol puoi mirare:
- Dimmi se ricordare
- Di quegli occhi ti pui
1?
- Vanne a Tolosa, Ballatetta mia;
- Ed entra quetamente alla dorata:
- Ed ivi chiama, che per cortesia
- D' alcuna bella Donna sia menata
- Dinanzi a quella, di cui t' ho pregata:
-
50E s' ella ti riceve,
- Dille con voce leve:
- Per mercè vegno a vui.
- Gli occhi di quella gentil forosetta
- Hanno distretta sì la mente mia,
- Ch' altro non chiama che lei, nè disia.
- Ella mi fiere sì, quando la sguardo,
- Ch' i' sento lo sospir tremar nel core.
- Esce dagli occhi suoi, là ond' io ardo
- Un gentiletto spirito d' Amore,
- Lo quale è pieno di tanto valore,
- Che, quando giugne, l' anima va via,
-
10Come colei, che soffrir nol porria.
- Io sento poi gir fuor gli miei sospiri,
- Quando la mente di lei mi ragiona:
- E veggio piover per l' aer martiri,
- Che struggon di dolor la mia persona;
- Sicchè ciascuna virtù m' abbandona
page: 283
Note: Double verticle lines in pencil mark lines 1-2, 4-7.
Manuscript Addition: If this be really / by Guido, it / is undoubtedly / the primary / suggestion of /
several poems / by Poliziano and / others of that / period
Editorial Description: DGR's marginal note to the ballad
- In guisa, ch' i' non so là ov' i' mi sia:
- Sol par, che morte m' aggia in sua balìa
- Sì mi sento disfatto, che mercede
- Già non ardisco nel pensier chiamare:
-
20Ch' i' truovo Amor, che dice: ella si vede
- Tanto gentil, che non può 'mmaginare,
- Ch' uom d' esto mondo l' ardisca mirare
- Che non convegna lui tremare in pria:
- Ed io, s' i' la guardassi, ne morria.
- Bellata, quando tu sarai presente
- A gentil Donna, so che tu dirai
- Della mia angoscia dolorosamente.
- Dì: quegli, che mi manda a voi, trae guai;
- Perocchè dice, che non spera mai
-
30Trovar pietà di tanta cortesia,
- Ch' alla sua Donna faccia compagnia.
- In un boschetto trovai pastorella
- Più che la stella bella al mio parere.
- Capegli avea biondetti, e ricciutelli,
- E gli occhi pien d'amor, cera rosata:
- Con sua verghetta pasturava agnelli;
- E scalza, e di rugiada era bagnata:
- Cantava come fosse innamorata,
- Era adornata di tutto piacere.
- D'Amor la salutai immantenente,
-
10E domandai, s'avesse compagnìa:
page: 283A
Manuscript Addition: If this be really by Guido, / it is undoubtedly the primary / suggestion of
several poems / by Poliziano [?] and others / of that period. / [pencil note by D. G.
R. / on page 283 of Vol. II]
Editorial Description: WMR's transcription inserted on separate page into the book
page: 284
Note: Two vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 5-10 of the lower
poem.
- Ed ella mi rispose dolcemente,
- Che sola sola per lo bosco gia;
- E disse: sappi, quando l' augel pia;
- Allor disia lo mio cor drudo avere.
- Poichè mi disse di sua condizione,
- E per lo bosco augelli udìo cantare,
- Fra me stesso dicea: or è stagione
- Il mio disìo con sua pace pigliare:
- Mercè le chiesi, sol che di baciare,
-
20E d' abbracciare fosse 'l suo volere.
- Per man mi prese d' amorosa voglia,
- E disse, che donato m' avea 'l core:
- Menommi sotto una freschetta foglia,
- Là dov' io vidi fior d' ogni colore:
- E tanto vi sentìo gioi', e dolzore,
- Che Dio d' Amor mi parve ivi vedere.
- Posso degli occhi miei novella dire
- La quale è tal, che piace sì al core,
- Che di dolcezza ne sospira Amore.
- Questo novo piacer, che 'l mio cor sente,
- Fu tratto sol d' una Donna veduta,
- La quale è sì gentile, ed avvenente,
- E tanto adorna, che 'l cor la saluta:
- Non è la sua biltate conosciuta
- Da gente vile, che lo suo colore
-
10Chiama intelletto di troppo valore.
page: 285
- In veggio, che negli occhi suoi risplende
- Una virtù d' Amor tanto gentile,
- Ch' ogni dolce piacer vi si comprende:
- E muove allora un' anima sottile,
- Rispetto della quale ogni altra è vile;
- E non si può di lei giudicare fore
- Altro, che dir, quest' è nuovo splendore
- Va Ballatetta, e la mia Donna trova;
- E tanto le dimanda di mercede,
-
10Che gli occhi di pietà verso te mova
- Per quel, che 'n lei ha tutta sua fede:
- E, s' ella questa grazia ti concede,
- Manda una voce d' allegrezza fore,
- Che mostri quello, che t' ha fatto onore.
- Perch' io non spero di tornar giammai,
- Ballatetta, in Toscana,
- Va tu leggiera, e piana
- Dritta alla Donna mia,
- Che per sua cortesia
- Ti farà molto onore.
- Tu porterai novelle di sospiri
- Piene di doglia, e di molta paura:
- Ma guarda, che persona non ti miri,
-
10Che sia nimica di gentil natura;
- Chè certo per la mia disavventura
- Tu saresti contesa,
page: 286
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 17-18, 19-20, and
23-26. Two vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 27-28, 29-36,
and 37-40.
- Tanto da lei ripresa,
- Che mi sarebbe angoscia;
- Dopo la morte poscia
- Pianto, e novel dolore.
- Tu senti, Ballatetta, che la morte
- Mi stringe sì, che vita m'abbandona;
- E senti come 'l cor si sbatte forte
-
20Per quel, che ciascun spirito ragiona:
- Tant' è distrutta già la mia persona,
- Ch' i' non posso soffrire:
- Se tu mi vuoi servire
- Mena l' anima teco,
- Molte di ciò ti preco,
- Quando uscirà del core.
- Deh Ballatetta, alla tua amistate
- Quest' anima, che triema, raccomando:
- Menala teco nella tua pietate
-
30A quella bella Donna, a cui ti mando:
- Deh Ballatetta, dille sospirando,
- Quando le se' presente;
- Questa vostra servente
- Vien per istar con vui,
- Partita da colui,
- Che fu servo d' Amore.
- Tu voce sbigottita, e fieboletta,
- Ch' esci piangendo dello cor dolente,
- Con l' anima, e con questa Ballatetta
-
40Va ragionando della strutta mente.
page: 287
Note: Two vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 41-46 of the above
poem, 13-14, and 15-17 of the lower poem. Two horizontal pencil lines inscribed in the right
margin mark the opening of the lower ballad. Words in line 17 are underlined in pencil.
- Voi troverete una Donna piacente.
- Di sì dolce intelletto,
- Che vi sarà diletto
- Starle davanti ognora.
- Anima e tu l'adora
- Sempre nel suo valore.
- Quando di morte mi convien trar vita,
- E di gravezza gioia;
- Come di tanta noia
- Lo spirito d' Amor d' amar m' invita?
- Come m' invita lo mio cor d' amare?
- Lasso, ch' è pieu di doglia,
- E da' sospir sì d' ogni parte priso,
- Che quasi sol mercè non può chiamare;
- E di virtù lo spoglia
-
10L' affanno, che m' ha già quasi conquiso;
- Canto, piacer, con beninanza e riso
- Mi son doglia, e sospiri:
- Guardi ciascuno, e miri,
- Che morte mi è nel viso già salita.
- Io mi posso blasmar di gran pesanza,
- Più che nessun giammai:
- Che morte dentro al cor mi tragge un core,
- Che va parlando di crudele amanza,
- Che ne' miei forti guai
-
30M' affanna; laond' io perdo ogni valore.
- Quel punto maladetto sia, ch' Amore
- Nacque di tal maniera,
- Che la mia vita fiera
- Gli fu di tal piacere a lui gradita.
- Sol per pietà ti prego, giovinezza,
- Che la dischiesta di mercè ci caglia,
- Poi che la morte ha mosso la battaglia.
- Questa dischiesta anima mia si trova
- Sì sbigottita per lo esperto torto,
- Che tu non curi, anzi sei fatta pruova,
- E mostri bene sconoscenza scorto.
- Tu sei nimico, ond' or prego colui,
- Ch' ogni durezza muove, vince, e taglia
-
10Ch' anz' alla fine mia mostri che vaglia.
- Donna mi priega; per ch' io voglio dire
- D' un accidente, che sovente è fero,
- Ed è sì altero, ch' è chiamato Amore,
- Sì che chi 'l niega possa 'l ver sentire
- Ed al presente conoscente chero;
- Perch' io non spero, ch' uom di basso core
- A tal ragione porti conoscenza;
- Che senza natural dimostramento
- Non ho talento di voler provare
-
10Là dove nasce; e chi lo fa criare;
- E qual' è sua virtute, e sua potenza;
- L' essenza; e poi ciascun suo movimento;
- E 'l piacimento, che 'l fa dire amare;
- E s' uomo per veder lo può mostrare.
- In quella parte, dove sta memora,
- Prende suo stato, sì formato, come
- Diafan dal lume, d' una oscuritate,
- La qual da Marte viene, e fa dimora.
- Egli è creato, ed ha sensato nome:
-
20D' alma costume, e di cor volontate:
- Vien da veduta forma, che s' intende,
page: 290
- Che prende nel possibile intelletto,
- Come in suggetto, loco e dimoranza.
- In quella parte mai non ha possanza,
- Perchè da qualitate non discende.
- Risplende in se perpetuale effetto:
- Non ha diletto, ma consideranza;
- Sì che non puote là gir simiglianza.
- Non è virtute, ma da quella viene,
-
30Ch' è perfezione che si pone tale.
- Non razionale, ma che sente, dico:
- Fuor di salute giudicar mantiene;
- E l' intenzione per ragione vale.
- Discerne male in cui è vizio amico.
- Di sua potenza segue spesso morte,
- Se forte la virtù fosse impedita,
- La qual' aita la contraria via;
- Non perchè opposto naturale sia;
- Ma quanto che da bnon perfetto tort' è,
-
40Per sorte non può dir uom, ch' aggia vita,
- Che stabilita non ha signorìa,
- E simil può valer quand' uom l' oblia.
- L' essere è, quando lo voler è tanto,
- Ch' oltra misura di natura torna:
- Poi non s' adorna di riposo mai;
- Move, cangiando color, riso, e pianto,
- E la figura con paura storna:
- Poco soggiorna: ancor di lui vedrai,
- Che 'n gente di valor lo più si trova.
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-
50La nova qualità move i sospiri:
- E vuol, ch' uom miri non formato loco;
- Destandosi ira, la qual manda foco:
- Immaginar nol puote uom, che nol prova:
- E non si muova, perch' a lui si tiri,
- E non si giri, per trovarvi gioco,
- Nè certamente gran saper, nè poco.
- Di simil tragge complessione sguardo,
- Che fa parere lo piacere certo:
- Non può coperto star, quando è sì
giunto:
-
60Non già selvagge le biltà son dardo,
- Che tal volere per temere è sperto,
- Consegue merto spirito, ch' è punto :
- E non si può conoscer per lo viso
- Compriso, bianco, in tale obietto cade:
- E, chi ben vade, forma non si vede;
- Perchè lo mena chi da lei procede
- Fuor di colore d' essere diviso,
- Assiso in mezzo oscuro luci rade:
-
70Fuor d' ogni fraude dice degno in fede,
- Che solo di costui nasce mercede.
- Tu poi sicuramente gir Canzone,
- Dove ti piace: ch' io t' ho sì adornata,
- Ch' assai lodata sarà tua ragione
- Dalle persone, c' hanno intendimento;
- Di star con l' altre tu non hai talento.
page: 292
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 15-23 (some faint pencil
lines appear to have been inscribed previously, now drawn over by the current lines), 25-26
and 27-28. Two vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 23-24.
- Io non pensava, che lo cor giammai
- Avesse di sospir tormento tanto,
- Che dall' anima mia nascesse pianto,
- Mostrando per lo viso agli occhi morte.
- Non sentìo pace, nè riposo alquanto,
- Posciachè Amor, e madonna trovai:
- Lo qual mi disse: tu non camperai,
- Chè troppo è lo valor di costei forte:
- La mia virtù si partì sconsolata,
-
10Poichè lasciò lo core
- Alla battaglia, ove madonna è stata,
- La qual degli occhi suoi venne a ferire
- In tal guisa, ch' Amore
- Arruppe tutti i miei spirti a fuggire.
- Di questa donna non si può cantare,
- Che di tante bellezze adorna viene,
- Che mente di quaggiù non la sostiene,
- Sicchè la veggia lo 'ntelletto nostro;
- Tanto è gentil, che quando penso bene,
-
20L' anima sento per lo cor tremare,
- Siccome quella, che non può durare
- Davante al gran valor, che le dimostro.
- Per gli occhi fiere la sua chiaritate,
- Sicchè qual uom mi vede,
- Dice: non guardi tu questa pietate,
- Che post' è 'n vece di persona morta,
- Per dimandar mercede:
- E non se n' è madonna ancora accorta.
page: 293
Note: Vertical pencil lines inscribed in the left margin bracket lines 29-42 and 44-56 .
- Quando mi vien pensier ch' io voglia dire
-
30A gentil cor della sua gran virtute,
- Io trovo me di sì poca salute,
- Ch' io non ardisco di star nel pensero.
- Amor, c' ha le bellezze sue vedute,
- Mi sbigottisce sì, che sofferire
- Non può lo cor, sentendola venire;
- Che sospirando dice: io ti dispero;
- Perocch' io trassi del suo dolce riso
- Una saetta acuta,
- C' ha passato 'l tuo core, e 'l mio diviso;
-
40Amor, tu sai allora, ch' io ti dissi,
- Poichè l' avei veduta,
- Per forza convenìa, che tu morissi.
- Canzon, tu sai, che de' labbri d' Amore
- Io t' assemplai, quando madonne vidi:
- Ora ti piaccia, ch' io di te mi fidi,
- E vadi in guisa a lei, ch' ella t' ascolti;
- E prego umilemente, a lei tu guidi
- Gli spiriti fuggiti del mio core,
- Che pel soverchio del suo gran valore
-
50Eran distrutti, se non fosser volti;
- E vanno soli senza compagnìa,
- E son pien di paura
- Però gli mena per fidata via.
- E po' le dì, quando le se' presente:
- Questi sono in figura
- D' un, che si more sbigottitamente.
page: 294
Note: Two horizontal lines, inscribed in the left margin, mark the opening of the poem. Dashes
inscribed in the left margin mark lines 5, 6, 8, 9, 16, 17, 20, 21, 22, and 23.
CANZONA IN FROTTOLA
- Guarda ben dico, guarda, ben ti guarda,
- Non aver vista tarda,
- Ch' a colpo di bombarda arme val poco.
- Di molta carne è a fuoco,
- E veggio posti a giuoco molti bari,
- E prodichi, e avari.
- Lacciuol tesi a danar veggio infiniti.
- Fannosi e' vili arditi
- Per veder disuniti e buon compagni,
-
10L' onte, gli sdegni, e' lagni.
- Vien per partir guadagni la leonina.
- E sempre da rapina
- È nata ogni rovina, e ogni lutto.
- Perde il tutto pel tutto
- Spesso chi tutto 'l frutto per se vuole.
- Or sa' tu che mi duole
- Perder tempo in parole, ove vuol fatti.
- Deh facciam chiari e' patti,
- E vedrem quanti matti gastigare;
-
20Ben sarà bel ghignare,
- Se chi crede ingannare è preso a 'nganno:
- A que', che 'nganno fanno,
- Che torni loro 'l danno è cosa giusta.
- Puledro man robusta,
- Spron duri, o aspira frusta mai fe' buono.
page: 295
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 32-33.
- Campana senza suono,
- E balen senza tuono non ci assordi.
- O tu, che tutto mordi,
- A' lupi esser ingordi è già nociuto.
-
30Sta pur ben proveduto,
- Pur ch' io nol dica a muto, ch' ode e parla.
- Perde tempo in chiamarla
- La rana chi vuol trarla del pantano.
- O buon tempio di Giano,
- Chi porrà mai la mano a riserrarti?
- Peggio staran gli sparti
- Senza sussidio, o arti, e fuor del prato.
- Chi per porta è cacciato
- Rade volte è tornato per le mura:
-
40Però l' altrui sciagura
- Ti slringa a miglior cura, e temi Iddio.
- Lo sfrenato disìo
- Del far dell' altrui mio, dispiace al cielo;
- A molti indarno belo,
- Ma mi muove buon zelo, e pura fede.
- E sai tu chi mi crede?
- Chi per prova s' avvede, ch' egli è vero.
- Abito biaeco, o nero
- Non farìa Frà Riniero esser perfetto;
-
50Ch' amendare il difetto,
- Col viver ben corretto, è quel che vale.
- Sa' anco chi sta male?
- Ch' ingoia senza sale ogni vivanda,
page: 296
Note: Pencil dashes inscribed in the left margin mark lines 58, 59, 76, and 77.
- Che 'l gusto t' adomanda,
- Esaudirlo comanda ogni dovere.
- No' ci farem valere,
- Se spenderem l' aver con aguaglianza;
- Che 'l perder con chi avanza
- Fa vana ogni sustanza imperatoria,
-
60A tutti minutoria,
- Que' che cercassin gloria contro a' buoni:
- Come santo ragioni,
- Ma troppi musornon malvagi truovo;
- E pur per ben mi muovo
- A darti di quà uovo, e di là erba.
- La cosa, che t' è acerba,
- La lascia, e 'l dolce serba, se 'n un punto,
- E spesso col dolce unto
- El topo è stato giunto a cibo amaro.
-
70Deh chi non ha sè caro,
- Non è buono al riparo, o ben d' altrui.
- l' parlo, e non so a cui,
- Che 'l meco, e con colui è mal bestiame.
- Il perder tempo in dame,
- E stare in varie trame è atto folle.
- Chi disvuol ciò che volle,
- Non credere a suo bolle o suo suggelli.
- Guarda come favelli,
- Che peggio che coltelli è in bocca riso.
-
80Cuor turbo e chiaro viso,
- Diabolico a mio avviso si può dire.
page: 297
Manuscript Addition: Pecorone
Editorial Description: DGR's note beside line 100
- Del ben far non pentire,
- Ma guarti dal servire ad uomo ingrato.
- Lo sdegno ha già privato
- D' aver persone e stato molti e molti.
- Però guai agli stolti,
- Che gli amici s' han tolti per lor colpa.
- Perde anima, ossa, e polpa
- Chi de' suo' falli incolpa cielo, o stelle.
-
90Giuoco è da bagatelle
- L' andar pur alle belle con chi sguizza.
- Deh non mi far più stizza;
- Se 'l tempo si dirizza, tu 'l vedrai.
- Non vedrò si farai,
- Non tel credo, che mai ti vidi giusto.
- Qual cieco meni el frusto,
- E benchè parli giusto, a molti spiace.
- Folle non è chi tace,
- Pure il saggio soggiace alla ragione.
-
100Studia nel pecorone
- Chi tiene opinione d' esser saggio.
- Ma sai chi ci ha vantaggio?
- Chi sà in ogni viaggio ir piano, e ratto.
- O quanti il dì n' accatto,
- Che danno dopo il fatto buon consiglio.
- Ma vidi nel periglio
- Padre lassare 'l figlio senza scorta.
- Poi al partir la torta
- Ognun serrò la porta del palagio.
page: 298
Note: A vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 126-127. A second
vertical pencil line inscribed in the left margin brackets lines 126-131. In line 112, the "u" in "Tu" is turned upside-down,
and the "l" in "il" is a capital "I".
-
110Or ben pur a bell' agio,
- Che l' esser sì randagio nuoce spesso.
- Tn dì vero iI confesso;
- Ma quantunque più tesso, più vien trama.
- Sampre teme chi ama,
- E duolsi che ria fama vada a torno.
- Deh destati, o musorno,
- Che chi non cura scorno è cuccoveggia.
- Mettil co' ciechi in greggia
- Chi tien ch' altri non veggia il suo difetto.
-
120Giustizia in fatti, e 'n detto
- Dallo stato perfetto è senza tema:
- E là dov' ella è strema
- Ogni virtù vi scema, e cresce vizio.
- Non loda ben Fabrizio
- Chi poi all' esercizio tien con Crasso.
- Deh veggiam per ispasso
- Perchè Roma è in basso, al colmo essendo.
- Ben ben or io t' intendo:
- Vuoi dir che mal vivendo mal s' arriva.
-